Quartiere |
Santa Maria Novella |
Ubicazione |
Via delle Terme 2- 4 |
Denominazione |
Palazzo Canacci |
Altre denominazioni |
Palazzo Canacci Giandonati, casa Baldocci |
Affacci |
chiasso di San Biagio, piazza di Parte Guelfa 3 |
Proprietà |
Bardi, Canacci, Giandonati, Baldocci, Comune di Firenze. |
Architetti - Ingegneri |
Cronaca (Simone del Pollaiolo, d.), Castellucci Giuseppe, Cini Giuseppe. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
"Nel 1455 Dino di Antonio Canacci acquistò l'immobile di Antonio de' Bardi, in angolo tra via delle Terme ed il chiasso delle Misure e che giungeva fino ad un vicolo separante l'edificio medesimo da quello a Nord dei Giandonati, in piazza di San Biagio (piazzetta di Parte Guelfa). L'impianto, a pianta quadrangolare fortemente irregolare (tendente a quella trapezoidale), era il risultato dell'aggregazione di tre case a corte mercantili alto medioevali (ampliate con l'addizione di ambienti lungo il chiasso delle Misure) a loro volta sorte su un lotto d'origine romana, di forma irregolare per la presenza del circuito murario al suo ridosso. I due nuovi prospetti tardo quattrocenteschi (su via delle Terme e piazza di S. Biagio) furono qualificati da sei assi di finestre centinate ciascuno e da un loggiato sottotetto a squadra su unici agili colonne ioniche, dilatato anche al di sopra del vicolo a Nord (chiasso che, nell'occasione di questi lavori, venne superfetato). Tale altana ricorda quella, di più modesta estensione, realizzata come addizione più tarda al non lontano palazzo Davanzati in Porta Rossa e, soprattutto, il loggiato di palazzo Guadagni, del Cronaca (1505 circa)" (Trotta 1992). Rimasto ai Canacci fino all'estinzione del casato, nel 1777, il palazzo venne progressivamente abbandonato fino al degrado (peraltro proprio di tutti gli edifici prospicienti la piazza) documentato dalle fotografie di fine Ottocento. All'inizio del Novecento fu acquistato dal Comune di Firenze che ne promosse un radicale restauro condotto su progetto dell'architetto Giuseppe Castellucci nel 1902-1904 (molto il materiale conservato presso l'archivio disegni del Comune di Firenze), con ampie integrazioni e ricostruzioni in stile. Nel corso dei lavori fu tra l'altro ripristinato il loggiato superiore e rifatti "ugualmente, simmetricamente, accuratamente" i ricchi graffiti della facciata (che nel 1924 risulteranno a Garneri "già danneggiati"). Gravemente lesionato dalle esplosioni del 1944 (quando nel palazzo aveva sede il Commissariato di Pubblica Sicurezza del Quartiere di San Giovanni), l'edificio fu poco dopo oggetto di un intervento di consolidamento strutturale che consentì di adibire l'immobile a sede della Soprintendenza comunale ai giardini, del Circolo dei dipendenti comunali e del Sindacato dei dipendenti di enti locali. Solo nel 1961 si provvide a restaurare l'altana mentre nel 1965 si restaurarono e integrarono i graffiti sulle tracce dei preesistenti, con la direzione del cantiere affidata all'architetto Cassioli. Altri interventi di restauro furono legati all'importante cantiere chiuso nel 2000, su progetto dell'architetto Giuseppe Cini (consolidamento statico, completa revisione delle coperture, restauro e ripristino delle facciate, dei decori architettonici e dei paramenti in pietra), relativamente al quale si veda la relazione di Giorgio Caselli in Quaderni di restauro 2000. Il fronte su via Terme si presenta unificato dall'altana a colonnine che corre in alto ma ben distinto per quanto riguarda il corpo centrale: sulla destra, per la larghezza di due assi, questo mostra tutta la superficie a intonaco decorata a graffiti a finto ammattonato con due alte fasce decorate, quale logico proseguimento del disegno e