Quartiere |
San Giovanni |
Ubicazione |
Via Gino Capponi 15 |
Denominazione |
Palazzo di San Clemente |
Altre denominazioni |
Casino Guadagni, palazzo del Pretendente, palazzo Velluti Zati |
Affacci |
via Pier Antonio Micheli 2, via Venezia |
Proprietà |
Guadagni, Albany, Velluti Zati duchi di San Clemente. |
Architetti - Ingegneri |
Gamberai Felice, Silvani Gherardo, Francolini Felice. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Camilliani Francesco, Bandinelli Baccio (Bartolomeo Bandinelli, d.), Volterrano (Baldassarre Franceschini, d.). |
Uomini illustri |
Macchietti Girolamo, Pagani Gregorio, Cigoli (Lodovico Cardi, d.), Demidoff Nicola (Nikolaj Nikitic Demidov). |
Note storiche |
Era qui nel Cinquecento il casino di don Luigi di Toledo, fratello della granduchessa Eleonora, ricco di un grande spazio verde sistemato a giardino (oggi pressoché scomparso nella sua originaria configurazione), con grandi fontane e statue dovute, secondo quanto testimonia Giorgio Vasari, allo scultore Francesco Camilliani, allievo di Baccio Bandinelli (per questo spazio era tra l'altro stata realizzata la fontana mai messa in opera e venduta nel 1574 al senato palermitano e oggi collocata in piazza Pretoria a Palermo). Di quella che sarebbe dovuta essere la sua sistemazione nel giardino fiorentino testimonia la pianta di Firenze di Stefano Buonsignori, del 1584. L'attuale palazzo è invece un grandioso complesso del Seicento, sorto come casino di delizie sulla più antica costruzione, radicalmente trasformata con i suoi spazi di pertinenza ad opera di Felice Gamberai su progetto di Gherardo Silvani attorno alla metà del secolo (e a partire dal 1644 circa) su commissione della famiglia Guadagni, alla quale la proprietà era pervenuta nel 1634 tramite Ortensia Guadagni, vedova Salviati. Nel 1777 la proprietà passò al principe Carlo Edoardo Stuart conte d'Albany, pretendente al trono d'Inghilterra (da questo una delle denominazioni dell'edificio), e alla sua morte a Simone Velluti Zati duca di San Clemente (1788). Nel periodo di questa proprietà fu saltuariamente affittato e vi ebbero provvisoria dimora nel 1822 il principe Nicola Demidoff (Nikolaj Nikitic Demidov) e, più tardi, il marchese di Normandby, diplomatico inglese presso la corte. Attorno al 1865 il complesso subì una significativa trasformazione in relazione all'apertura della nuova via Pier Antonio Micheli (si veda) che necessariamente comportò la riconfigurazione del fianco che guardava in direzione dell'Annunziata, come documentato da vari disegni conservati presso l'Archivio storico del Comune di Firenze firmati dall'architetto Felice Francolini. Venduto nel 1962 dai Velluti Zati di San Clemente a una società privata, il complesso fu oggetto di un progetto che lo avrebbe voluto adattato ad albergo di lusso, poi di un intervento sul giardino per una sua trasformazione in parcheggio pubblico, con conseguente abbattimento delle alberature fortunatamente sospeso per le segnalazioni dei cittadini e il conseguente intervento del soprintendente ai Monumenti architetto Guido Morozzi. Così Mazzino Fossi riassume le caratteristiche salienti del palazzo e gli interventi novecenteschi che lo hanno interessato a più riprese: "L'affacciamento a via Micheli appare più tardo, del XVIII secolo almeno, ed è assai restaurato. Sul retro della via Capponi è una maestosa facciata, con ricco loggiato, che si affaccia su di un grande giardino limitato dalle vie Micheli e Venezia: è ricchissimo di piante anche di alto fusto. Nel 1926 risulta la ripulitura e la coloritura della facciata; nel 1928 ingrandimento delle finestre del sottosuolo su via Capponi; alla fine del 1928 furono divisi due saloni per ricavarci un quartiere; nel 1929 apertura di tre finestre di mezzanino uguali alle altre esistenti (come quelle centrali nello spazio fra le due porte)". Non risulta invece la data nel quale il portone su via Micheli, tamponato e ancora murato nella fotografia proposta da Gino Chierici, fu riaperto per recuperare un ingresso agli ambienti. Gli spazi che guardavano su via Capponi (forse in origine costruiti proprio come studi d'artista) precedentemente all'erezione del nuovo palazzo avevano ospitato gli studi dei pittori Girolamo Macchietti, Gregorio Pagani e Lodovico Cardi detto il Cigoli. In una sala del piano terreno (attualmente biblioteca) si segnala una volta con un