Quartiere |
Santo Spirito (San Niccolò) |
Ubicazione |
Piazza Nicola Demidoff |
Denominazione |
Monumento a Nicola Demidoff |
Altre denominazioni |
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Affacci |
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Proprietà |
Demidoff, Comune di Firenze. |
Architetti - Ingegneri |
Del Sarto Luigi, De Fabris Emilio, Spighi Cesare, Tognetti Vittorio. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Bartolini Lorenzo, Romanelli Pasquale, Pignone (officina) |
Uomini illustri |
Demidoff Nicola (Nikolaj Nikitic Demidov). |
Note storiche |
Il complesso, organizzato secondo una struttura memore dei monumenti funebri e celebrativi neoclassici, presenta cinque gruppi statuari appoggiati agli spigoli e collocati al di sopra di un un alto basamento, con zoccolo scolpito a bassorilievi. Più in particolare: il quadrato di base presenta sui quattro vertici i gruppi che simboleggiano La Misericordia (o La Carità), La Siberia con il Dio Plauto, La Musa dei festini e La Verità (o La Natura) che si disvela all'arte. Il gruppo dominante - Niccolò Demidoff con il figlio Anatolio, con a lato La Riconoscenza - conclude, in alto, l'intero monumento. Sullo zoccolo, oltre all'iscrizione e all'arme dei Demidoff, sono i bassorilievi realizzati da Pasquale Romanelli con La Beneficenza di Anatolio e La morte di Niccolò. Il monumento era stato commissionato nel 1830 a Lorenzo Bartolini da Anatolio e Paolo Demidoff, in ricordo del padre Nicola (Nikolaj Nikitic Demidov, 1773-1828), industriale russo, collezionista e filantropo. L'idea generale dell'opera dovette apparire subito chiara allo scultore che, in un disegno firmato e datato allo stesso 1830, definì una sistemazione dell'insieme e dei gruppi in forme molto prossime alla soluzione poi adottata. La realizzazione, viceversa, fu lunga e travagliata e nel 1836, pur essendo tutti i gruppi scultorei in uno stadio sufficientemente avanzato nell'esecuzione plastica, risultava sicuramente terminato solo il gruppo principale (nella sua prima versione, ora nel parco della villa Demidoff di Pratolino), realizzato in marmo 'ravaccione' per poter essere collocato, secondo le intenzioni originarie, all'esterno, in un piazzale del parco della villa di San Donato. L'anno successivo, tuttavia, il progetto mutò drasticamente con la decisione di Anatolio di realizzare un vero e proprio mausoleo in memoria del padre, con una conseguente collocazione del monumento all'interno di uno spazio chiuso (a questo periodo risalgono due modelli dell'intero complesso in marmo, il secondo, del 1840, ora conservato presso la Galleria d'Arte Moderna di palazzo Pitti). Per la progettazione del complesso fu bandito un apposito concorso del quale ci restano i progetti redatti dagli architetti Giuseppe Martelli e Nicolò Matas. Le statue del monumento (quasi del tutto terminate nel 1850 alla morte di Bartolini) vennero quindi scolpite in marmo 'zuccherino' (marmo statuario del tipo 'salone' proveniente dalle cave del monte Bettogli), ideale per la nuova sistemazione ma assolutamente inadatto all'esposizione esterna. Nel 1869 l'erede di Anatolio, Paolo, donò il gruppo al Comune di Firenze, individuando in questa piazza - in un quartiere beneficiato dal mecenate russo con la creazione dell'omonimo istituto in via San Niccolò (si veda al civico 30) e comunque legato alla famiglia per le varie residenze che qui ebbe (si veda a palazzo Serristori e a palazzo Amici in via dei Renai) - il luogo per la sua erezione. In funzione della donazione il Comune si accollò le spese per il completamento del complesso (affidato a Pasquale Romanelli, allievo di Bartolini, con l'assistenza dell'architetto Luigi Del Sarto per il montaggio dei vari elementi) sia quelle per la sistemazione della piazza a giardino. Il monumento fu inaugurato nella sua nuova sistemazione il 7 dicembre 1871. Tre anni dopo, nell'ottobre del 1874, Luigi Mussini, amico e ammiratore del Bartolini, scrisse al direttore de "La Nazione" lamentandosi della collocazione del gruppo alle intemperie e dei gravi danni che già le statue avevano subito, ricordando come queste fossero state concepite per un interno e