Quartiere |
Santo Spirito |
Ubicazione |
Ponte alla Carraia |
Denominazione |
Ponte alla Carraia |
Altre denominazioni |
Ponte Nuovo, ponte alle Carra, ponte Gobbo |
Affacci |
lungarno Amerigo Vespucci, lungarno Corsini, lungarno Guicciardini, lungarno Soderini |
Proprietà |
Comune di Firenze. |
Architetti - Ingegneri |
Lapo (Jacopo Tedesco, d.), Arnolfo di Cambio, Sisto (fra'), Ristoro (fra'), Giovanni da Campi, Giotto di Bondone, Ammannati Bartolomeo, Del Rosso Giuseppe, Del Sarto Luigi, Gori Giorgio Giuseppe, Ricci Leonardo, Savioli Leonardo, Neumann Giorgio, Fagiuoli Ettore. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
Alle origini era qui un ponte di legno costruito tra il 1218 e il 1220 (il secondo della città dopo il Ponte Vecchio e quindi inizialmente detto Nuovo), ricondotto sulla base della testimonianza di Giorgio Vasari a un progetto dell'architetto Lapo, cioè Jacopo Tedesco (compagno di Arnolfo di Cambio al quale invece assegna direttamente il lavoro Filippo Baldinucci), funzionale a dirottare in questa zona il traffico pesante, principalmente costituito da carichi di balle di lane, da cui la denominazione di ponte alle Carra e poi alla Carraia, in riferimento ai molti carriaggi in continuo transito. Rovinato nella piena del 1269 fu ricostruito sempre in legno su probabile progetto di fra' Sisto da Firenze e fra' Ristoro da Campi, si vuole a carico dei padri Umiliati d'Ognissanti che sicuramente avevano già contribuito significativamente alle spese della primitiva edificazione. Nell'anno 1304 crollò per il peso di una grande folla accorsa per uno spettacolo sul fiume e fu riedificato in pietra. Ciò nonostante la grande alluvione del 1333 lo fece nuovamente rovinare, "salve solo le due pile del mezzo" (Baldinucci). Il nuovo ponte, si dice dovuto a fra' Giovanni da Campi (o a Giotto secondo la letteratura ottocentesca), resistette fino alla piena del 1557, quando andarono distrutte due arcate "dalla parte de' Ricasoli" (Baldinucci), dove peraltro, fino al 1552, il ponte accoglieva sulla coscia un oratorio dedicato a Sant'Antonio Abate (Lapini). Due anni dopo, su progetto di Bartolomeo Ammannati e commissione di Cosimo I, si riedificarono gli archi rovinati sulla base dell'antico disegno, comunque senza apportare sostanziali cambiamenti, visto il carattere utilitaristico dell'opera, come detto destinata al flusso delle merci. A partire dal 1828, come annota Federico Fantozzi nel 1843, "i fuochi d'artifizio che da tempo immemorabile s'incendiavano sulla torre di Palazzo Vecchio la vigilia della festa di S. Giovanni, si eseguiscono su questo ponte sopra una macchina immaginata dall'architetto del Rosso". Nel 1867 fu allargato su progetto generale dell'architetto Luigi Del Sarto (con la consulenza di una azienda e di professionisti francesi) in modo da permettere un passaggio ancora più agevole per carri e carrozze, e questo tramite la costruzione di nuovi marciapiedi sporgenti dal ponte, sostenuti da mensole in ghisa e protetti da spallette nello stesso materiale (vari disegni sono conservati presso l'Archivio storico del Comune di Firenze, ugualmente relativi alla nuova illuminazione con lampioni a tre bracci). Un progetto per un ulteriore allargamento della carreggiata si data al 1920-1925, finalizzato a un più agevole passaggio delle linee tramviarie. Come gli altri ponti fiorentini, ad eccezione del Ponte Vecchio, fu minato e distrutto la notte del 3 agosto 1944 dalle truppe tedesche in ritirata. Il bando emanato per la sua ricostruzione vide la vittoria di un gruppo di giovani architetti formato da Giorgio Giuseppe Gori, Leonardo Ricci, Leonardo Savioli