Quartiere |
Santa Croce / San Giovanni |
Ubicazione |
Borgo Pinti 62 |
Denominazione |
Edificio dell'Istituto San Silvestro |
Altre denominazioni |
Monastero di San Silvestro |
Affacci |
via della Colonna 12 |
Proprietà |
Opera Pia di San Silvestro, Comune di Firenze. |
Architetti - Ingegneri |
Giannozzi Piero, Pasqui Leopoldo, Casini Gino. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Corsi Cesare, Guido da Siena. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
Il nucleo più antico di questo complesso si deve all'acquisto fatto nel 1531 da Francesco Minerbetti arcivescovo di Sassari e poi di Arezzo di un terreno posto in questa zona, destinato a monastero femminile con la condizione che le religiose fossero di nobile famiglia da parte di entrambi i genitori e fossero scelte tra quelle i cui antenati avessero rivestito la carica di gonfaloniere di Giustizia. Costruito il monastero e la relativa chiesa entro il 1536 e posto sotto la regola benedettina con la denominazione di San Silvestro (con tale nome appare in tutta la sua estensione nella carta di Stefano Buonsignori del 1584), il complesso fu ulteriormente ampliato nel 1716 per munificenza medicea con un cantiere affidato all'ingegnere Piero Giannozzi che, tra l'altro, realizzò dal lato della proprietà confinante con gli Ximènes (vedi al civico 68 di questa stessa via) un porticato voltato a sette arcate, con loggia e stanze al lato superiore. Soppresso nel 1808 e impoverito delle opere d'arte, il complesso fu ripristinato nel 1816 e, nel 1865, destinato a "Casa di rifugio delle fanciulle povere pericolanti", istituita e affidata al canonico del Capitolo della Cattedrale Antonio Fossi. Questi, nel 1872, acquisì la porzione già del monastero carmelitano di Santa Maria Maddalena de' Pazzi rimasta da questo lato e separata dall'altro nucleo per la realizzazione del nuovo tratto di via della Colonna, con l'intento di creare un unico corpo di fabbrica. L'intervento fu affidato all'architetto Leopoldo Pasqui che prestò per l'occasione la propria opera a titolo gratuito. Oltre ai vari lavori che interessarono gli interni, Pasqui costruì ex novo l'edificio di collegamento tra le due strutture affacciato su borgo Pinti, intervenendo parallelamente con la riconfigurazione dei prospetti sulla stessa strada e su via della Colonna, "al fine dell'ottenimento di una unitarietà linguistica adeguata alle nuove architetture di Firenze Capitale, che la limitatezza dell'impegno finanziario di spesa traduce in un neocinquecentismo scarno che indugia solo sui rari portali lapidei a bugna. In angolo tra i due assi viari, al piano terra, vengono aperti alcuni vani (in parte oggi non più di proprietà) adattabili a botteghe e laboratori artigiani, il cui affitto permetteva all'istituzione di dotarsi di una rendita" (Tramonti 1999). Trasferitesi le Benedettine Sivestrine a Montughi nel 1884, l'istituto (dal 1888 trasformatosi in Opera Pia) fu affidato alle monache belghe della Provvidenza dell'Immacolata Concezione. Negli anni successivi la struttura conobbe una notevole attività accompagnata tuttavia da varie difficoltà economiche che portarono l'amministrazione, nel 1892, a vendere ai Panciatichi Ximènes l'antico convento delle Silvestrine confinante con la loro proprietà, che non poco aveva sofferto con l'amputazione del palazzo a seguito dell'apertura della nuova via Giuseppe Giusti. Con il ricavato della vendita, tra l'altro, vennero operate alcune migliorie negli interni su progetto dell'ingegnere Gino Casini. "Il riadattamento si concluse intorno al 1940, quando si realizzò al piano terra la palestra-teatro con le camere soprastanti, assestando i livelli dei piani e allineandoli con il fabbricato ottocentesco realizzato dal Pasqui" (Tramonti 1999). Con la denominazione di Istituto femminile di San Silvestro la struttura ospitò quindi una scuola elementare, una media e un educandato. Chiusa la struttura scolastica nel 1997 l'immobile fu oggetto di nuovi interventi a cura del Comune di Firenze che negli ambienti realizzò una Residenza Sanitaria Assistita e una Residenza per autosufficienti (gestite unitariamente a Montedomini), un asilo nido, un centro diurno per disabili e un centro di aggregazione per il quartiere. Tornando al prospetto sulla via si noti, in prossimità del numero civico 78r in corrispondenza dello sbocco di via Laura, un tabernacolo composto attingendo al repertorio delle robbiane, racchiudente una Madonna di stile quattrocentesco ma di fattura del primo Novecento, come chiarisce l'iscrizione sottostante che riconduce fattura e donazione allo scultore senese Cesare Corsi, datando il tutto al 1905. Il tabernacolo è in effetti un costante richiamo alla città di Siena, direttamente evocata nel timpano dal suo stemma, la balzana, e quindi dalla stessa iconografia della Vergine che, per quanto riletta in chiave neorinascimentale, è una trasposizione in bassorilievo del dipinto noto come Madonna del Voto, opera di un seguace di Guido da Siena della seconda metà del Duecento, conservato nel sacello omonimo della Cattedrale senese. Si veda anche, nella stessa via, ai numeri 64 e 66, relativi a porzioni sempre di pertinenza del complesso. |
Bibliografia
dettaglio |
Fantozzi 1842, p. 291, n. 74; Fantozzi 1843, p. 205, n. 498; Firenze 1845, pp. 193-194; Formigli 1849, p. 168; Limburger 1910, n. 655; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, III, 1978, pp. 119-120; Fantozzi Micali-Roselli 1980, pp. 248-249; Firenze 2005, p. 420; Invernizi 2007, II, p. 359, n. 320. |
Approfondimenti |
Giuseppe Richa, Notizie Istoriche delle Chiese Fiorentine divise ne' suoi Quartieri, Firenze, Pietro Gaetano Viviani, 1754-1762, II, Del Quartiere di Santa Croce, parte II, 1755, pp. 303-311 (Del monastero delle monache di San Silvestro); Bruno Santi, in Arte storia e devozione. Tabernacoli da conservare, a cura dell'Ufficio Restauri della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Firenze e Pistoia, Firenze, Centro Di, 1991 (Quaderni dell'Ufficio Restauri, n. 3), pp. 10-12; Ulisse Tramonti, Istituto San Silvestro, in Gli istituti di beneficenza a Firenze. Storia e architettura, catalogo della mostra (Firenze, Montedomini, aprile-maggio 1998) a cura di Francesca Carrara, Ludovica Sebregondi, Ulisse Tramonti, Firenze, Alinea, 1999, pp. 153-157; Francesca Carrara, Una visita agli orti della Mattonaia nella città leopoldina, in Francesca Carrara, Valeria Orgera, Ulisse Tramonti, Firenze. Piazza d'Azeglio alla Mattonaia, Firenze, Alinea, 2003, pp. 22-43, p. 28 (Convento di San Silvestro); Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 196-199; Claudio Paolini in Claudio Paolini, Hosea Scelza, Borgo Pinti: una strada fiorentina e la sua chiesa, Firenze, Polistampa, 2018, pp. 77-81, n. 22. |
Documentazione fotografica |
Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 1843 (veduta del tabernacolo con la robbiana, 1950 ca.). |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Monastero di San Silvestro su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL). |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
24/07/2011 |
Data ultima modifica |
04/05/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
08/01/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
tabernacolo. |
Localizzazione |
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