Quartiere |
Santa Croce |
Ubicazione |
Via de' Pepi |
Denominazione |
Via de' Pepi |
Altre denominazioni |
Via de' Bonfanti, via della Pietra, via San Giuliano, via della Pietà, via della Colomba, via del Ciriagio, via dell'Androne, via del Canto al Pino, via del Canto al Galeone, via Sant'Anna |
Affacci |
. |
Proprietà |
Comune di Firenze. |
Architetti - Ingegneri |
Ignoto/i. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
La via corre da piazza di Santa Croce, dove è il canto alle Mosche, a via dei Pilastri, dove è il canto al Galeone. Lungo il tracciato si intersecano: via del Fico, via Ghibellina (canto degli Orlandini), via dell'Agnolo (canto alla Briga), via dell'Ulivo, via Martiri del Popolo, via Pietrapiana (all'altezza del canto di Nello) e via di Mezzo, dove è il canto al Pino. Nel corso del tempo, così come voleva l'uso antico, la strada aveva assunto denominazioni diverse in ragione dei vari tratti, ancora ben documentate nella pianta delineata da Ferdinando Ruggieri nel 1731. Il primo segmento, dal canto alle Mosche di piazza di Santa Croce a via Ghibellina, appare qui indicato come via del Pepe (sic) ma ancor prima si chiamava via de' Bonfanti, dalla famiglia che qui aveva le proprie case poi passate appunto ai Pepi; il secondo, tra via Ghibellina e via dell'Agnolo, appare come via della Pietra, ma era stato ugualmente detto via San Giuliano (forse per un ospizio) e via della Pietà; il terzo, da via dell'Agnolo a via Pietrapiana, è segnato come via della Colomba, e prima era titolato via del Ciriagio (ciliegio); il quarto, tra via Pietrapiana e via di Mezzo, è identificato come Landrone (cioè via dell'Androne) e ancor prima era detto via del Canto al Pino; l'ultimo, da via di Mezzo a via dei Pilastri, che in antico si diceva via del Canto al Galeone, appare segnato come via Sant'Anna, dalla venerata immagine un tempo conservata nel tabernacolo posto in prossimità di via dei Pilastri, che ugualmente si chiamava canto di Sant'Anna. L'attuale denominazione, precedentemente riservata al primo tratto, è in relazione all'antica famiglia Pepi, che qui aveva ed ha il proprio palazzo. Per quanto riguarda le trasformazioni subite nel tempo dal tracciato, si ricordano gli esiti dell'intervento di risanamento del quartiere di Santa Croce avviato nel 1936, che portò alla distruzione delle vecchie case poste sulla porzione del tracciato tra via dell'Agnolo e via Pietrapiana, con l'edificazione di nuovi fabbricati tra i quali il complesso dell'Ufficio tecnico erariale, del palazzo dei Tipografi e del palazzo delle Poste. Ad eccezione di questi nuovi edifici (eretti tra gli anni trenta e cinquanta), la via è per lo più segnata da semplici e comunque antiche case a schiera, in buona parte un tempo di proprietà di enti ecclesiastici e confraternite. Il carattere complessivo dell'arteria è quindi residenziale popolare, con tuttavia l'emergenza del già citato palazzo Pepi Ferri e di altri edifici architettonicamente significativi nella zona prossima alla basilica di Santa Croce. Dal lato opposto, verso via dei Pilastri, "si allineano palazzetti modesti, ma d'una certa nobiltà, con eleganti portaletti e piccoli stemmi corrosi dal tempo. Un intelligente restauro al loro interno potrebbe rendere a questo tratto di strada una certa dignità urbanistica" (Bargellini-Guarnieri 1978). Da registrare in effetti come negli ultimi anni su molte di queste case siano stati effettuati interventi di ripristino delle facciate, cosa che ha consentito di restituire una certa dignità a quest'ultimo tratto di strada, seppure a seguire una vicenda che ha sollevato non poche polemiche. Buona parte degli immobile compresi nel quadrilatero compreso tra via de' Pepi, via degli Alfani, via Fiesolana e via di Mezzo, risulterebbero infatti Edilizia Residenziale Pubblica (ERP), sottoposta a precise regole di mercato. Tuttavia, nel corso del 2017, il Comune le ha vendute al fondo Invimit, vendita contro la quale si è successivamente espresso in modo negativo il TAR (2018). La carreggiata è per tutto il tratto a lastrico. |
Bibliografia
dettaglio |
Stradario 1913, p. 105, n. 742; Stradario 1929, p. 89, n. 813; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, III, 1978, p. 54; Ciabani 1984, pp. 88-89, 92-93, 96-97, 276-277, 286-289; Stradario 2004, p. 330. |
Approfondimenti |
Guido Carocci, Il Canto alle Mosche, in "L'Illustratore fiorentino", Calendario Storico anno 1907, IV, 1906, pp. 161-62; Guido Carocci, Via S. Anna ora Via de' Pepi, in "L'Illustratore fiorentino", Calendario Storico anno 1910, VII, 1909, p. 117. |
Documentazione fotografica |
Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 13268, 13269, 13278, 13279, 13290, 13291, 13292, 13295, 13299, 13307, 13308, 13314 (documentazione prima e durante l'intervento di 'risanamento' del 1936, 1936); 113250 (veduta panoramica di un tratto della via, 1936). |
Risorse in rete |
Sulla via sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Via de' Pepi su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL) e dallo Stradario storico amministrativo del Comune di Firenze disponibile online. |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
30/10/2013 |
Data ultima modifica |
18/12/2020 |
Data ultimo sopralluogo |
21/01/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
toponomastica, stradario (via, canto), lastrico. |
Localizzazione |
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