e dall'ingegnere Giorgio Neumann. Tuttavia, dato che il cantiere interveniva su un danno di guerra e quindi prevedeva l'intervento statale, il concorso comunale fu annullato e approntato uno nuovo a livello nazionale. Questo fu vinto dalla ditta Bertolé di Torino col progetto dell'architetto veronese Ettore Fagiuoli, parallelamente impegnato nella ricostruzione del ponte della Vittoria a Verona (1951), ugualmente distrutto durante la guerra dalle truppe tedesche. Iniziati i lavori nel 1948 il ponte fu inaugurato nel 1951, tra le critiche dei fiorentini che, in riferimento alla sua curvatura, lo battezzarono 'ponte Gobbo'. In realtà la struttura non si discosta di molto dalla forma primitiva, a cinque arcate con luci decrescenti verso le testate e con pigne che segnano l'altezza del precedente ponte. I lampioni che sono disposti lungo le spallette riportano i dati della fonderia (Pignone) e la data 1952. |
Bibliografia
dettaglio |
Bocchi-Cinelli 1677, p. 227; Zocchi 1744, tav. V; Del Bruno 1757, p. 147; Cambiagi 1765, p. 226; Cambiagi 1771, p. 238; Cambiagi 1781, p. 216; Thouar 1841, p. 331; Fantozzi 1842, pp. 733-734, n. 366; Fantozzi 1843, p. 47, n. 79; Firenze 1845, pp. 136-137; Baldinucci-Ranalli 1845-1847, I, 1845, pp. 83, 88, 219; II, 1846, pp. 349, 351; III, 1846, p. 516; Formigli 1849, pp. 124-125; Firenze 1850, pp. 541-542; Burci 1875, pp. 110-111; Illustratore fiorentino (1906) 1905, pp. 3-4; Vasari-Milanesi 1906, I, p. 282; Limburger 1910, n. 161; Garneri 1924, p. 310, n. LXXVI; Limburger-Fossi 1968, n. 161; Firenze 1974, p. 292; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, IV, 1978, pp. 312-315; Zocchi-Mason 1981, pp. 40-41; Gurrieri-Bracci 1998, pp. 192-195; Firenze 2005, pp. 432-433. |
Approfondimenti |
Guido Carocci, L'oratorio di S. Antonio sul Ponte alla Carraia, in "L'Illustratore fiorentino", Calendario Storico anno 1906, III, 1905, pp. 3-4; Arturo Alinari, La porta e il ponte alla Carraia di Firenze, in "Archivio Storico Italiano", XCVII, 1939, 4, pp. 188-193; G. Pagano, I ponti alla Carraia e alle Grazie, in "Firenze", numero unico, ottobre, 1960; Gian Ernesto Leschiutta, I ponti sull'Arno, in Firenze: la questione urbanistica. Scritti e contributi 1945-1975, a cura di Augusto Boggiano, Riccardo Foresi, Paolo Sica e Mariella Zoppi, Firenze, Santoni Editore, 1982, pp. 70-83; Ulisse Tramonti, Ricostruire Firenze: i progetti per la realizzazione dei nuovi ponti 1945-1957, in Conoscere per progettare. Il centro storico di Firenze, Firenze, Dipartimento di Architettura dell'Università di Firenze, 2014, pp. 69-79. |
Documentazione fotografica |
Archivi Alinari, Firenze: AVQ-A-003862-0021 (veduta di scorcio, 1865 circa); AVQ-A-003862-0007 (veduta d'insieme, 1870 circa); ACA-F-003106-0000 (veduta d'insieme, 1890 circa); ACA-F-055825-0000 (veduta del ponte dal lungarno Soderini, 1962 circa). Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 9727 (veduta d'insieme del ponte prima dei lavori di allargamento e demolizione del chiesino, ante 1867). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 11499 (veduta panoramica, 1950 circa); 1165615, 165616, 165617, 65621, 165622, 165623, 165624 (vedute d'insieme in occasione della piena del 31 ottobre 1992). |
Risorse in rete |
Sull'opera sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Ponte alla Carraia su Wikipedia. |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
02/10/2010 |
Data ultima modifica |
19/12/2020 |
Data ultimo sopralluogo |
15/02/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
Campo in corso di revisione. |
Localizzazione |
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