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Quartiere Santo Spirito
Ubicazione Ponte della Vittoria
Denominazione Ponte della Vittoria
Altre denominazioni Ponte alla Vittoria
Affacci viale Abramo Lincoln, lungarno Amerigo Vespucci, via Giovanni Antonio Sogliani, lungarno del Pignone
Proprietà Comune di Firenze.
Architetti - Ingegneri Séguin Marc, Séguin Jules, Poggi Giuseppe, Guasti Francesco, Tognetti Vittorio, Ferrati Bruno, Baroni Nello, Bartoli Lando, Gamberini Italo, Maggiora Carlo, Focacci Mario, Calatrava Santiago Valls.
Pittori - Scultori - Decoratori Nessun dato rilevato.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche In questo tratto era stato costruito nel 1835 e inaugurato il 18 febbraio 1837 un ponte sospeso in ferro, denominato San Leopoldo, a chiudere a valle i sistemi di attraversamento sul fiume della città, svolgendo la stessa funzione che a monte era assolta dal ponte San Ferdinando (laddove è oggi il ponte San Niccolò). Ambedue i ponti erano stati realizzati con la consulenza dell'ingegnere Francesco Guasti dall'azienda parigina dei fratelli Marc e Jules Séguin, ingegneri specializzati in simili strutture, che operò in concessione, riservandosi la riscossione di un pedaggio per l'attraversamento. Per quanto costruito con criteri oltremodo moderni, l'attraversamento assunse carattere neoclassico per la presenza, agli ingressi, di due alti obelischi funzionali al fissaggio dei tiranti, introdotti da due basamenti arricchiti da coppie di leoni accucciati (due furono posti, al momento dello smontaggio del ponte, all'ingresso del viale del Poggio Imperiale, gli altri due, recuperati successivamente in un magazzino comunale, lungo il viale principale delle Cascine). Con l'abbattimento delle mura della città nel 1865 ambedue i ponti entrarono a far parte del sistema dei viali di circonvallazione progettati da Giuseppe Poggi. Già ai primi del Novecento si pensò tuttavia di chiudere più degnamente l'anello dei viali con un ponte in muratura per il quale fu chiesto all'ingegnere Vittorio Tognetti di predisporre un progetto. La prima guerra mondiale fece sospendere l'ipotizzato cantiere, del quale si tornò a parlare concretamente solo nel 1925 (si vedano i molti materiali conservati presso l'Archivio storico del Comune di Firenze datati al 1925-1926) con un concorso nazionale vinto dall'impresa Allegri di Roma su progetto dell'architetto Bruno Ferrati. Il nuovo ponte sorse a fianco di quello sospeso, che venne smontato dopo l'inaugurazione, tenutasi nel 1932 con una cerimonia patriottica in memoria della Vittoria, alla quale lo stesso ponte era stato intitolato. A sottolineare la dedicazione fu murata sulla testata di settentrione una urna contenente l'albo dei Caduti nella Prima Guerra Mondiale, ricordata da una lapide con relativa epigrafe. Fu questo ponte ad essere distrutto dalle mine dell'esercito tedesco in ritirata nella notte del 3 agosto 1944. L'attuale ponte fu costruito nel 1957 su progetto degli architetti Nello Baroni, Lando Bartoli, Italo Gamberini e Carlo Maggiora e dell'ingegnere Mario Focacci, dopo un iter concorsuale al solito oltremodo lungo e controverso, sottoposto al vaglio del Governo Militare Alleato al quale spettava la ricostruzione. Presenta tre campate a curva policentrica appena accennata, ciascuna di 34.50 metri di luce, per una lunghezza totale di 142 metri di lunghezza e circa 16 di larghezza. "La struttura di cemento armato, che aveva permesso superfici curve, doveva essere rivestita di pietra forte, con parapetti di bronzo modellato. Le finiture previste non sono state ancora eseguite, a causa del mancato finanziamento dell'Amministrazione Alleata, e i parapetti, provvisoriamente costruiti a mattoni, hanno contribuito all'impoverimento del ponte, che per questo venne chiamato della Vittoria mutilata" (Bargellini-Guarnieri 1978). Dagli anni settanta ad oggi poco è cambiato e, se il parapetto in mattoni è stato poi sostituito da una più leggera ringhiera metallica (si vedano gli articoli apparsi sui quotidiani locali nel 1964-1965), il cemento armato si presenta ancora a vista ed è entrato ormai a far parte dello spazio urbano. Si segnala comunque come recentemente fosse stato interpellato l'architetto Santiago Calatrava Valls per un intervento di ammodernamento del ponte sia sotto l'aspetto estetico sia sotto quello funzionale: il progetto prevedeva lo spostamento dei marciapiedi su nuove passerelle laterali in modo da portare le attuali due corsie stradali (per senso di marcia) a tre, proposta ora ben poco realizzabile per la creazione di un sottopasso a due sole corsie allo sbocco del ponte sul lato nord della città, finalizzato a superare senza incroci a raso la nuova tramvia per Scandicci.
