Quartiere |
San Giovanni |
Ubicazione |
Via dei Calzaiuoli 10 |
Denominazione |
Casamento |
Altre denominazioni |
. |
Affacci |
via delle Oche |
Proprietà |
Tantini. |
Architetti - Ingegneri |
Presenti Enrico. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Amieri Ginevra. |
Note storiche |
Dell'edificio si fa precisa menzione nella Pianta geometrica di Federico Fantozzi, dove lo si dice ricostruito sotto la direzione dell'architetto Enrico Presenti con un cantiere aperto nel 1843, in concomitanza con i lavori di allargamento di via dei Calzaiuoli e la conseguente demolizione delle case che qui insistevano, per lo più di proprietà Tantini, e che avanzavano sulla strada rispetto all'attuale fronte. La nota trova giustificazione proprio nel rilievo dato a uno di questi vecchi edifici, appartenuto a Francesco Agolanti, marito di Ginevra Amieri, della quale, con la sua piacevole prosa, Fantozzi rievoca le vicende che rendevano evidentemente il luogo famoso agli occhi dei fiorentini del tempo. Ginevra Amieri, "secondo una costante tradizione ed altri non dispregevoli riscontri, caduta asfittica e creduta morta, fu sepolta nella tomba di sua famiglia presso il campanile del Duomo, l'anno 1400. Rinvenutasi nella notte e fatta accorta del tristo luogo ove si trovava, riuscì a liberarsi, e per la strada che dicevasi del Campanile ed oggi, per questo caso, della Morte, o meglio della morta, si ricondusse alla casa del marito, che per l'inatteso suo ritorno credendola una larva non volle riceverla. Si portò allora dal padre e dallo zio, e non ebbe che promesse di suffragi. Finalmente risovvenutasi di Antonio Rondinelli, pel quale avea provato i primi sentimenti d'Amore, vi si recò a stento, vi fu ricevuta e quindi, vivente ancora il marito Agolanti, potette sposarlo. Caso singolare, ma forse probabile per l'ignoranza de' tempi!". L'attuale edificio, che si sviluppa con la facciata principale a guardare via dei Calzaiuoli per quattro assi su quattro piani, appartiene ovviamente a tutt'altra dimensione rispetto alla bella storia d'amore e non reca traccia di memorie antiche, non fosse per la lapide che, posta sul portone principale, ricorda come nel corso dei lavori ottocenteschi venissero qui alla luce le fondamenta del primo cerchio di mura della città. |
Bibliografia
dettaglio |
Fantozzi 1843, pp. 111-112, n. 246; Bigazzi 1886, pp. 207-208; Ciabani 1984, pp. 104-107; Invernizi 2007, I, p. 83, n. 62. |
Approfondimenti |
Marco Lastri, Via della Morte, ossia della morta, così detta per un caso singolare d'asfissia, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, I, pp. 116-120; Corinna Vasic Vatovec, L'ampliamento di via Calzaiuoli: i progetti e i protagonisti dal periodo napoleonico alla Restaurazione, in "Storia dell'Urbanistica. Toscana", 1987, 1, pp. 66-89. |
Documentazione fotografica |
Nessun dato rilevato. |
Risorse in rete |
Nessun dato rilevato. |
Codice SBAPSAE |
. |
ID univoco regionale |
. |
Data creazione |
05/01/2011 |
Data ultima modifica |
01/04/2020 |
Data ultimo sopralluogo |
03/01/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
lapide. |
Localizzazione |
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