invitando il Comune a intervenire prontamente con una adeguata copertura del monumento. Sulla scia dell'allarme (dopo un vivace dibattito sulle pagine de "La Nazione" al quale parteciparono tra gli altri Giovanni Dupré e lo stesso Pasquale Romanelli) si intervenne realizzando una modesta struttura in legno e lamiera (il repertorio di Cresti e Zangheri cita un parallelo progetto dello stesso Luigi Del Sarto pubblicato su "Ricordi di Architettura" del 1878 mentre altre fonti richiamano una ulteriore proposta messa a punto da Emilio De Fabris), facile bersaglio dell'ironia cittadina che la disse, facendo proprie le parole di Ugo Pesci, "degna di un venditore d'acqua gelata". Nel 1899 un nuovo progetto fu predisposto dall'ingegnere Cesare Spighi (Archivio storico del Comune di Firenze) ma solo nel 1912 l'inestetico padiglione fu sostituito con l'attuale copertura in vetro sostenuta da un telaio in ghisa, fuso dall'Officina del Pignone (i disegni sono ugualmente conservati presso l'Archivio storico del Comune di Firenze e dovrebbero risalire a un progetto messo a punto da Vittorio Tognetti). Tuttavia, per la stessa natura dei materiali impiegati, l'opera risulta delicata e e oggetto di facile aggressione da parte degli agenti atmosferici e degli inquinanti, oltre che di atti vandalici. Interessata nel tempo da vari interventi (tardi anni cinquanta con direzione dei lavori dell'architetto Umberto Fabbrini e interventi del restauratore scultore Paride Bernucci, 1976-1978, 2002) - i più antichi testimoniati dalle numerose stuccature in marmo e cemento sui gruppi statuari ed in particolare sulla figura de La Verità che si disvela all'arte - è stata negli ultimi tempi a lungo transennata (2011), quindi chiusa da una impalcatura per il restauro della copertura (2012). Nonostante tali cure il monumento versa in precarie condizioni conservative ed è in attesa di un intervento che potrebbe prevedere la ricomposizione delle porzioni di modellato rotte e distaccate, per le quali, oltre alla ricca documentazione fotografica, rimangono come chiaro riferimento i modelli in gesso conservati presso la Galleria dell'Accademia di Firenze (gipsoteca bartoliniana). Un intervento in tal senso appare oggi ancor più necessario dopo che, nel giugno del 2018, l'intero monumento è stato fatto oggetto di atti vandalici che hanno portato all'asportazione di tutto il sistema di dissuasori per volatili, con un particolare accanimento sulla figura del Dio Plauto del quale è stata frantumata la testa. Chiuso nuovamente da impalcature a seguito di questi fatti, il monumento è stato oggetti di analisi scientifiche e ricerche e il cantiere avviato (dopo una sospensione dovuta alla pandemia Covid-19) nel 2021. Il monumento è stato fatto oggetto di una scheda conservativa e di rilevazione tecnica redatta da Elena De Luca e Deborah D'Angelo nell'ambito della fase di progetto del Master in Conservazione e Restauro 2014 promosso dall'Associazione per l'Arte e il Restauro Palazzo Spinelli. |
Bibliografia
dettaglio |
Burci 1875, pp. 193-195; Firenze 1974, p. 362; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 305; Cesati (Piazze) 2005, p. 72; Cresti-Zangheri 1978, p. 82; Firenze 2005, p. 438; Invernizi 2007, I, p. 166, n. 142. Campo in corso di revisione. |
Approfondimenti |
Giunio Carbone, Il monumento di Niccolò Demidoff scolpito da Lorenzo Bartolini. Poema, Firenze, Tipografia Galileiana, 1837; (Inaugurazione del monumento), in "La Nazione", 7 dicembre 1871; Luigi Mussini, in "La Nazione", 20 ottobre 1874; Giovanni Duprè, in "La Nazione", 22 ottobre 1874; Luigi Mussini, in "La Nazione", 26 ottobre 1874; Pasquale Romanelli, in "La Nazione", 5 novembre 1874; Pasquale Romanelli, in "La Nazione", 10 novembre 1874; Pasquale Romanelli, in "La Nazione", 11 novembre 1874; "Ricordi di Architettura. Raccolta di ricordi d'arte antica e moderna e di misurazione di monumenti", I, 1878, fasc. I, tav. IV (Edicola per la copertura del monumento al princ.pe Anatolio Demidoff); Giovanni Duprè, Pensieri sull'arte e ricordi autobiografici, Firenze, successori Le Monnier, 1879, pp. 153-155; Luigi Mussini, Sul monumento Demidoff, in Luigi Mussini, Scritti