Quartiere |
Santo Spirito |
Ubicazione |
Piazza de' Pitti 1 |
Denominazione |
Obelisco egizio (giardino di Boboli) |
Altre denominazioni |
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Affacci |
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Proprietà |
Medici, Asburgo Lorena, Savoia, demanio dello Stato (bene in uso alla P.A. Centrale). |
Architetti - Ingegneri |
Poccianti Pasquale, Paoletti Gasparo Maria. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
L'obelisco egizio, attualmente alto 6,34 metri e costituito da un monolito di granito rosa proveniente dalle cave di Assuan, è collocato al centro dell'anfiteatro del giardino di Boboli, assieme a una grande vasca di granito grigio probabilmente appartenuta alle Terme Alessandrine di Campo Marzio, qui sistemata su progetto di Pasquale Poccianti nel 1840, circa cinquant'anni dopo che l'obelisco era già andato ad occupare il suo posto. Questo, importante testimonianza dell'arte dell'antico Egitto, era stato portato a Roma nel I secolo a.C. e quindi acquistato dal cardinale Ferdinando de' Medici per andare ad arricchire la collezione di antichità di villa Medici sempre a Roma. Il monolito, d'altra parte, "era carico di riferimenti simbolici in rapporto a Ferdinando e ai Medici; anche la sua provenienza da Campo Marzio, già possesso di Tarquinio il Superbo, evocava quell'idea di regalità etrusca che era funzionale alle ambizioni della famiglia" (Gabriella Capecchi 2003). Come molte altre opere della residenza romana l'obelisco fu rimosso nel 1788 e trasportato per volontà di Pietro Leopoldo di Lorena a Firenze, quindi collocato in Boboli nel 1790. La base in marmo - in realtà predisposta per una sistemazione dell'insieme nel prato delle Colonne -, è da ricondurre a un progetto di Gasparo Maria Paoletti. Al momento della sistemazione nel 1840 della vasca, sempre proveniente da villa Medici, Pasquale Poccianti rialzò ambedue le opere di circa 2,50 m dal suolo tramite un basamento ovale a gradini "creando - con due figure bronzee, oggi al Bargello - un complesso di fontana certo eclettico, ma a suo modo coerente e delicatamente policromo (bianco, rosa, grigio e bronzo), teso a esaltarli in modo più consono al loro valore e all'ampiezza dei luoghi, ed accordarsi alle altre emergenze poste sull'asse prospettico del Palazzo" (Gabriella Capecchi 2003). Per quanto datazione e provenienza dell'obelisco siano ancora oggi non ben precisati (a lungo lo si è voluto riferire al tempio di Ammone a Tebe oggi Luxor e datare a circa il 1500 a.C.), gli studi più recenti ne collocano la realizzazione intorno al regno di Ramesse II (1297-1213 a.C.) e la provenienza, come per altri obelischi portati a Roma, da Eliopoli (Heliopolis). La sfera sulla sommità, originale come pure lo sono le tartarughe che sostengono il monolito, rimanderebbe peraltro al Sole e quindi al culto solare a cui Eliopoli doveva il proprio nome. Si veda anche la scheda relativa all'anfiteatro per ulteriori notizie sullo spazio circostante. |
Bibliografia
dettaglio |
Garneri 1924, pp. 276-277; Firenze 1974, pp. 348-350; Firenze 2005, p. 500. |
Approfondimenti |
Gabriella Capecchi, Scheda in Palazzo Pitti. La reggia rivelata, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Pitti, 7 dicembre 2003-31 maggio 2004) a cura di Gabriele Capecchi, Amelio Fara, Detlef Heikamp, Vincenzo Saladino, Firenze-Milano, Giunti, 2003, p. 534, cat. 74. |
Documentazione fotografica |
Campo in corso di revisione. |
Risorse in rete |
Sull'obelisco sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Obelisco di Boboli su Wikipedia. |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
25/11/2012 |
Data ultima modifica |
07/04/2020 |
Data ultimo sopralluogo |
19/02/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
obelisco. |
Localizzazione |
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