Quartiere |
Santa Maria Novella / Viali |
Ubicazione |
Viale Filippo Strozzi |
Denominazione |
Stabile di Barbano |
Altre denominazioni |
. |
Affacci |
via di Barbano, via XVII Aprile, via Giuseppe Dolfi |
Proprietà |
Società Anonima Edificatrice, Nuova Edificatrice Spa. |
Architetti - Ingegneri |
Guidotti Enrico. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
Il grande edificio, a formare un isolato distribuito intorno a cinque corti interne, documenta la prima operazione immobiliare della Società Anonima Edificatrice, la più importante impresa locale costruttrice di case per civile abitazione in Firenze, costituitasi nel 1848 per iniziativa, tra gli altri, dell'architetto Enrico Guidotti, del signor Giovanni Sandrini e del marchese Carlo Torrigiani. La Società accomunava il carattere della speculazione privata a quello del paternalismo illuminato, con l'obiettivo sia di offrire lavoro agli operai edili disoccupati, sia di fornire abitazioni per i ceti meno abbienti (comunque artigiani, impiegati e simili). Per il casamento in oggetto il progetto è riconducibile, come per la maggior parte dei fabbricati promossi in questo arco di tempo dalla Società, all'architetto Enrico Guidotti, e risulta costruito con l'impiego di 204 operai tra il 1849 e il 1851 per complessivi 101 quartieri e dieci botteghe, dati a pigione con un canone annuo di 70 lire a stanza. I quartieri proposti variavano dalle due alle cinque stanze con uno o più affacci sulla via in ragione del diverso taglio. Nonostante la semplificazione del modulo base (ad esempio tramite l'abbinamento sistematico dei vani bagno tra di loro e con le cucine) i fronti esterni appaiono curati, seppure nei limiti economici complessivi di questo tipo di edilizia, con una certa attenzione per le cornici delle finestre e delle porte e, più in generale, per le finiture superficiali e i rivestimenti. Al tempo stesso nel valutare questo tipo di edifici si dovrà tenere presente quanto acutamente annotato da Gian Luigi Maffei: "Nei progetti del periodo in esame l'appartenenza di questi edifici alla categoria di base, le case, non riesce a giustificare quei prospetti in cui la voluta organicità condiziona lo spostamento delle finestre in posizione non consona al vano o addirittura ne fa nascere di finte per simmetria di composizione. Secondo il canone borghese, che ha ispirato la progettazione della maggior parte degli edifici analizzati, è più importante apparire che essere" (Maffei 1990, p. 293). Così Gianluca Belli: "Il blocco di case di Barbano (...) impiega modelli tipologici e standard di servizi molto evoluti, ispirati alle esperienze contemporanee di edilizia popolare belga e francese, ma anche echeggianti proposte avanzate in ambito locale già alla fine del Settecento. Il complesso di Barbano introduce infatti a Firenze il caseggiato con cortile centrale, composto da appartamenti su più piani disposti ai lati del vano scala, un tipo edilizio che Giuseppe Del Rosso utilizza in un progetto di abitazioni popolari presentato nel 1794 all'Accademia dei Georgofili, e che nel corso dell'Ottocento si sviluppa nei paesi industrializzati a partire dalle utopie sociali di Owen, Fourier e Saint-Simon" (Belli 2015, p. 112). Nel 1868 il complesso fu rialzato di un piano, raggiungendo i 132 alloggi complessivi. |
Bibliografia
dettaglio |
Bargellini-Guarnieri 1977-1978, IV, 1978, p. 141; Maffei 1990, pp. 290-291; Cozzi 1992, p. 169. |
Approfondimenti |
Enrico Guidotti, Stabili costruiti in Firenze dalla Società Anonima Edificatrice, Firenze, Lit. Stiegling, 1871; Franco Nuti, Materiali, tecniche e procedimenti costruttivi, in Mauro Cozzi, Franco Nuti, Luigi Zangheri, Edilizia in Toscana dal Granducato allo Stato Unitario, Firenze, Edifir, 1992, pp. 43-68; Silvano Fei, Nascita e sviluppo di Firenze città borghese, Firenze, G. & G. Editrice, 1971, pp. 79-86, tav. XXIV; Abitazioni popolari e locazioni urbane nella storia fiorentina, a cura di Donatella Masini e Maurizio Bertelli, Sesto Fiorentino (Fi), Edizioni Plan, 2002, pp. 60-66; Grazia Gobbi Sica, Le origini della casa popolare a Firenze tra iniziativa pubblica e filantropia privata. Una rilettura, in "Firenze Architettura", X, 2006, 2, pp. 96-105; Gianluca Belli, Le case per le classi popolari, in Una Capitale e il suo Architetto. Eventi politici e sociali, urbanistici e architettonici: Firenze e l'opera di Giuseppe Poggi, catalogo della mostra (Firenze, Archivio di Stato, 3 febbraio-6 giugno 2015) a cura di Loredana Maccabruni e Piero Marchi, Firenze, Polistampa, 2015, pp. 111-113. |
Documentazione fotografica |
Campo in corso di revisione. |
Risorse in rete |
Nessun dato rilevato. |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
03/11/2010 |
Data ultima modifica |
10/05/2020 |
Data ultimo sopralluogo |
10/01/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
Campo in corso di revisione. |
Localizzazione |
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