Quartiere |
Santo Spirito |
Ubicazione |
Piazza de' Pitti 1 |
Denominazione |
Giardino Botanico Inferiore (giardino di Boboli) |
Altre denominazioni |
Botanica Inferiore |
Affacci |
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Proprietà |
Pitti, Medici, Asburgo Lorena, Savoia, demanio dello Stato (bene in uso alla P.A. Centrale). |
Architetti - Ingegneri |
Ruggieri Giuseppe, Paoletti Gasparo Maria, Cacialli Giuseppe, Grifoni Paola, Stefanini Loris. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Parlatore Filippo. |
Note storiche |
Scendendo il viale che nel giardino di Boboli conduce dall'edificio della Meridiana all'ingresso di Annalena, si costeggiano sulla destra una serie di giardini recintati che si sviluppano su tre livelli diversi. Si tratta, in realtà, di un unico giardino (conosciuto come Botanico Inferiore per distinguerlo da quello Superiore collocato ad una quota più elevata), già facente parte del botanico annesso al Gabinetto di Fisica e Storia Naturale, voluto da Pietro Leopoldo di Lorena con l'intento di riordinare le collezioni scientifiche medicee e di attrezzare la città di un moderno museo di scienze naturali. Tra il 1771 e il 1778 il terreno, contemporaneamente alla trasformazione del retrostante palazzo Torrigiani in sede museale, fu organizzato in due terrazzamenti destinati all'esposizione delle piante tramite molte piccole aiuole per l'ostensione delle specie e da un terrazzamento intermedio di raccordo, sotto il quale fu ricavata una piccola grotta. La direzione dei lavori fu affidata a Giuseppe Ruggieri e Gasparo Maria Paoletti; quest'ultimo progettò una serra fredda a forma di loggiato lungo il lato sud del secondo terrazzamento e la torre dell'osservatorio. Nella prima metà dell'Ottocento, Giuseppe Cacialli, investito dell'incarico di ampliare il giardino Botanico, progettò le due terrazze a sud, verso il nuovo ingresso di Annalena, prevedendo due tepidari, realizzati tra il 1815 e il 1817. Le aiuole rettangolari e ordinate geometricamente lungo assi perpendicolari, furono ristrutturate secondo il principio di suddivisione delle essenze per aree geografiche dal botanico Filippo Parlatore, nominato nel 1842 direttore del museo della Specola e dell'annesso giardino. A partire dal 1852, con l'ampliamento del giardino Botanico nell'area più elevata di Boboli, si inizia a distinguere tra Giardino Botanico Inferiore e Giardino Botanico Superiore. Il trasferimento nel 1881 dell'Orto Botanico nella sede di via del Maglio, attuale via La Pira, comportò lo smantellamento delle aiuole, mentre i terrazzi furono destinati alla propagazione di piante per addobbi ornamentali. Il giardino venne diviso tra proprietà demaniale e proprietà del museo della Specola, perdendo definitivamente l'unitarietà d'insieme. Il terrazzamento inferiore si presenta ancora contornato, secondo il progetto di Cacialli, da un basso recinto che si apre in un cancello con pilastri a forma di colonna 'delica' tronca, un tempo sormontati da fichi d'India in piombo. Il giardino, invece, è completamente snaturato per l'assenza di aiuole. Sul lato nord della terrazza si aprono le vetrate del Tepidario progettato da Giuseppe Cacialli tra il 1815 e il 1817; la facciata è scandita a tutta altezza da undici grandi finestre, di cui solo una funge da ingresso, senza particolari distinzioni dalle altre, se non per l'assenza del davanzale in muratura intonacata. Nell'interno due ordini di muretti di altezze diverse consentono di riporre i vasi senza che le piante si schermino tra di loro; a basamento della vetrata, un terzo muretto funge da piano d'appoggio per le piante più piccole e bisognose di luce; addossato alla parete tamponata, in corrispondenza dell'ingresso, un grosso vaso in terracotta dotato di rubinetto serve da acquaio. La pianta, stretta e lunga, è divisa in due ambienti paralleli: il tepidario vero e proprio, intonacato e luminoso, con tetto a falda unica, e il ripostiglio per i vasi e per le conche, con piccole finestre a sguincio, in mattoni faccia a vista e copertura a pianelle. Il tepidario, restaurato tra il 2004 e il 2005 su progetto di Paola Grifoni e Loris Stefanini della Soprintendenza di Firenze, è ancora oggi adibito a serra per il ricovero di giovani piante di limoni e di alcune floreali. |
Bibliografia
dettaglio |
Fantozzi 1843, pp. 243-244, n. 606. Campo in corso di revisione. |
Approfondimenti |
Massimo de Vico Fallani, Giardino di Boboli, in Mario Bencivenni, Massimo de Vico Fallani, Giardini Pubblici a Firenze: dall'Ottocento a oggi, Firenze, Edifr, 1998, pp. 258-284; Francesca Volpi, Giardino Botanico Inferiore, in Il Giardino di Boboli, a cura di Litta Medri, Milano, Silvana Editoriale, 2003, p. 249. |
Documentazione fotografica |
Campo in corso di revisione. |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla sezione Archivio Restauri del sito della Soprintendenza ai Monumenti (Sbapsae per le province di Firenze Pistoia e Prato). |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
02/01/2012 |
Data ultima modifica |
07/04/2020 |
Data ultimo sopralluogo |
19/02/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
Campo in corso di revisione. |
Localizzazione |
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