Quartiere |
Santo Spirito |
Ubicazione |
Via del Leone 17r |
Denominazione |
Casa del convento del Carmine |
Altre denominazioni |
. |
Affacci |
piazza Piattellina 10 |
Proprietà |
Ubaldini, convento di Santa Maria del Carmine. |
Architetti - Ingegneri |
Ignoto/i. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Botticini Francesco, Maestro di San Miniato, Jacopo del Sellaio (Jacopo di Arcangelo, d.), Benini Lamberto. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
Si tratta di un edificio con i prospetti architettonicamente modesti (per quanto ben tenuti), articolato su quattro piani, con un asse posto in corrisponde del quadrivio che qui si determina. Su questo asse è un bel tabernacolo che presenta forme del primo Quattrocento, caratterizzato com'è da mensole a fogliami che sostengono sia il davanzale inferiore sia l'arco arricchito da lobi che corona il tutto e che si conclude con un fronte intagliato a elementi fogliacei tra i quali sono due scudi, ora del tutto erosi. La tavola contenuta al suo interno, protetta da un vetro, raffigura la Madonna con il Bambino in trono tra i santi arcangeli Michele e Raffaele con Tobiolo, ed è databile alla seconda metà del Quattrocento: già avvicinata nel repertorio di Bargellini e Guarnieri (1978) "allo stile del Botticini o del cosiddetto Maestro di San Miniato", è stata recentemente attribuita a Jacopo del Sellaio (Daly 2014). L'opera, dopo essere stata restaurata da Lamberto Benini nel 1959, è stata oggetto di un ulteriore intervento condotto dalla ditta R.A.M. nel 2001, per interessamento della principessa Matilde de' Medici di Toscana di Ottajano. L'aggetto determinato dall'edicola è stato sfruttato nel corso di un intervento ottocentesco per determinare l'appoggio di un balcone, arricchito inferiormente dalla testa in terracotta di un cherubino. Così dalle pagine di "Arte e Storia" del 1894, in occasione della denunzia di un atto vandalico che aveva distrutto il cancello in legno posto a protezione dell'immagine: "Ai pregi del dipinto si unisce in codesto tabernacolo quello delle parti decorative di pietra, scolpite con gusto squisito e degno di qualcuno fra i più valenti maestri di pietra di quel secolo d'oro dell'arte... Sul tabernacolo è uno stemma dei Domenichi o dei Ciapi: la casa alla quale il tabernacolo è addossato fu dipoi degli Ubaldini, dai quali l'acquistarono nei primi del XVI secolo i Frati del Carmine". A conferma di quest'ultima indicazione è, dal lato di via del Leone, un pietrino fortemente eroso e comunque ancora leggibile come recante una punta piegata, insegna dell'ordine carmelitano, a indicare la pertinenza dell'edificio alle proprietà della vicina chiesa di Santa Maria del Carmine. |
Bibliografia
dettaglio |
Bargellini-Guarnieri 1977-1978, III, 1978, pp. 83-84; Santi 2002, pp. 108-109. |
Approfondimenti |
Un antico tabernacolo, in "Arte e Storia", XIII, 1894, 6, p. 38; Guido Carocci, I Tabernacoli di Firenze, in "Arte e Storia", XXIII, 1904, 22/23, pp. 147-148; Christopher Daly, A new fragment of the Carmine altarpiece and other works by Jacopo del Sellaio, in "Commentari d’arte", XX, 2014, 58/59, pp. 53-60. |
Documentazione fotografica |
Archivi Scala, Bagno a Ripoli (Firenze): 0017750 (veduta del tabernacolo). Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 51582 (veduta d'insieme del tabernacolo, 1973). |
Risorse in rete |
Sul tabernacolo sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Piazza Piattellina su Wikipedia. |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
15/08/2011 |
Data ultima modifica |
16/04/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
20/05/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
tabernacolo, pietrino. |
Localizzazione |
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