dei motivi propri del fronte sulla piazza di Parte Guelfa. A sinistra, per la larghezza di quattro assi (ma con le finestre allineate su piani diversi rispetto alle precedenti) non si rilevano decorazioni e le porte al terreno appaiono radicalmente modificate rispetto alla situazione originaria. Al primo piano, al limitare delle due porzioni descritte, è uno scudo in pietre policrome con l'arme della famiglia Canacci (di rosso, a tre catene al naturale moventi dai due angoli del capo e dalla punta, riunite in pergola nel cuore per un anello dello stesso, accompagnate nel capo da un rincontro di cane d'argento). Sulla porta d'ingresso all'estrema sinistra si rileva invece una pietra scolpita con croce cavalleresca "per indicare come il possesso della fabbrica appartenesse all'Ordine di Santo Stefano, al quale era pervenuto con la commenda dei Dall'Ancisa" (Marcello Jacorossi in Palazzi 1972). Si veda anche a piazza di Parte Guelfa 3 e alla voce palazzo Giandonati, con il quale il nostro ha condiviso parte della sua più recente storia. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale, ed è tutelato da vincolo architettonico dal 1913. |
Bibliografia
dettaglio |
Fantozzi 1843, p. 58, n. 109; Carocci 1897, p. 139; Elenco 1902, p. 252; Limburger 1910, n. 139; Garneri 1924, p. 81, n. XLI; Thiem 1964, pp. 86-88, n. 38, tavv. 78-80, 82; Limburger-Fossi 1968, n. 139; Palazzi 1972, p. 74, n. 123, p. 111, n. 208; Firenze 1974, p. 302; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, III, 1978, p. 40; Dezzi Bardeschi 1981, pp. 67, 70; Trotta 1992, p. 32; Giorgio Caselli in Quaderni di restauro 2000, pp. 20-26; Cesati 2005, II, p. 454; Cesati (Piazze) 2005, p. 159; Firenze 2005, p. 244; Pecchioli 2005, pp. 194-199; Morozzi 2009, p. 72. |
Approfondimenti |
Per la piazza di S. Biagio, in "Arte e Storia", XVIII, 1899, 15/16, pp. 107-108; Il Palazzo Canacci, in "Arte e Storia", XXI, 1902, 4, p. 27; Lavori di restauro, in "Arte e Storia", XXII, 1903, 17, p. 115; Il Palazzo dei Canacci, in "Arte e Storia", XXIII, 1904, 3, pp. 17-18; In piazza di S. Biagio, in "Arte e Storia", XXIV, 1905, 13/14, p. 108; Romualdo Pantini, Restauri fiorentini, in "Emporium", 1905, 22, pp. 225-238; Risplende di nuovo la facciata a graffito in piazza di Parte Guelfa, in "Il Giornale del Mattino", 25 settembre 1964; Giorgio Caselli, Sulla demolizione della volta di San Biagio, in "Bollettino della Società di Studi Fiorentini", V, 1999 (2000), pp. 166-168. |
Documentazione fotografica |
Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 65037 (veduta dell'edificio, 1911 ca.); 6264 (veduta dell'edificio, 1946 ca.); 6266, 65055, 128240 (documentazione relativa al cantiere di restauro, 1959); 9557 (documentazione di intervento urgente, 1971). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 104197, 104198, 104199, 104200 (vedute del prospetto su via delle Terme, 1980); 180081, 180082 (particolari degli spazi interni, 1994); 180082 (particolare della porzione centrale del prospetto sulla piazza, 1994); 180083 (particolare di un infisso negli spazi interni, 1994); 180084 (veduta d'insieme della piazza con il prospetto dell'edificio in forte scorcio, 1994); 180086, 180087, 180088, 180089, 180090 (vedute degli spazi interni con riferimento agli elementi architettonici, 1994). |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Canacci su Wikipedia. |
Codice SBAPSAE |
FI1100 |
ID univoco regionale |
999 |
Data creazione |
01/05/2011 |
Data ultima modifica |
18/04/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
16/05/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
graffito, stemma familiare, pietrino. |
Localizzazione |
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