Quartiere |
Santa Maria Novella |
Ubicazione |
Via della Scala 64- 66- 68 |
Denominazione |
Complesso del Circolo Unificato dell'Esercito (complesso alloggiativo) |
Altre denominazioni |
Monastero di San Jacopo e San Domenico di Ripoli, Conservatorio di San Domenico di Ripoli, caserma del Terzo Reggimento Genio, caserma Vittorio Emanuele |
Affacci |
via Jacopo da Diacceto |
Proprietà |
demanio dello Stato (bene in uso alla P.A. Centrale). |
Architetti - Ingegneri |
Salvetti Giuseppe, Pagani Adolfo. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Cennini Bernardo. |
Note storiche |
Alla fine del Duecento si estendeva in questa zona paludosa - ma già parzialmente bonificata dai frati della Sacca - il monastero domenicano femminile di San Jacopo e San Domenico di Ripoli (così detto per la provenienza delle religiose dal Pian di Ripoli) per altro noto per essere stato individuato da Bernardo Cennini come sede della prima stamperia fiorentina a caratteri mobili, impiantata nel 1472. Ampliato nel corso del tempo fu alla fine del Cinquecento ristrutturato profondamente, con particolare riguardo al chiostro grande. Nel 1785 il convento fu ridotto per volere del granduca Pietro Leopoldo a conservatorio per l'educazione di fanciulle e, visto il precario stato di conservazione dell'immobile e le necessità dettate dalla nuova destinazione, quasi del tutto ricostruito su progetto dell'architetto Giuseppe Salvetti nel 1787. Poco dopo, nel 1794 - trasferite le domenicane a San Pietro a Monticelli - la gestione del complesso fu data alle Montalve che tennero il conservatorio fino al 1886, data del loro trasferimento alla Quiete. I locali, indemaniati, furono destinati successivamente a caserma del Terzo Reggimento Genio. L'uso militare comportò notevoli alterazioni alla struttura, con la vicina chiesa (oramai priva delle opere d'arte di pertinenza perché trasferite dalle Montalve nella nuova residenza) trasformata in magazzino per il vestiario. Nella pianta allegata al repertorio di Walther Limburger (1910) appaiono già ben delineati gli ulteriori corpi di fabbrica costruiti lungo via della Scala e via Jacopo da Diacceto verso i viali, mentre ancora risulta inedificata l'area a destra della chiesa, dove ora insiste la caserma Simoni (si veda al numero civico 60). Poco dopo il 1910 le piante della città registrano il complesso come caserma Vittorio Emanuele. Ulteriori danni all'antico convento furono arrecati durante la seconda guerra mondiale e negli anni immediatamente successivi, che videro gli ambienti utilizzati quali alloggi per i profughi, Nel 1966 si aprì un cantiere per ulteriori ampliamenti e ristrutturazioni ad opera dell'architetto Adolfo Pagani. Attualmente il complesso si presenta lungo la via con una estesa successione di fabbriche (verso il viale come detto realizzate alla fine dell'Ottocento, quando per la prima volta appaiono nelle piante della città che prima indicano la zona ad orti), di disegno ben poco significativo dal punto di vista architettonico visto che fin dall'origine le facciate principali (comunque modeste) furono pensate per guardare verso i cortili interni. L'intervento di Giuseppe Salvetti è tuttavia ben apprezzabile dal cancello che chiude il passo carrabile al numero civico 68, in asse con il prospetto lorenese, peraltro gratificato da un recente restauro e dalla sistemazione dello spazio a verde antistante. Su questo stesso prospetto interno è una lapide che ricorda la munificenza di Pietro Leopoldo e la conclusione dei lavori nel 1787. Per quanto riguarda gli orti e i giardini di pertinenza e la loro progressiva riduzione nel tempo, si veda l'ampia nota di Angiolo Pucci, che descrive la situazione da lui osservata tra gli anni venti e trenta del Novecento. |
Bibliografia
dettaglio |
Fantozzi 1842, pp. 537-538, n. 261; Fantozzi 1843, pp. 25-26, n. 18; Firenze 1845, p. 124; Formigli 1849, p. 114; Illustratore fiorentino (1905) 1904, pp. 88-90; Limburger 1910, n. 362; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, III, 1978, p. 360; Fantozzi Micali-Roselli 1980, pp. 166-167, n. 50. |
Approfondimenti |
Vincenzo Fineschi, Notizie storiche sopra la stamperia di Ripoli le quali possono servire all'illustrazione della storia tipografica fiorentina, Firenze, stamperia Francesco Moücke, 1781; Marco Lastri, Conservatorio di Ripoli, per educazione di ziettelle, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, IV, pp. 110-116; Marco Lastri, Stamperia Granducale, e storia della fiorentina tipografia, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, IX, pp. 13-18; Pietro Bologna, La stamperia fiorentina del monastero di S. Jacopo di Ripoli e le sue edizioni: studio storico e bibliografico, Torino, Ermanno Loescher, 1893; Anna Padoa Rizzo, Il monastero di San Jacopo di Ripoli e il suo patrimonio artistico, in Villa La Quiete. Il patrimonio artistico del Conservatorio delle Montalve, a cura di Cristina De Benedictis, Firenze, Casa Editrice Le Lettere, 1997, pp. 157-169; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 359-362. |
Documentazione fotografica |
Archivio fotografico SBAP, Firenze: 49062, 49063, 49064, 49065 (vedute d'insieme in forte scorcio del prospetto, 1969); 49066, 49067, 49068 (vedute del prospetto interno sul giardino, 1969). |
Risorse in rete |
Nessun dato rilevato. |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
. |
Data creazione |
18/10/2011 |
Data ultima modifica |
19/03/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
21/06/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
conservatorio, caserma. |
Localizzazione |
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