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Scheda Complesso di Sant'Apollonia Torna ai risultati della ricerca
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Quartiere San Giovanni
Ubicazione Via San Gallo
Denominazione Complesso di Sant'Apollonia
Altre denominazioni Monastero di Sant'Apollonia
Affacci via Ventisette Aprile, via Santa Reparata
Proprietà monastero di Sant'Apollonia, demanio dello Stato, Regione Toscana.
Architetti - Ingegneri Baccani Gaetano, Castellazzi Giovanni, Michelangelo Buonarroti, Dosio Giovanni Antonio, Pasqui Leopoldo.
Pittori - Scultori - Decoratori Meucci Vincenzo, Poccetti (Bernardino Barbatelli, d.).
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche Il monastero delle benedettine osservanti di Sant'Apollonia fu fondato nel 1339 da Piero di Ser Mino e ampliato e ammodernato attorno al 1440, quando fu unito con l'attiguo monastero dipendente dalla Badia di Santa Maria a Mantignano. Soppresso nel 1808 fu ripristinato all'uso monastico nel 1824. Nel 1863 fu in gran parte utilizzato ad uso militare, con riduzione degli spazi destinati alle monache che furono nell'occasione riconfigurati su progetto dell'architetto Gaetano Baccani. L'anno successivo l'occupazione militare si estese a comprendere anche la chiesa, ai sensi della legge di esproprio per causa di pubblica utilità. Nel 1866 ne fu dichiarata la proprietà demaniale e, sia per periodo che vide Firenze Capitale (1865-1871) sia per i decenni successivi, fu utilizzato per accogliere magazzini, laboratori e uffici della direzione dei magazzini dell'amministrazione militare, previ lavori alla struttura diretti dal tenente colonnello Giovanni Castellazzi. Oltre alla porzione del cenacolo, musealizzata (si veda a via Ventisette Aprile) e di competenza della Soprintendenza del Polo museale della Toscana, il grande complesso comprende attualmente vari ambienti ancora in uso da parte del Ministero della Difesa, mentre altri sono stati concessi all'Università degli Studi di Firenze. Tra questi ultimi si segnala il grande chiostro detto della Badessa, iniziato nel 1442, a due piani, con su tre lati un colonnato di ordine ionico e colonnine al piano superiore, attualmente e dal 2010 in restauro. Negli spazi interni sono affreschi tre quattrocenteschi. Si segnalano inoltre varie pitture murali dovute a Vincenzo Meucci (1735-1737). Tuttavia, visto il carattere di queste note essenzialmente rivolte a documentare gli affacci degli edifici sulle vie, preme soprattutto per quanto riguarda via San Gallo segnalare la porta d'ingresso che dalla strada accede alla chiesa del monastero (oggi sconsacrata e utilizzata come sala per conferenze), tradizionalmente ricondotta a un disegno di Michelangelo e più recentemente attribuita a Giovanni Antonio Dosio, e che Federico Fantozzi (1842) segnalava per essere "stata assai male restaurata", facendo forse riferimento a un intervento condotto sul manufatto da parte dell'architetto Leopoldo Pasqui, visto che in alcune carte d'archivio relative alla sua attività (comunicazione orale di Beatrice Mazzanti) si ricorda "la restaurazione della porta di Michelangelo della Chiesa di Santa Apollonia, che era in pieno stato di deperimento". Al proposito si tenga tuttavia presente anche la testimonianza resa da Giuseppe Richa (1759) che, riconducendola decisamente a un progetto di Michelangelo, annota di un altro maldestro intervento sulla struttura: "L'esteriore ornamento della facciata consiste in una svelta, e proporzionata porta, alzandosi dai due lati due mezze colonne doriche, sulle quali posano fregio, ed architrave, finendo con frontespizio di figura angolare. Debbo però qui riportare un lamento di moderno, e dotto scrittore, e prelato in Roma, che riporta in un suo libro stampato in Lucca, dicendo di quella porta come segue: 'Fino una bellissima porta, che egli (il Buonarroti) fece in Firenze alle monache di S. Appollonia, gli è stata stroppiata, stranamente, poiché essendosi rotta la soglia, è stata rifatta con una sì sconcia modinatura, che scompagna da tutto il resto, e fa pietà a vederla'". La cupola della chiesa è affrescata da Bernardino Poccetti, al quale si deve anche una Ultima cena nel comunicatorio delle monache. Il complesso appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Bibliografia
dettaglio
Cambiagi 1765, pp. 119-120; Cambiagi 1771, pp. 127-128; Cambiagi 1781, p. 123; Fantozzi 1842, p. 465; Fantozzi 1843, p. 86, n. 181; Firenze 1845, p. 31; Formigli 1849, p. 34; Firenze 1850, pp. 257-258; Elenco 1902, p. 251; Limburger 1910, n. 52; Limburger-Fossi 1968, n. 52; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, p. 15; III, 1978, p. 216; Fantozzi Micali-Roselli 1980, pp. 82-84; Roselli 1985, pp. 42, 82, n. 2; Zucconi 1995, p. 57, n. 60; Firenze 2005, pp. 322-323.
