Quartiere |
Santa Maria Novella / Viali |
Ubicazione |
Piazzale della Porta al Prato 14 |
Denominazione |
Palazzina |
Altre denominazioni |
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Affacci |
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Proprietà |
Nessun dato rilevato. |
Architetti - Ingegneri |
Gizdulich Riccardo. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
L'edificio, realizzato tra il 1951 e il 1952 su progetto dell'architetto Riccardo Gizdulich, non sembrerebbe meritevole di menzione non fosse per il suo porsi tra i primi esempi di voluto inserimento di un'architettura moderna in un contesto storicizzato e qui caratterizzato dalle presenze della porta medioevale, del palazzo Poniatowsky e delle altre ville e villini della seconda metà dell'Ottocento, tanto da meritare una attenta lettura critica da parte di Giampaolo Trotta (1990, si veda al riferimento bibliografico in appendice) che tuttavia riconosce come proprio gli edifici di Gizdulich (si veda anche a via Lungo le Mura di Santa Rosa 3) abbiano costituito "anche il prototipo, nella città, di tutta una serie di dequalificate imitazioni appartenenti agli anni immediatamente successivi". Scartando una più facile quanto banale ipotesi di mimetizzazione ambientale, l'architetto opta per un accentuato verticalismo della struttura, definita da una serie di telai in cemento armato, con murature parzialmente ricoperte in pietrame a vista ed in parte ad intonaco. "L'edificio di Porta al Prato è costituito da otto piani fuori terra (negozi al piano terreno ed abitazioni a quelli superiori), con il prospetto principale scandito dal telaio in cemento armato ad 'alveare'. I sottili setti verticali (stretti e profondi) vanno ampliandosi a mensola, a partire dalla quota di spiccato, sorreggendo la travatura stondata dei terrazzi in aggetto al primo piano. Tali setti, in cemento a vista, continuano fino all'ultimo piano, dove si rastremano e creano una cesura ed una discontinuità con la copertura in forte aggetto, di sicuro effetto plastico e chiaroscurale. Il settore di base ha murature ricoperte di blocchi di pietra (bozze rustiche e bugne lisce), tra cui si aprono gli spalti dei negozi ed il portone d'ingresso. Superiormente, tra gli elementi del telaio, si sviluppano le terrazze per moduli successivi, imprimendo un connotato orizzontale che fa da contrappunto al verticalismo strutturale. Al color bianco calce dei settori murari di tamponatura tra le porte finestre (con telai in cipresso al naturale) prospicienti i terrazzi, fanno ala i settori laterali ad intonaco color salmone (originariamente giallo chiaro). Una caduta di tono si riscontra, invece, nello scontato e banalissimo prospetto tergale (...). Interessanti, infine, alcuni elementi di finitura, come il massiccio portone, tipico esempio del design di quel decennio" (Trotta 1990). |
Bibliografia
dettaglio |
Nessun dato rilevato. |
Approfondimenti |
Giampaolo Trotta, Palazzo Poniatowsky Guadagni: l'architettura, l'arte, il verde in un quartiere di Firenze, Firenze, Messaggerie Toscane, 1990, pp. 122-128. |
Documentazione fotografica |
Archivio fotografico SBAP, Firenze: 55950, 55951 (vedute d'insieme del prospetto, 1971). |
Risorse in rete |
Nessun dato rilevato. |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
07/07/2011 |
Data ultima modifica |
27/11/2020 |
Data ultimo sopralluogo |
09/02/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
Campo in corso di revisione. |
Localizzazione |
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