d'arte, Firenze, Successori Le Monnier, 1880, p. 126-129; Guglielmo Enrico Saltini, Della vita e delle opere di Giuseppe Martelli architetto e ingegnere fiorentino, Firenze, Carnesecchi, 1888, pp. 17-25, 80-81, 122-124, tavv. IV-VII; Nello Tarchiani, Il modello del Monumento a Nicola Demidoff, in Miscellanea di storia dell'arte in onore di Igino Benvenuto Supino, Firenze, Olschki, 1933, pp. 563-604; Mario Tinti, Lorenzo Bartolini, Roma, Reale Accademia, 1936, II, pp. 47-53; Lorenzo Bartolini, catalogo della mostra (Prato, Palazzo Pretorio, febbraio-maggio 1978), Firenze, Centro Di, 1978, pp. 220-225; Antonio Paolucci, Restauro del monumento Demidoff di Lorenzo Bartolini, in "Prospettiva", 1978, 14, pp. 80-82; Maria Luisa Masetti, La diffusione del ferro e la lavorazione industriale: la copertura del monumento Demidoff, in Le officine Michelucci e l'industria artistica del ferro in Toscana (1834-1918), a cura di Marco Dezzi Bardeschi, Pistoia, Tipografia Pistoiese, 1981, pp. 291-292; Massimo de Vico Fallani, Giardino Demidoff, in Mario Bencivenni, Massimo de Vico Fallani, Giardini Pubblici a Firenze: dall'Ottocento a oggi, Firenze, Edifr, 1998, pp. 223-225; Piazza Demidoff. Monumento a Nicola Demidoff, in Russkaja Florencija. La Firenze dei Russi, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Strozzi, sala Ferri, 18 ottobre-14 novembre 2000) a cura di Maurizio Bossi con testi di Lucia Tonini e Michail Talalay, Firenze, Polistampa, 2000, pp. 16-17; Bombina Godino, Note in margine al monumento Demidoff di Lorenzo Bartolini, in "Bollettino della Società di Studi Fiorentini", 1999 (2000), 5, pp. 164-165; in "La Nazione", 10 febbraio 2002; Lorenzo Bartolini (Savignano di Prato 1777-Firenze 1850). Il bello e il vero: le sculture della collezione del Museo Civico, catalogo della mostra (Prato, Santa Chiara, 2010), Firenze, Edifir, 2010; Ettore Spalletti, Monumento a Nikolaj Demidov, in Lorenzo Bartolini scultore del bello naturale, catalogo della mostra (Firenze, Galleria dell'Accademia, 31 maggio-6 novembre 2011) a cura di Franca Falletti, Silvestra Bietoletti, Annarita Caputo, Firenze, Giunti, 2011, pp. 278-287; Claudio Paolini, Monumenti celebrativi nella Firenze postunitaria, Firenze, Polistampa, 2015, pp. 35-38 (Monumento a Nicola Demidoff); Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, II, Giardini e passeggi pubblici, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2015, pp. 494-501. |
Documentazione fotografica |
Archivi Alinari, Firenze: BGA-F-003147-0000 (veduta del monumento privo di copertura, indicata come 1890 circa ma presumibilmente 1875 circa); ARC-F-011823-0000 (veduta del monumento dall'alto con evidenziata la struttura di copertura, indicata come 1895 circa ma presumibilmente post 1915); ACA-F-035016-0000 (veduta d'insieme del monumento, 1920-1930 circa); ACA-F-002524-0000 (particolare del gruppo statuario con Niccolò e Anatolio Demidoff, 1932 circa); ACA-F-002525-0000 (particolare della statua della Misericordia, 1932 circa); ACA-F-002526-0000 (particolare della statua della Siberia, 1932 circa); ACA-F-002527-0000 (particolare della statua della Verità, 1932 circa). Archivi Scala, Bagno a Ripoli (Firenze): 0136354 (veduta d'insieme del monumento con la struttura di copertura); 0136355, 0136356 (veduta d'insieme del monumento da diverse angolature).Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 125978 (particolare di un gruppo scultoreo dopo gli interventi di restauro e riordinamento dei tardi anni cinquanta, 1960). |
Risorse in rete |
Sul monumento sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Piazza Demidoff su Wikipedia e dal data base relativo all'opera di Lorenzo Bartolini realizzato e reso disponibile online dalla Galleria dell'Accademia di Firenze. |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
23/08/2013 |
Data ultima modifica |
23/11/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
05/03/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini, con la collaborazione di Deborah D'Angelo e Elena De Luca. |
Tags |
monumento, scultura, comunità straniera (russo). |
Localizzazione |
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