Quartiere |
Santa Maria Novella |
Ubicazione |
Via della Scala 24- 26 |
Denominazione |
Edificio della Scuola allievi Marescialli e Brigadieri Carabinieri |
Altre denominazioni |
Laterano fiorentino, convento delle Cavalieresse, monastero Nuovo, Regio pensionato della Santissima Annunziata |
Affacci |
via di Santa Caterina da Siena, piazza della Stazione 7 |
Proprietà |
demanio dello Stato, Comune di Firenze. |
Architetti - Ingegneri |
Parigi Giulio, Martelli Giuseppe, Ricci Vincenzo, Mazzei Francesco, Cetica Aurelio. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Pampaloni Luigi. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
Posto di fronte a via dei Canacci, l'edificio era nella sua prima configurazione ugualmente noto come Laterano fiorentino, inglobando il salone che vide riunito il XVII concilio del 1438-39. Una nuova definizione fu data al complesso dall'architetto Giulio Parigi, incaricato da Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I, di trasformare le preesistenze in monastero per le monache di Santo Stefano (monache Cavalieresse di Malta). Soppresso l'ordine nel 1810, i vasti ambienti furono utilizzati inizialmente come quartieri per le truppe, magazzini, abitazioni private, quindi adibiti - previ lavori di adeguamento realizzati su progetto dell'architetto Giuseppe Martelli e promossi dalla granduchessa Anna Maria Carolina nuora di Ferdinando II - ad ospitare il Regio Pensionato della Santissima Annunziata (1822-1832), pensato come educatorio per fanciulle di famiglie agiate. A questa fase (e presumibilmente al 1825) risale anche la notevole scala a spirale posta nell'atrio dal lato di via della Scala, progettata da Giuseppe Martelli come struttura mantenuta in compressione da una monumentale cariatide in piombo posta alla sommità, alta quasi tre metri e modellata da Luigi Pampaloni, a sua volta ancorata con catene in ferro ai muri perimetrali. Nel 1865, essendo stata Firenze scelta come nuova Capitale d'Italia, il pensionato fu trasferito nella villa di Poggio Imperiale e tutto l'ex monastero adibito a sede del Ministero dei Lavori Pubblici, della Regia Corte Suprema di Cassazione (con ingresso dal lato della stazione ferroviaria) e della direzione del Lotto. Gli ingenti lavori di sistemazioni, affidati all'ingegnere Vincenzo Ricci dipendente dall'ingegnere Francesco Mazzei, ebbero inizio l'anno stesso per terminare nel 1868: nel corso del cantiere, oltre alla sistemazione degli interni, furono costruiti ex novo due corpi di fabbrica, uno affacciato su via della Scala e l'altro nel giardino tra via della Scala e via della Stazione (oggi piazza), in modo da congiungere i due edifici già esistenti. Per quanto riguarda il riordinamento della facciata "furono spostate molte finestre portandole tutte ai medesimi livelli e a forme uguali fra loro nei rispettivi piani" (Roselli 1985). Trasferita la capitale a Roma la grande fabbrica fu inizialmente destinata a collegio militare (1874) quindi occupata da scuole (Liceo Dante e scuola Tecnica Professionale femminile e maschile). Nel 1915, in occasione della prima guerra mondiale, l'immobile venne nuovamente acquisito dall'autorità militare che incorporò nella struttura ulteriori locali già del convento di Santa Maria Novella, promuovendo vari e complessi lavori per adeguare il complesso alla nuova funzione, "tanto che con quel che Pantalone ha pagato, si poteva fare non una ma tre caserme di sana pianta" (Garneri 1924). Poco dopo la struttura fu destinata ad ospitare la Scuola allievi Sottufficiali dei Carabinieri, che entrò in funzione nel gennaio del 1920. In occasione della definitiva configurazione di via Santa Caterina da Siena (1937) fu demolito il lato ovest del fabbricato e quindi