Quartiere |
San Giovanni |
Ubicazione |
Via Camillo Cavour 132r |
Denominazione |
Palazzina del Caffè San Marco |
Altre denominazioni |
. |
Affacci |
piazza San Marco 12 |
Proprietà |
Olbizi, Nobili. |
Architetti - Ingegneri |
Ignoto/i. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Gherardo di Giovanni (d. Gherardo del Fora), Iacopini Fabrizio. |
Uomini illustri |
Gherardo di Giovanni (d. Gherardo del Fora), Monte di Giovanni (detto Monte del Fora), Luzi Mario, Bigongiari Piero, Parronchi Alessandro, Macrì Oreste, Garin Eugenio, Fortini Franco (Franco Lattes, d.). |
Note storiche |
Una nota di Giorgio Vasari ricorda come in una casa d'angolo tra piazza San Marco e l'attuale via Camillo Cavour avessero avuto residenza i fratelli Gherardo e Monte di Giovanni, noti miniatori. Allo stesso Gherardo di Giovanni è in effetti stato assegnato l'affresco conservato nel semplice tabernacolo che guarda a via Cavour, detto della Madonna della Rosa, raffigurante la Madonna con il Bambino in trono, tra angeli e i santi Francesco, Giovanni Battista, Girolamo, Domenico, Sebastiano e Zanobi (l'opera, dopo un intervento databile al 1958 circa, fu restaurata nel 2000 da Fabrizio Iacopini, per le cure della famiglia Grazzini). Al di là di tale antica notizia l'edificio si presenta oggi come palazzina con i fronti riconfigurati nell'Ottocento, su quattro piani per due assi dal lato di via Cavour, di cinque dalla parte della piazza, senza contare i vari e diversi corpi in soprelevazione che la segnano oltre la linea di gronda. A testimonianza del fatto che si tratti di un edificio frutto dell'unificazione di più antiche case (tra cui quella ricordata da Vasari), è il portone di accesso, posto sulla piazza e decentrato sulla sinistra, a indicare presumibilmente dei limiti imposti dalle preesistenze. Negli ambienti al terreno è ancora oggi il Gran Caffè San Marco, erede della sala del Caffè Fanti aperto in questi stessi locali nel 1870 e che, già con la denominazione di Caffè San Marco, fu uno dei luoghi di ritrovo abituali di poeti, scrittori e artisti, in modo particolare negli anni trenta del Novecento, nel periodo dell'ermetismo fiorentino (tra i molti frequentatori Mario Luzi, Piero Bigongiari, Alessandro Parronchi, Oreste Macrì). Sul finire di quegli stessi anni, poi, il locale si connotò quale punto di riferimento di intellettuali antifascisti (tra questi si ricordano il filosofo Eugenio Garin e il poeta Franco Fortini). "Nel 1961 il Caffè San Marco cambiò di proprietario e fu di nuovo restaurato, perdendo gran parte del suo fascino e dell'atmosfera raccolta che fino ad allora vi aveva regnato, tuttavia esso continuò ad attirare altri artisti come Antonio Bueno, Carlo Cioni, Nelusco Sarti, Giuseppe Chiari, e giovani critici come Luigi Baldacci e Aldo Rossi" (Spignoli 2009). |
Bibliografia
dettaglio |
Illustratore fiorentino (1904) 1903, pp. 116-117; Santi 2002, pp. 38-39. |
Approfondimenti |
Guido Carocci, Il tabernacolo e la casa di Gherardo Miniatore, in "Arte e Storia", XXIII, 1904, 1, p. 3; Teresa Spignoli, Caffè letterari a Firenze, Firenze, Polistampa, 2009, pp. 87-93 (Gran Caffè San Marco). |
Documentazione fotografica |
Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 1917, 1918, 1919, 1920, 1921, 1922, 1923, 1924, 1925, 1926, 1927, 1928 (documentazione relativa all'intervento di restauro del tabernacolo della Madonna della Rosa, 1958 ca.); 10249 (veduta di una porzione dell'edificio con il tabernacolo dal lato di via Cavour, 1972). |
Risorse in rete |
Nessun dato rilevato. |
Codice SBAPSAE |
. |
ID univoco regionale |
. |
Data creazione |
14/08/2011 |
Data ultima modifica |
19/04/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
06/03/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
tabernacolo, sala da caffè. |
Localizzazione |
|
|