Quartiere |
San Giovanni (Maglio) |
Ubicazione |
Via Luigi Salvatore Cherubini 7 |
Denominazione |
Edificio della Scuola di Sanità Militare |
Altre denominazioni |
Convento di San Domenico nel Maglio, San Domenico di Cafaggio, San Domenico alle Stalle, caserma Redi |
Affacci |
via Venezia 5 |
Proprietà |
convento di San Domenico nel Maglio, demanio dello Stato (bene in uso alla P.A. Centrale). |
Architetti - Ingegneri |
Jacopo da Nipozzano, Martelli Giuseppe. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Minerbi Arrigo, Mazzucotelli Alessandro, Malmerendi Giovanni, Matteucci Luigi. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
Era qui in antico un convento di suore domenicane intitolato a San Domenico e detto nel Maglio, fondato nel 1297 (secondo Federico Fantozzi su progetto del frate domenicano Jacopo da Nipozzano) e modificatosi nel tempo anche nell'estensione della proprietà, sia a causa della realizzazione di via Salvestrina (1403), sia in ragione della creazione del vicino Giardino dei Semplici (1543). Soppresso nel 1808 e poco dopo utilizzato per impiantare una fabbrica di indiaco, il complesso fu trasformato nel 1838 in ospedale militare su progetto dell'architetto Giuseppe Martelli, quindi nuovamente ridimensionato nell'estensione dei terreni di pertinenza nell'ambito dei lavori di urbanizzazione della zona, che dalla vicina via del Maglio (oggi via Alfonso La Marmora, dove evidentemente in antico si era soliti giocare alla pallamaglio), aveva assunto il nome di quartiere del Maglio. A seguito di una seconda e definitiva soppressione nel 1866 la struttura divenne prima lazzaretto, poi caserma di bersaglieri, "nonostante le proteste dei proprietari dei nuovissimi immobili del quartiere che vedevano nella destinazione a caserma o spedale un fattore dequalificante nel quadro del costruendo quartiere residenziale" (Carla Romby-Sodini 2019). Nella riorganizzazione seguita al trasferimento della capitale a Roma nel 1871 e nella generale revisione delle strutture militari il complesso fu individuato come sede della Scuola di applicazione di sanità militare (istituita per la formazione dei sottotenenti medici di complemento), con conseguenti lavori finalizzati a realizzare alloggi per gli allievi, gabinetti scientifici, uffici, e via dicendo. Dal 1927 gli allievi della scuola furono alloggiati presso la caserma San Giorgio (si veda a costa San Giorgio) e tuttavia non cessarono gli interventi di trasformazione, tanto che nel 1930 la chiesa, descritta ed elogiata nel tempo sia per le sue eccezionali dimensioni sia per le sue molteplici opere d'arte (e questo a partire da Giorgio Vasari fino a giungere a Federico Fantozzi,) fu trasformata in aula magna e nella zona del coro frazionata. Tutto il complesso fu interessato da importanti opere di restauro nel 1982. Successivamente la struttura ha ospitato sia il Centro Militare di Medicina legale Angelo Vannino sia il museo della Sanità Militare, trasferiti a Roma a seguito della decisione di inserire la caserma tra i beni destinati alla dismissione (2014). Ad oggi (2019), nonostante le molti voci e le varie polemiche (si veda alla voce approfondimenti) non appare ancora chiaro il destino della struttura. Per quanto l'ingresso principale sia da via Venezia, è sul lato dl via Luigi Salvatore Cherubini che si ha una visione della porzione del complesso forse di maggior rilievo architettonico, con il secondo e maggiore chiostro del convento, realizzato tra il 1560 e il 1580. Al centro di questo vasto cortile fu eretto nel 1924 un Monumento al medico caduto, a commemorare i medici italiani morti nella guerra del 1915-1918, realizzato dallo scultore Arrigo Minerbi con figure in bronzo ottenute impiegando il metallo dei cannoni austriaci fuso assieme alle decorazioni degli ufficiali medici. Proprio per rendere visibile dalla strada quest'opera fu abbattuto il muro di cinta che costituiva il quarto lato del chiostro e sostituito nello stesso 1924 da una lunga cancellata (secondo il repertorio di Bargellini e Guarnieri sempre ottenuta con il metallo austriaco) che rappresenta uno dei più complessi lavori di arredo in ferro che possano essere apprezzati nello spazio urbano di Firenze. Per un qualche motivo parte della letteratura attribuisce il lavoro ad Alessandro Mazzucotelli (sicuramente uno dei più valenti artefici del periodo in questo campo) e tuttavia l'opera è datata e firmata su uno degli elementi verticali della parte sinistra di modo che è possibile ricondurne inequivocabilmente l'ideazione allo scultore Giovanni Malmerendi e la realizzazione alla fonderia Matteucci di Faenza, che proprio in quegli anni aveva più volte collaborato con il primo per le realizzazioni artistiche. L'opera propone elementi fitomorfi stilizzati tra i quali sono riconoscibili (con evidente valore simbolico) rami di quercia, spine e rami di vischio (nella parte centrale dove si apre il monumentale cancello) che legano senza soluzione di continuità gli elementi verticali, decorati con incisioni di pretto gusto Déco. |
Bibliografia
dettaglio |
Fantozzi 1842, pp. 401-403, n. 154; Fantozzi 1843, p. 192, n. 459; Firenze 1845, p. 67; Formigli 1849, p. 66; Limburger 1910, n. 228; Limburger-Fossi 1968, n. 228; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 241; Fantozzi Micali-Roselli 1980, pp. 118-119, n. 27; Salvadori Guidi 1996, pp. 87-89, n. 112; Brunori 2012, pp. 129-135, nn. 54-58. |
Approfondimenti |
Guido Carocci, Edifizi vecchi ed usi nuovi, in "Arte e Storia", XXXIV, 1915, 12, pp. 379-380; Annamaria Nistri, Stefano Vanni, Istituto di Igiene della Scuola di Sanità Militare, in La Scienza a Firenze. Itinerari scientifici a Firenze e Provincia, a cura di Mariano Bianca, Firenze, Alinea, 1989, p. 75; Gigi Salvagnini, La scultura nei monumenti ai Caduti della Prima Guerra Mondiale in Toscana, Firenze, Opuslibri, 1999, p. 80, n. 108; Circolo Piero Gobetti, Firenze: percorsi risorgimentali, a cura di Silvestra Bietoletti e Adalberto Scarlino, Firenze, Lucio Pugliese Editore, 2005, pp. 31-32; Antonio Panti, Caserme: ma cosa ne sarà del Museo di Sanità Militare?, in "La Repubblica Firenze", 1 dicembre 2014; Enrico Nistri, Firenze: la caserma in bilico su una storia di arte e sanità, in "Corriere Fiorentino", 31 marzo 2015; Mauro Bonciani, Super centro di scienza e cultura, parte la corsa, in "Corriere Fiorentino", 28 marzo 2018; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 239-241; Ex convento di San Domenico del Maglio, in Giuseppina Carla Romby, Carla Sodini, Firenze militare negli anni della capitale (1865-1871), Firenze, Angelo Pontecorboli, 2018, pp. 113-118. |
Documentazione fotografica |
Campo in corso di revisione. |
Risorse in rete |
Nessun dato rilevato. |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
13/04/2011 |
Data ultima modifica |
02/12/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
10/03/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
cancellata, scultura, prima guerra mondiale. |
Localizzazione |
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