affresco raffigurante San Martino che dona il mantello a un povero, capolavoro di Baldassarre Franceschini detto il Volterrano. Molti, comunque, gli ambienti di notevole pregio, per lo più affrescati, sia con grottesche seicentesche sia con pitture sette ottocentesche. Per quanto riguarda la recinzione del giardino dal lato di via Gino Capponi, Angiolo Pucci informa di come in origine fosse segnata da "un muro piuttosto alto che non era in linea con la strada. Il nostro Consiglio comunale nella sua adunanza del 10 dicembre 1885 approvò la sostituzione del muro con un parapetto di materiale sormontato da cancellata in ferro; si venne così ad addrizzare il profilo di detta strada". Attualmente - e dagli anni sessanta del Novecento - il palazzo è sede della Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi di Firenze. Lo stato di conservazione complessivo dell'immobile è decisamente mediocre. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale. |
Bibliografia
dettaglio |
Del Bruno 1757, p. 44; Cambiagi 1765, pp. 67-68; Cambiagi 1771, pp. 67-68; Cambiagi 1781, p. 63; Thouar 1841, p. 387; Fantozzi 1842, pp. 400-401, n. 150; Fantozzi 1843, pp. 192-193, n. 461; Firenze 1845, p. 89; Baldinucci-Ranalli 1845-1847, IV, 1846, p. 362; Formigli 1849, p. 85; Firenze 1850, p. 348; Elenco 1902, p. 256; Ross 1905, p. 297; Limburger 1910, n. 190; Garneri 1924, p. 209, n. XXII; Chierici 1952-1957, III, 1957, p. 339; Limburger-Fossi 1968, n. 190; Ginori Lisci 1972, I, pp. 513-518; Firenze 1974, p. 219; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, pp. 197-198; II, 1977, p. 280; Cazzato-De Vico Fallani 1981, pp. 26-27; Zucconi 1995, p. 103, n. 153; Cesati 2005, I, p. 398; Firenze 2005, p. 321; Chiara Martelli, in Atlante del Barocco 2007, p. 416, n. 108; Zoppi 2019, pp. 96-97. |
Approfondimenti |
Ida Maria Botto, Proposte per la storia di una facciata, in "Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz", 1961, 2, pp. 128-133; Timori per il parco, in "La Nazione", 9 agosto 1964; Nel giardino del palazzo Guadagni dovrebbe sorgere un posteggio d'auto, in "La Nazione", 12 agosto 1964; Assicurazioni del soprintendente per il giardino di via Gino Capponi, in "La Nazione", 14 agosto 1964; Alessandro Gambuti, Palazzo di San Clemente, in Le sedi storiche della Facoltà di Architettura, a cura di Daniela Lamberini, Firenze, Octavo Franco Cantini, 1996, pp. 49-65; Riccardo Spinelli, Indagini sulle decorazioni settecentesche del casino Guadagni 'di San Clemente' a Firenze, in "Quaderni di Palazzo Te" 1996, 4, pp. 36-65; Elisabetta Dodi, Barbara Salvetta, Il Palazzo "dietro la Nunziata" nel sistema residenziale fiorentino della famiglia Guadagni, in Residenze nobiliari. Stato Pontificio e Granducato di Toscana ("Atlante tematico del Barocco in Italia"), a cura di Mario Bevilacqua e Maria Luisa Madonna, Roma, De Luca Editori d'Arte, 2003, pp. 363-376; Palazzo San Clemente a Firenze: architettura e decorazione dai Guadagni ai Velluti Zati, a cura di Mario Bevilacqua e Elisabetta Insabato, "Opus Incertum", II, 2007, 3 (con saggi di Silvia Baggio, Mario Bevilacqua, Fauzia Farneti, Elisabetta Insabato, Marco Jaff, Gabriele Morolli, Gabriella Orefice, Alessandro Rinaldi); Il giardino immaginato: arte e progetti per il giardino del Palazzo di San Clemente a Firenze, catalogo della mostra (Firenze, palazzo San Clemente, 8 giugno-7 luglio 2006) a cura di Luca De Silva e Anna Lambertini, Prato, Gli Ori, 2008 (con saggi di Carlo Alberto Garzonio, Luigi Zangheri et al.); Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 215-219. |
Documentazione fotografica |
Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 61321 (veduta parziale del prospetto principale, 1929 ca.); 6376, 6377, 6378 (vedute dei prospetti sul giardino, 1929 ca.). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 92438, 92439, 92440 (vedute d'insieme del prospetto su via Micheli da varie angolazioni, 1978). |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo di San Clemente su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL). |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
18/08/2013 |
Data ultima modifica |
10/10/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
13/01/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
Campo in corso di revisione. |
Localizzazione |
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