Quartiere |
Santa Croce |
Ubicazione |
Via Giuseppe Verdi 1- 3 |
Denominazione |
Palazzo Bartolini Salimbeni |
Altre denominazioni |
Palazzo Stiozzi Ridolfi, palazzo Lenzoni |
Affacci |
via Torta, piazza Santa Croce, via de' Lavatoi |
Proprietà |
Risaliti, Dei, Medici, Lenzoni, Stiozzi Ridolfi, Bartolini Salimbeni, Lenzoni. |
Architetti - Ingegneri |
del Bianco Raffaello, Martelli Giuseppe. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
Il grande palazzo si sviluppa su tre piani e un mezzanino, con cinque assi su via Torta, nove sulla linea della piazza e di via Verdi, e due su via de' Lavatoi, dove al piano terreno si apre un grande ambiente voltato adibito a ristorante. Le finestre, semplicemente ed elegantemente incorniciate da listre di pietra, sono arricchite ai piano terreno da belle inferriate di modello settecentesco. Costruito nel Seicento da Raffaello del Bianco nel luogo dove insisteva un edificio con loggia della famiglia Risaliti, il palazzo è ricordato e segnalato da Giovanni Cinelli per la vaghezza del disegno e la "ben intesa facciata (...) che riempie l'occhio di diletto a chiunque lo mira". La notizia che vorrebbe questa fabbrica realizzata "rifondandola dalle fondamenta", sembrerebbe contraddetta dai notevoli resti di filaretto rilevati sotto gli intonaci del piano terreno a seguito dei danni (e della conseguente caduta degli intonaci stessi) dell'alluvione del 1966. Rimaneggiato nell'Ottocento da Giuseppe Martelli, fu successivamente dei Dei e quindi di Carlotta de' Medici che, sposandosi con Francesco Lenzoni, portò a quest'ultimo in dote la proprietà. Danneggiato dall'alluvione del 4 novembre 1966 (che qui vide le acque raggiungere i cinque metri di altezza, si veda la casa del Diluvio in piazza Santa Croce 2) è stato successivamente restaurato tra il 1968 e il 1969. Il palazzo, come a suo tempo sottolineato da Mazzino Fossi, è un notevole esempio del recupero, proprio degli inizi del Seicento, del linguaggio architettonico rinascimentale, dopo la fase di sperimentazione manierista. Si vedano, ad esempio, le pilastrate angolari e, in parte, il portone, come pure la grandiosa gronda alla fiorentina. Sull'angolo di via de' Lavatoi è uno scudo con arme, ora illeggibile, che Walther Limburger (1910) riconduceva alla famiglia Lenzoni. Sicuramente a questa si riferisce l'arme che segna la cantonata con via Torta (restaurata nel 1989), ugualmente erosa e lacunosa ma individuabile, per un frammento del pino sradicato, come propria della famiglia (d'oro, all'albero di pino sradicato al naturale, accostato al tronco da due mazze d'arme di nero legate di rosso, pendenti dai rami; e al capo d'Angiò). Negli ambienti interni convivono sia elementi propri della costruzione originaria (volte e soffitti), sia spazi frutto della rilettura data alla fabbrica da Giuseppe Martelli, come nel caso dell'ingresso (si veda la decorazione pittorica) e della scala. Su questa, oltre a un busto di un personaggio datato 1920, sono due grandi scudi sagomati in legno, uno con le armi dei Bartolini Salimbeni (inquartato: nel 1° e nel 4° di rosso, a tre losanghe d'oro, nel 2° e nel 3° di rosso, al leone troncato cuneato d'argento e di nero), l'altro della famiglia Vivai del Lion nero di Santa Croce (d'azzurro, a due pesci d'oro nuotanti l'uno sull'altro, quello inferiore rivolto, e al capo cucito d'Angiò abbassato sotto un capo d'argento caricato di uno scaglione d'azzurro sovraccaricato di tre coppie di crescenti addossati d'oro), il cui cognome, all'estinzione della famiglia nel 1870, venne ereditato da Pietro Bartolini Salimbeni. L'arme dei Lenzoni ricorre nuovamente incisa sui vetri della porta che chiude l'androne. Si lamentano varie scritte imbrattanti su tutti e tre i fronti. L'edificio è tutelato da vincolo architettonico dal 1968. |
Bibliografia
dettaglio |
Bocchi-Cinelli 1677, p. 309; Zocchi 1744, tav. XXIV; Fantozzi 1843, p. 158, n. 368; Illustratore fiorentino (1909) 1908, pp. 132-134; Limburger 1910, n. 670; Limburger-Fossi 1968, n. 670; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, IV, 1978, p. 251; Zocchi-Mason 1981, pp. 78-79; Cesati 2005, II, p. 721; Paolini 2008, p. 218, n. 331; Paolini (Benci) 2008, pp. 78-80, n. 24; Paolini 2009, pp. 310-311, n. 440. |
Approfondimenti |
Giacomo Gabardi, Firenze elegante, Firenze, Tipografia Ricci, 1886, pp. 25-31 (Casa Lenzoni). |
Documentazione fotografica |
Archivio fotografico SBAP, Firenze: 44132, 44133, 44134, 44135, 44136, 44137 (vedute d'insieme e particolari dei prospetti esterni prima del restauro, 1968); 46203, 46204, 46205, 46206 (vedute d'insieme e particolari dei prospetti esterni dopo il restauro, 1969). |
Risorse in rete |
Sul palazzo sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Bartolini Salimbeni-Lenzoni su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL). |
Codice SBAPSAE |
FI0272 |
ID univoco regionale |
90480170340 |
Data creazione |
15/08/2008 |
Data ultima modifica |
21/02/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
17/02/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
stemma familiare. |
Localizzazione |
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