Quartiere |
Santo Spirito |
Ubicazione |
Piazza de' Pitti 1 |
Denominazione |
Giardino Botanico Superiore (giardino di Boboli) |
Altre denominazioni |
Giardino degli Ananassi, Botanica Superiore |
Affacci |
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Proprietà |
Pitti, Medici, Asburgo Lorena, Savoia, demanio dello Stato (bene in uso alla P.A. Centrale). |
Architetti - Ingegneri |
Ruggieri Giuseppe, Paoletti Gasparo Maria, Cacialli Giuseppe, Grifoni Paola, Stefanini Loris. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Ammannati Bartolomeo. |
Uomini illustri |
Parlatore Filippo. |
Note storiche |
Percorrendo la Cerchiata Grande del giardino di Boboli nel tratto a nord-ovest del viale dei Cipressi, ci si imbatte in un cancello decorato con mosaico rustico che conduce ad un terrazzamento sostenuto da un alto muro. E' questo il giardino Botanico Superiore, sviluppato in pendenza e dotato di sei vasche per piante acquatiche, di due tepidari, di due serre e di couches seminterrate. La conformazione attuale del giardino risale alla metà dell'Ottocento; precedentemente, l'area quadrangolare, nata come orto al momento dell'ampliamento seicentesco di Boboli, fu nel 1766 destinata a giardino su progetto di Gasparo Maria Paoletti e Giuseppe Ruggieri. Le essenze che vi si coltivavano erano rare ed esotiche; tra queste vi erano anche piante di ananassi, nome con il quale viene talvolta indicato il giardino. L'area era disposta su tre terrazzamenti; quello inferiore, il più vasto, era spartito da un viale centrale e da quattro vialetti trasversali, ai cui incroci furono ricavate sei vasche. Sui quattro basamenti alla testata dei vialetti vennero collocate alcune sculture provenienti dalla fontana di Giunone di Bartolomeo Ammannati. Nel terrazzamento superiore erano state create dieci couches, mentre lungo il lato ovest fu costruita la casa del capo giardiniere. Fra il 1815 e il 1817 Giuseppe Cacialli fu incaricato di progettare due nuovi tepidari, che presero il nome di Tepidario Grande e Tepidario Piccolo, quest'ultimo caratterizzato dalla forma 'sgusciata' del coronamento superiore, di richiamo neoegizio. Di grande effetto e originalità è il Tepidario Grande che chiude il lato nord-ovest del quadrilatero del giardino; è orientato con la facciata rivolta a sud, in modo da poter raccogliere il calore dei raggi solari per le piante in esso ricoverate; allo scopo le grandi finestre sono anche leggermente inclinate rispetto alla verticale. L'edificio si sviluppa in un corpo stretto e lungo, scandito dai telai degli infissi, interrotto solo nella parte centrale dall'ingresso monumentale, con copertura rialzata, caratterizzato da una coppia di colonne doriche, che si accostano in modo singolare alle grandi pareti vetrate retrostanti. Nel 1852 il botanico Filippo Parlatore, responsabile del Museo di Fisica e di Storia Naturale collocato nell'edificio della Specola, ottenne il terreno per sopperire all'esiguità degli spazi del giardino botanico annesso al museo. La Botanica Superiore fu così completamente trasformata, in modo da organizzare le piante in modo sistematico a seconda dell'area geografica di provenienza. Nel 1881 lo spostamento dell'Orto Botanico nello storico Giardino dei Semplici decretò l'inizio della decadenza di Boboli e, conseguentemente, della Botanica Superiore. Tuttavia tepidari e serre di propagazione continuarono a funzionare fino alla seconda guerra mondiale, soprattutto per la fornitura di piante ornamentali destinate agli addobbi per la Real Casa, e quindi fino al 1966 per la coltivazione di orchidee. Il degrado della Botanica Superiore raggiunse il suo culmine a seguito dell'alluvione del 1966, con lo smantellamento di tutte le serre e l'interruzione della fornitura di riscaldamento, per motivi di risparmio energetico. Alla fine degli anni Ottanta è cominciata una lenta opera di restauro del giardino e di valorizzazione delle essenze acquatiche che lo caratterizzavano. In particolare nel 1989 si è intervenuti con il recupero del Tepidario Piccolo e, tra il 2000 e il 2005, un ulteriore cantiere (progetto di Paola Grifoni e Loris Stefanini della Soprintendenza di Firenze) ha interessato il Tepidario Grande. |
Bibliografia
dettaglio |
Fantozzi 1843, pp. 243-244, n. 606. Campo in corso di revisione. |
Approfondimenti |
Litta Maria Medri, Il Giardino Botanico Superiore di Boboli, verso il suo recupero, in Mario Lolli Ghetti, Giorgio Galletti, Litta Medri, Daria Cervini, Il Giardino Botanico di Boboli, Firenze, Centro Di, 1996, pp. 5-8; Massimo de Vico Fallani, Giardino di Boboli, in Mario Bencivenni, Massimo de Vico Fallani, Giardini Pubblici a Firenze: dall'Ottocento a oggi, Firenze, Edifr, 1998, pp. 258-284; Francesca Volpi, Giardino Botanico Superiore o degli Ananassi, in Il Giardino di Boboli, a cura di Litta Medri, Milano, Silvana Editoriale, 2003, p. 247; Francesca Volpi, Il Giardino degli Ananassi, Livorno, Sillabe, 2007. |
Documentazione fotografica |
Campo in corso di revisione. |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla sezione Archivio Restauri del sito della Soprintendenza ai Monumenti (Sbapsae per le province di Firenze Pistoia e Prato). |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
02/01/2012 |
Data ultima modifica |
07/04/2020 |
Data ultimo sopralluogo |
19/02/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
Campo in corso di revisione. |
Localizzazione |
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