Quartiere |
Santa Croce (Mattonaia) |
Ubicazione |
Piazza Massimo d'Azeglio 28 |
Denominazione |
Palazzo Wilson Gattai |
Altre denominazioni |
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Affacci |
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Proprietà |
Wilson, Puccini, Gattai. |
Architetti - Ingegneri |
Wilson Federigo (Frederik), Callai Orazio, Galanti Guglielmo, Gattai Eugenio. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Gatti Annibale. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
Il disegno del palazzo è dovuto all'artista inglese Federigo (Frederik) Wilson che, con il supporto dell'ingegnere Orazio Callai, ne promosse l'edificazione attorno al 1870 come sua residenza. Tuttavia, per motivi economici, la proprietà passò rapidamente al deputato parlamentare Giovanni Puccini (1877) e quindi a Gaetano Gattai (1892), per conto delle figlie Cesira, Isola, Ester, Gemma ed Elisa. Già interessato da alcune trasformazioni nel 1888 per le cure dell'architetto Guglielmo Galanti, l'edificio conobbe significativi lavori ed ampliamenti con il suo terzo proprietario: per quanto riguarda la facciata, in sintonia con il disegno originario, l'architetto Eugenio Gattai (figlio di Gaetano) progettò l'altana coperta con colonne in pietra serena; gli interni furono invece tra l'altro interessati dalla costruzione di una notevole scala elicoidale che dall'atrio porta al primo piano, e da una completa risistemazione del giardino. Gli interni furono in gran parte arredati con mobili e suppellettili provenienti dall'asta del palazzo Favard sui lungarni, battuta nel 1893. Per quanto riguarda il prospetto sulla piazza è da notare come, rispetto alle architetture coeve nelle quali l'elemento rinascimentale è reinterpretato mantenendosi nell'ambito della citazione colta, qui ci troviamo davanti ad una più consapevole ricostruzione di un'architettura propria della tradizione fiorentina tra la fine del Quattrocento e la prima metà del successivo, seppure segnata da una esibita volontà di sfarzo, in particolare esplicitata dall'uso di materiali del tutto estranei a questa tradizione, come nel caso delle lastre di marmo che determinano il piano chiaro su cui si stagliano le grandi finestre del piano nobile. Evidente concessione al gusto del tempo è inoltre il balcone che corre lungo tutto questo stesso piano (realizzato nel 1892), e che tuttavia bene si armonizza con il disegno d'insieme. La finitura, a grandi bozze rustiche squadrate, è un esempio degli alti livelli raggiunti nel confezionamento e nella lavorazione della pietra artificiale a questa altezza cronologica. "Si tratta di uno degli edifici della piazza che, assieme al villino Uzielli, si lascia notare per il suo deciso allontanarsi, nel disegno della facciata, dagli schemi compositivi allora prediletti dagli architetti attivi nei nuovi quartieri fiorentini, fortemente orientati, sulla scia di quanto sperimentato da Giuseppe Poggi, alla definizione di prospetti evocanti le architetture cinque seicentesche locali. Frederick Wilson, facendo affidamento sia sulle sue competenze professionali sia sulla sua cultura artistica, sembra approntasse personalmente il progetto di edificazione, pur chiamando ad affiancarlo l’amico ingegnere Orazio Callai. Da questo impegno ne sortì un palazzo di carattere austero e ferrigno, segnato da un vistoso bugnato rustico al terreno e da una successione di cinque finestroni ad arco con cornici ugualmente segnate da bugne di pietra, con evidente riferimento a modelli quattrocenteschi, che comunque in Firenze avevano continuato a fare scuola anche per parte del secolo successivo (si tenga presente come il balcone a legare al piano nobile i tre assi centrali della facciata, inevitabile concessione al mondo ottocentesco, così come l’altana, siano frutto di interventi successivi non previsti da Wilson). La soluzione, unita a uno sfoggio nella scelta dei materiali di costruzione e di finitura, come nel caso delle lastre di marmo di Carrara che segnano il fondo del piano nobile, sembra non piacesse ai fiorentini, usi a una “misura” che qui era stata ampiamente superata, almeno stando all’articolo che apparve su «La Nazione» del 13 marzo 1872, dove si arrivava ad augurarsi un ripensamento del proprietario volto a demolire e riconfigurare il fronte. Elogiato da più parti, invece, il grande affresco dipinto da Annibale Gatti nel salone principale, con un Trionfo d’Amore nel quale si era trovato modo di riunire alcune delle più celebri coppie di amanti (o presunti tali), non dimenticando Dante e Beatrice, Paolo Malatesta e Francesca da Rimini, Raffaello e la Fornarina, Romeo e Giulietta, che era forse un modo per Frederick Wilson di omaggiare la sua Patria d’elezione" (Paolini 2020). Sul cancello in ferro dell'androne è, dorato, uno scudo con l'arme dei Gattai. Negli interni è da segnalare l'affresco del salone centrale eseguito dal noto pittore Annibale Gatti, raffigurante il Trionfo d'Amore (1872), forse la sua opera migliore. |
Bibliografia
dettaglio |
Paolini 2008, pp. 52-53, n. 61; Paolini 2009, pp. 67-68, n. 71. |
Approfondimenti |
Ulisse Tramonti, Palazzo Wilson Gattai, in Francesca Carrara, Valeria Orgera, Ulisse Tramonti, Firenze. Piazza d'Azeglio alla Mattonaia, Firenze, Alinea, 2003, pp. 182-189; Francesca Carrara, Francesca Parrini, Atmosfere di Firenze capitale, in Una capitale europea: società, cultura, urbanistica nella Firenze post-unitaria, atti delle giornate di studio (Firenze, Archivio di Stato, febbraio-maggio 2015) a cura di P. Marchi, L. Lucchesi, Firenze, Consiglio Regionale della Toscana, 2018, pp. 243-268; Claudio Paolini, Il quartiere della Mattonaia a Firenze: dagli antichi orti alla città giardino ottocentesca, Firenze, Edifir, 2020, pp. 73-75. |
Documentazione fotografica |
Archivio fotografico SBAP, Firenze: 184841, 184842, 184843 (veduta d'insieme e particolari decorativi di uno spazio interno, 1995); 184844 (scorcio del giardino, 1995); 184845 (particolare con il portale di accesso, 1995); 184846 (veduta d'insieme dell'altana, 1995); 184847 (particolare dell'affresco di Annibale Gatti, 1995); 184848 (veduta d'insieme del prospetto sulla piazza, 1995); 184849 (veduta d'insieme di una volta decorata negli spazi interni, 1995); 184850 (veduta d'insieme dell'androne, 1995); 184851 (veduta d'insieme del prospetto verso il giardino, 1995); 184852 (veduta d'insieme della volta decorata dello scalone, 1995); 185408 (insieme del cancello dell'androne, 1996); 185409 (particolare dell'edicola nel giardino, 1996); 185410 (particolare della vetrata d'ingresso, 1996); 185411 (particolare dell'edicola del giardino, 1996); 185412, 185413, 185414, 185415, 185416, 185417 (vedute degli spazi interni con riferimento agli arredi e alle superfici dipinte e decorate, 1996); 185418 (veduta d'insieme dell'edicola nel giardino, 1996); 185419 (veduta di uno spazio interno, 1996); 185420 (particolare dell'edicola nel giardino, 1996). |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Wilson Gattai su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL). |
Codice SBAPSAE |
FI0254 |
ID univoco regionale |
90480170321 |
Data creazione |
15/08/2008 |
Data ultima modifica |
19/10/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
19/01/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
Campo in corso di revisione. |
Localizzazione |
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