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Quartiere Santa Maria Novella
Ubicazione Via del Moro 7
Denominazione Palazzo Arrighetti
Altre denominazioni .
Affacci via dei Fossi 4
Proprietà Lenzi, Neretti, Arrighetti, Pitti, Baldini.
Architetti - Ingegneri Ignoto/i.
Pittori - Scultori - Decoratori Lippo di Benivieni, Benini Cesare junior, Benini Lamberto, Fabbroni Giacinto.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche Il palazzo, per quanto di antica costruzione, è stato più volte rimaneggiato e solo i primi due piani (dei tre complessivi distribuiti per setti assi) conservano brani di paramento a bozze piane, peraltro ampiamente integrato in pietra artificiale. Così il repertorio di Bargellini e Guarnieri (1977): "lungo la via si incontra quello che dovette essere il grandioso palazzo Arrighetti, corrispondente anche su via dei Fossi, e del quale sono state rimesse in luce le antiche strutture del Quattrocento. E fu Lorenzo di Pirro Lenzi a costruirlo su cinque case più modeste. Il conte Giovanni Tommaso Arrighetti, acquistandolo nel 1775, lo ridusse a carattere più moderno, apponendovi, in alto, il suo fastoso stemma. Un bell'affresco, con la Madonna, venne allora tagliato, per farlo entrare malamente in un tabernacolo settecentesco". Precisa Marcello Jacorossi (in Palazzi 1972): "Per eredità questi beni degli Arrighetti pervennero ai Pitti e poi ai Baldini". Nel tabernacolo in pietra (che appunto conserva il citato affresco, attribuito seppure dubitativamente a Lippo di Benivieni, restaurato nel 1956 dai fratelli Cesare e Lamberto Benini e ancora nel 2001 dalla Scuola Lorenzo de' Medici) è l'arme dei Neretti, che avevano acquistate le varie case che qui esistevano nel 1454, provvedendo poi a riunirle in un unico edificio e mantenendone la proprietà, come già accennato, fino al 1775. Al centro del fronte, come segnalato, è il grande scudo con l'arme degli Arrighetti (d'azzurro, seminato di gigli d'argento, alla banda attraversante d'oro, caricata di tre ghirlande di verde). Negli spazi interni, perdute le decorazioni realizzate da Jacopo Chiavistelli attorno al 1674, permangono pitture murali di Giacinto Fabbroni, illustrate e discusse da Carlotta Lenzi Iacomelli (2015).
Bibliografia
dettaglio
Palazzi 1972, p. 159, nn. 287, 289-290; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, p. 302; Santi 2002, pp. 88-89; Cesati 2005, I, p. 410.
Approfondimenti Guido Carocci, I Tabernacoli di Firenze, in "Arte e Storia", XXIV, 1905, 2, pp. 27-28; Valerio Tesi, Tabernacolo di via del Moro, in La 'bottega' dei Benini. Arte e restauro a Firenze nel Novecento, catalogo della mostra (Scandicci, Palazzina Direzionale, 3-31 ottobre 1998) a cura di Francesco Gurrieri, Stefania Gori, Francesca Petrucci e Valerio Tesi, Firenze, Polistampa, 1998, p. 145, n. 41; Carlotta Lenzi Iacomelli, Palazzo Minerbetti, palazzo Arrighetti e palazzo Albergotti: il pittore Giacinto Fabbroni e tre famiglie del patriziato fiorentino e aretino, in Fasto privato. La decorazione murale in palazzi e ville di famiglie fiorentine, II, Dal Tardo Barocco al Romanticismo, a cura di Mina Gregori e Mara Visonà, Firenze, Edifir, 2015, pp. 67-83; Gianluca Belli, Paramenti bugnati e architettura nella Firenze del Quattrocento, Firenze, University Press, 2019, p. 408, n. 28, fig. 82 (ma si vedano anche i rimandi al testo tramite l'indice analitico della pubblicazione).
Documentazione fotografica Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 10389, 51501 (veduta d'insieme del tabernacolo su via del Moro e particolare dell'affresco, 1973).
Risorse in rete Nessun dato rilevato.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 25/02/2009
Data ultima modifica 07/04/2021
Data ultimo sopralluogo 21/03/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags tabernacolo, stemma familiare.
Localizzazione
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