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Scheda Palazzo dell'Arte dei Giudici e Notai Torna ai risultati della ricerca
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Quartiere Santa Croce / San Giovanni
Ubicazione Via del Proconsolo 6
Denominazione Palazzo dell'Arte dei Giudici e Notai
Altre denominazioni Palazzo del Proconsolo, residenza dell'Arte dei Giudici e Notari, casa Landini, ristorante alle Murate
Affacci via de' Pandolfini 50r
Proprietà Arte dei Giudici e Notai, Arte della Sanità e Nunziatura, Giunti, Landini, Puccianti, congregazione di San Giovanni Battista, Genazzani.
Architetti - Ingegneri Martelli Giuseppe.
Pittori - Scultori - Decoratori Nessun dato rilevato.
Uomini illustri Dante Alighieri, Boccaccio Giovanni, Salutati Lino Coluccio.
Note storiche Per quanto la letteratura offra indicazioni contrastanti sulla data di fondazione dell'edificio, ora collocandola nel XIII secolo (in relazione alla nascita nel 1282 delle corporazioni), ora nel XIV secolo, è certo che questa era nel XV secolo la sede dell'Arte dei Giudici e dei Notai e di conseguenza residenza del Proconsolo (da cui la denominazione storica dell'edificio, del canto e della strada). In particolare, negli ambienti al piano terreno è da riconoscere l'antica sala d'udienza, dove erano stati nel Trecento e quindi nel Quattrocento realizzati affreschi in memoria di fiorentini illustri. Nel 1498 l'Arte affittò parte del palazzo alla famiglia dei Pandolfini già stabilitasi da tempo nell'area con varie case e quindi, nel 1581, lo vendette a Filippo Giunti, la cui famiglia aveva sulla cantonata opposta la sede della celebre libreria. A questa data l'edificio si presentava con caratteri del tutto diversi dagli attuali, caratterizzandosi, in particolare, per un'alta torre posta in angolo con via de' Pandolfini, come attesta chiaramente la veduta di Firenze di Stefano Buonsignori del 1584. Nel 1832, oramai passato alla famiglia Landini, il palazzo fu oggetto di un radicale intervento di trasformazione da parte dell'architetto Giuseppe Martelli. Sempre a questo periodo risale l'inserimento sulla facciata dell'arme in terracotta della famiglia Landini già del Lasca, con tre pesci abboccati per la coda, e, molto probabilmente, dei gigli in pietra coronati da una stella a otto punte (in riferimento all'Arte dei Giudici e dei Notai). A questa data l'edificio, che già aveva subito nel corso dei secoli manomissioni alla struttura originaria, perse del tutto il carattere proprio dell'architettura medioevale, trasformandosi in una palazzina peraltro dal tono sufficiente anonimo, quale oggi possiamo osservare. Il successivo proprietario, il notaio fiorentino Costantino Puccianti, professionalmente interessato a rivalutare l'antica storia dell'edificio dove aveva posto la sede del proprio studio, fece applicare (1878) un'epigrafe e altri stemmi in terracotta ai lati dell'arme dei Landini in ricordo dell'Arte, con il giglio del Comune, la stella a otto punte dei Giudici e dei Notai, la croce del Popolo, l'aquila di parte Guelfa. Sempre in questo periodo furono scoperte, nel 1882, tracce degli antichi affreschi e segnalato il fatto alla Soprintendenza. Tra il 1933 e il 1935, anni nei quali l'antica sala dell'udienza era stata adibita a negozio di proprietà Genazzani, la Soprintendenza provvide a riportare alla luce quanto rimaneva delle antiche pitture, che sono state oggetto di un più mirato intervento in questi ultimi anni per le cure del nuovo proprietario, che ha provveduto anche a valorizzarle adeguatamente. Degli antichi ritratti di fiorentini illustri restano quelli di Dante Alighieri e di Giovanni Boccaccio, realizzati sotto il console dell'Arte Domenico Silvestri, poeta e amico di Coluccio Salutati. Si segnalano, sul marciapiede, davanti all'ingresso all'edificio, tre pietre d'inciampo in ricordo dei tre membri della famiglia Genazzani, arrestati nel 1944, deportati dai nazisti ad Aushwitz e qui assassinati: Abramo, Elena e Mario Melli Genazzani. Coloro che qui leggono non dimentichino.
Bibliografia
dettaglio
Fantozzi 1843, p. 143, n. 321; Bacciotti 1879-1886, III, 1886, pp. 465-466; Bigazzi 1886, p. 318; Illustratore fiorentino (1905) 1904, pp. 27-28; Limburger 1910, n. 323; Garneri 1924, p. 133, n. VI; Casamorata 1944, p. 13; Allodoli-Jahn Rusconi 1950, p. 122; Limburger-Fossi 1968, n. 323; Palazzi 1972, p. 133, n. 243; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, III, 1978, pp. 190-191; Cresti-Zangheri 1978, p. 143; Ciabani 1984, pp. 98-99; Cesati 2005, II, p. 511; Firenze 2005, p. 387; Paolini 2008, pp. 174-175, n. 266; Paolini 2009, pp. 250-251, n. 355; Invernizi 2007, II, p. 388, n. 347.
Approfondimenti Gli affreschi nella residenza del Proconsolo, in "Arte e Storia", I, 1882, 15, pp. 109-110; Guido Carocci, Le Arti fiorentine e le loro residenze, in "Arte e Storia", X, 1891, 20, pp. 153-155; L'Osservatore Fiorentino, Pregevoli affreschi messi in luce nell'antica Sede del Proconsolo, in "La Nazione", 3 settembre 1935; Nadia Montevecchi, Mauro Pagni, Firenze. Palazzo dell'Arte dei Giudici e Notai, in "Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana", 2005, 1, pp. 96-97; Umberto Montano, Maria Monica Donato, Il cibo e la bellezza. Un ciclo di affreschi, il volto di Dante e una grande cucina, con un atlante fotografico di Oliviero Toscani, Firenze, Giunti Editore, 2015.
Documentazione fotografica Campo in corso di revisione.
Risorse in rete Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo dell'Arte dei Giudici e Notai su Wikipedia e dal sito del Ristorante alle Murate. Si segnalano inoltre i materiali resi disponibili nel sito della Soprintendenza ai Monumenti (Sbapsae per le province di Firenze Pistoia e Prato) nella sezione relativa agli edifici storici visitabili.
Codice SBAPSAE FI0076
ID univoco regionale 90480171277
Data creazione 15/08/2008
Data ultima modifica 17/09/2021
Data ultimo sopralluogo 26/02/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags lapide, iscrizione, stemma civile, stemma familiare, pietrino, pietra d'inciampo.
Localizzazione
Contatti note tecniche e legali
 
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