Bibliografia
dettaglio
Fantozzi 1843, p. 271, n. 680; Firenze 1974, p. 296; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, IV, 1978, p. 326; Cresti-Zangheri 1978, p. 216; Borsi-Maresca 1984, pp. 80-83; Cozzi-Carapelli 1993, p. 141; Gurrieri-Bracci 1998, pp. 198-200; Firenze 2005, p. 435; Insabato-Ghelli 2007, pp. 34, 39, 186.
Approfondimenti Progetto di una società diretta alla fabbricazione di due ponti di ferro sull'Arno nei contorni di Firenze, Firenze, Tipografia Galileiana, 1835; Pasquale Poccianti, Rapporto al Consiglio d'Amministrazione della Società Anonima per la costruzione di due ponti di ferro sull'Arno nelle vicinanze di Firenze, Firenze, 1836; Società anonima dei ponti di ferro sospesi sull'Arno presso Firenze. Statuto, Firenze, Niccolai, 1883; Il concorso per il ponte alla Vittoria. La relazione della commissione, in "La Nazione", 11 marzo 1927; Raffaello Fagnoni, Il ponte della Vittoria a Firenze: arch. Bruno Ferrati, in "Architettura. Rivista del Sindacato Nazionale Fascista Architetti", XI, 1932, 8, pp. 393-396; Carlo Maggiora, Ponte alla Vittoria, in "La Nuova Città", I, 1946, 4/5, pp. 58-59; Diventerà più largo: il progetto allo studio per il ponte alla Vittoria, in "La Nazione", 26 marzo 1964; Il ponte non chiuderà la vista del panorama, in "La Nazione", 9 ottobre 1965; Grazia Gobbi Sica, I ponti in ferro a Firenze, in "Bollettino Ingegneri", XXII, 1974, 6, pp. 6-17; Luigi Zangheri, I ponti sospesi San Leopoldo e Ferdinando (1835-36), in Le officine Michelucci e l'industria artistica del ferro in Toscana (1834-1918), a cura di Marco Dezzi Bardeschi, Pistoia, Tipografia Pistoiese, 1981, pp. 54-59; Gian Ernesto Leschiutta, I ponti sull'Arno, in Firenze: la questione urbanistica. Scritti e contributi 1945-1975, a cura di Augusto Boggiano, Riccardo Foresi, Paolo Sica e Mariella Zoppi, Firenze, Santoni Editore, 1982, pp. 70-83; Il Pignone a Firenze tra 'memoria' ed oblio, a cura di Giampaolo Trotta, Firenze, Messaggerie Toscane, 1990, pp. 55-70; ; Ulisse Tramonti, Ricostruire Firenze: i progetti per la realizzazione dei nuovi ponti 1945-1957, in Conoscere per progettare. Il centro storico di Firenze, Firenze, Dipartimento di Architettura dell'Università di Firenze, 2014, pp. 69-79; Saida Grifoni, Lungo l'Arno. Paesaggi, storia e culture, Firenze, Aska Edizioni, 2016, pp. 273-275.
Documentazione fotografica Archivi Alinari, Firenze: ACA-F-044174-0000 (veduta d'insieme, 1933); ACA-F-44174A-0000 (particolare dell'arcata centrale, 1934); BVA-F-000235-0000 (veduta d'insieme, 1955 circa). Archivio Foto Locchi, Firenze: 1935-L207-7 (il ponte del 1932 durante la cerimonia per Giovanni Berta, 1935), 1936-L723-3 (il ponte del 1932 in una foto d'insieme, 1936). Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 126336, 126338 (vedute dell'urna murata sulla testata settentrionale del ponte con l'albo dei Caduti, 1932); 126340 (veduta della lapide dedicatoria ai Caduti, 1932).
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Ponte alla Vittoria su Wikipedia.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 02/10/2010
Data ultima modifica 19/12/2020
Data ultimo sopralluogo 20/07/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags Campo in corso di revisione.
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