ricostruito su progetto dell'architetto Aurelio Cetica con un cantiere che si protrasse dal giugno 1939 al giugno del 1941. Tale cantiere, oltre a definire il nuovo fronte su via Santa Caterina, interessò ugualmente tutta la porzione prospiciente la stazione di Santa Maria Novella, collegando la facciata ottocentesca di via della Scala con il nucleo tre cinquecentesco del convento di Santa Maria Novella (per tale intervento si veda a piazza della Stazione 7). Nel 2016 la scuola ha abbandonato il complesso per trasferirsi nella nuova caserma Felice Maritano in zona Castello e l'immobile è rientrato nelle disponibilità dell'amministrazione comunale in attesa di nuova destinazione: accantonata una prima idea che ne avrebbe voluto fare una 'cittadella della scienza', si profila l'ipotesi di insediarvi funzioni diversificate a comprendere, oltre a una stazione di Carabinieri quale presidio di sicurezza per il quartiere, un museo, un polo di alta formazione e un centro ricreativo. Le facciate su via della Scala e via di Santa Caterina da Siena sono state recentemente restaurate e nuovamente tinteggiate (lavori progettati ed eseguiti dai Servizi tecnici del Comune in collaborazione con la locale Sopreintendenza), con un cantiere chiuso nel gennaio 2020. |
Bibliografia
dettaglio |
Fantozzi 1842, p. 535, n. 258; Fantozzi 1843, pp. 27-28, n. 22; Firenze 1850, pp. 493-494; Limburger 1910, n. 196; Garneri 1924, p. 105; Limburger-Fossi 1968, n. 195; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, III, 1978, pp. 357-358; Fantozzi Micali-Roselli 1980, pp. 110-111; Roselli 1985, pp. 59-60, n. 59; Bertocci 1998, p. 267, n. 346; Cesati 2005, II, pp. 635, 661; Cesati (Piazze) 2005, p. 290; Insabato-Ghelli 2007, p. 121. |
Approfondimenti |
Marco Lastri, Salone del Concilio Fiorentino, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, V, pp. 12-23; Enrico Bulli, Cenni storici sui locali occupati in Firenze dalla Scuola Centrale dei Carabinieri reali, in "Rivista dei Carabinieri Reali", II, 1935, 1, p. 14; L. Taddei, La Scuola Centrale Carabinieri reali, in "Firenze, Rassegna del Comune", 1-4, 1940; L'Istituto della SS. Annunziata, in La Firenze di Giuseppe Martelli (1792-1876). L'architettura della città fra ragione e storia, catalogo della mostra (Firenze, Museo di Firenze com'era, 29 marzo-25 maggio 1980) a cura di Nancy Wolfers e Paolo Mazzoni, Firenze, Parretti Grafiche, 1980, pp. 32-41; Denise Ulivieri, Laura Benassai, Un (altro) architetto per la Capitale. Francesco Mazzei "valente e modesto" restauratore a Firenze, in "Annali della Storia dei Firenze", X-XI, 2015-2016 (2016), pp. 237-266; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 275-279; Ilaria Ciuti, L'ex scuola dei Marescialli sarà divisa in quattro, in "la Repubblica" Firenze, 25 gennaio 2018. |
Documentazione fotografica |
Archivi Alinari, Firenze: ARC-F-016369-0000 (prospetto su piazza della Stazione prima dell'apertura della via Santa Caterina da Siena). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 4206, 4207 (vedute d'insieme della piazza della Stazione con il prospetto dell'edificio in forte scorcio, 1940 circa). |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla banca dati delle Architetture del 900 in Toscana (realizzata dalla Fondazione Michelucci e resa disponibile dalla Regione Toscana nel proprio sito) e dalla voce Scuola marescialli e brigadieri dei Carabinieri su Wikipedia. |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
24/10/2009 |
Data ultima modifica |
25/09/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
21/06/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
Campo in corso di revisione. |
Localizzazione |
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