Approfondimenti Giuseppe Richa, Notizie Istoriche delle Chiese Fiorentine divise ne' suoi Quartieri, Firenze, Pietro Gaetano Viviani, 1754-1762, VIII, Del Quartiere di S. Giovanni, parte IV, 1759, pp. 297-316 (Della chiesa e monastero di Santa Appollonia); Guido Morozzi, Attività delle Soprintendenze: Firenze, Ex convento di Santa Apollonia, in "Bollettino d'Arte", 1964, XLIX, 3, p. 282; 2a mostra internazionale del restauro monumentale, catalogo della mostra (Venezia, palazzo Grassi, 25 maggio-25 giugno 1964) a cura di Marco Dezzi Bardeschi e Piero Sanpaolesi, Venezia, Stamperia di Venezia, 1964, p. 28, n. 68; Charles De Tolnay, Newly discovered drawings related to Michelangelo: the Scholz-scrapbook in the Metropolitan Museum of Art, in Michelangelo, Berlin, Mann, 1967, pp. 64-68; Guido Morozzi e Pietro Roselli, Convento di Sant'Apollonia, in Il restauro dei monumenti dal 1944 al 1968, catalogo della mostra (Firenze, Orsanmichele, settembre-ottobre 1968) a cura di Mazzino Fossi, Firenze Giunti Barbèra, 1968, pp. 20-22, n. 10; Charles Davis, Cosimo Bartoli and the portal of Sant'Apollonia by Michelangelo, in "Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz", XIX, 1975, 2, pp. 261-276; Carlo Bertocci, A leaf from the Scholz Scrapbook, in "Metropolitan Museum Journal", 1977, 12, pp. 93-100; Luigi Zangheri, Variorum architectorum delinationes portarum et fenestrarum, quae in urbe Florentiae reperiuntur..., in Il disegno interrotto, 1, Testi e documenti, a cura di Franco Borsi, Cristina Acidini et al., Firenze, Gonnelli, 1980; pp. 323-371; Giuseppina Bacarelli, Per l'architettura fiorentina del Quattrocento: il chiostro di Sant'Apollonia, in "Rivista d'Arte", XXXVII, 1984, pp. 134-163; Carlotta Bigagli, Valeria d'Aquino, Alessandro Palchetti, Firenze. Scavi nel complesso monumentale di Sant'Apollonia, in "Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana", 2005, 1, pp. 101-103; Carlotta Lenzi Iacomelli, Vincenzo Meucci (1694-1766), Firenze, Edifir 2014, pp. 187-188; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 283-284; Ex monastero di Santa Apollonia, in Giuseppina Carla Romby, Carla Sodini, Firenze militare negli anni della capitale (1865-1871), Firenze, Angelo Pontecorboli, 2018, pp. 111-113.
Documentazione fotografica Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 13594 (scorcio di via Ventisette Aprile con veduta del fronte del complesso di Sant'Apollonia prima dell'intervento di restauro, 1898).
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Complesso di Sant'Apollonia su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL).
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 09/07/2011
Data ultima modifica 26/03/2021
Data ultimo sopralluogo 23/04/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags Campo in corso di revisione.
Localizzazione
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