Quartiere |
Santa Croce |
Ubicazione |
Via de' Benci 6 |
Denominazione |
Palazzo Corsi Horne |
Altre denominazioni |
Palazzo Corsi, palazzo Fossi, Museo Horne |
Affacci |
corso dei Tintori |
Proprietà |
Fagni, Alberti del Giudice, Corsi, Nencini, Fossi, Burgisser, Horne, Fondazione Horne. |
Architetti - Ingegneri |
Cronaca (Simone del Pollaiolo, d.), Baccio d'Agnolo (Bartolomeo Baglioni, d.), da Sangallo Giuliano (Giuliano Giamberti, d.), Horne Herbert Percy, Campani Eugenio, Morozzi Guido, Del Buono Marinella, Zeuli Fulvia, Fara Antonio. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Sansovino Andrea (Andrea Contucci, d.), Benedetto da Rovezzano (Benedetto Grazzini, d.), Tosetti Averardo. |
Uomini illustri |
Horne Herbert Percy. |
Note storiche |
Il palazzo sorge in una zona in antico segnata dalle case della famiglia Fagni, poi passate nel 1346 agli Alberti. E' a questi ultimi che dobbiamo la costruzione di una più ampia casa corte mercantile, eretta verosimilmente attorno alla metà del XIV secolo (ante 1357). Nel 1489 tale edificio fu ceduto a Simone e Luigi di Jacopo Corsi e negli anni seguenti (1495-1502) da questi ampliato e ristrutturato secondo i dettami rinascimentali, fino a definirlo nei termini attuali: i fornici al piano terreno furono tamponati ad eccezione di uno, lungo via de' Benci, dove fu ricavato l'attuale ingresso, le bugne furono mantenute solo presso la cantonata e isolate sulla superficie ad intonaco dei prospetti, una 'panca di via' posta a perimetrare il palazzo. Ai piani superiori furono rimodellate le finestre (quattro per piano su ogni prospetto), anch'esse centinate e bugnate, e fu realizzata una nuova bugnatura angolare, sempre più liscia e meno risaltata rispetto a quella del piano inferiore. Il cortile interno fu poi dotato di un ampio portico lungo il lato settentrionale, caratterizzato da belle colonne in pietra serena e con una tipica volta unghiata. Così ammodernato il palazzo non servì tuttavia quasi mai da residenza dei proprietari: nel 1589 ne era affittuario Gino di Filippo Rinuccini; nella seconda metà del XVIII secolo era abitato dai Nencini, che l'acquistarono nel 1812. Passato nella prima metà dell'Ottocento ai Fossi, il palazzo fu oggetto di una "sopredificazione al secondo piano", tra il 1832 e il 1849, per volere del marchese Antonio. Fu poi venduto nel 1896 dal marchese Federico ai Burgisser, i quali a loro volta lo vendettero all'architetto e collezionista inglese Herbert P. Horne nel 1911. Questi promosse e coordinò dal 1912 al 1915 un impegnativo intervento di restauro con l'ausilio dell'ingegner Eugenio Campani, eliminando i tramezzi, le superfetazioni e le tamponature effettuate nei secoli precedenti, ridando così leggibilità e valore all'edificio rinascimentale. Già reputato da Herbert Horne come opera di Giuliano da Sangallo (e di Andrea Sansovino per gli elementi scultorei), e quindi più correttamente ricondotto da Adolfo Venturi a Simone del Pollaiolo detto il Cronaca, è oggi ritenuto opera di quest'ultimo coadiuvato nel cantiere da Baccio d'Agnolo, mentre a un maestro vicino a Benedetto da Rovezzano spetterebbero gli elementi scultorei. Attualmente il palazzo, sede della fondazione Horne dal 1917, ospita il Museo Horne che, con la contestualizzazione di una ricca collezione di opere d'arte, bene si presta a ricreare la dimensione di una dimora fiorentina di fine Quattrocento. Già interessato da alcuni lavori di completamento eseguiti tra il 1921 e il 1922 con un finanziamento del Ministero della Pubblica Istruzione (funzionali a renderlo accessibile come museo), fu sottoposto a un intervento di consolidamento di alcune strutture e di restauro della loggia dell'ultimo piano tra il 1954 il 1958 per le cure dell'architetto Guido Morozzi della Soprintendenza ai Monumenti. Nuovamente restaurato dopo i danni arrecati dall'alluvione del 1966 (1970-1973, con un nuovo allestimento del piano terreno e del secondo piano diretto da Ugo Procacci e Luciano Bellosi), ha goduto di ulteriori e significativi interventi in questi ultimi anni grazie al sostegno di realtà pubbliche e private. Tra il 1997 e il 2000 sono state restaurate le facciate del palazzo per le cure dell'architetto Marinella Del Buono della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici (impresa esecutrice R.A.M.), nel 2004 gli intonaci dei prospetti interni (architetto Fulvia Zeuli, impresa esecutrice R.A.M.). Nello stesso anno si è concluso il complesso intervento di recupero del piano seminterrato, già adibito a cucine e celle, su progetto dell'architetto Antonio Fara e con il determinante contributo dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Guardando la cantonata dell'edificio si evidenziano chiaramente i punti dove si impostano gli archi a delimitare gli originari fornici terreni. Sul fianco di corso dei Tintori, al limitare dell'edificio, è uno scudo moderno realizzato dall'ornatista Averardo Tosetti su disegno di Herbert Horne e posto nel 1915 con l'arme dei Fossi (troncato: nel 1° d'oro, all'aquila al volo abbassato di nero; nel 2° d'argento, alla fascia di rosso caricata di un rametto di cedro fruttato d'oro, posto rivolto nel senso della pezza). Sul fronte di via de' Benci, in prossimità della cantonata, è l'arme degli Alberti (d'azzurro, a quattro catene d'argento moventi dai quattro angoli dello scudo e riunite in cuore per un anello dello stesso), sempre moderna (1915). Nell'androne è lo scudo (ricollocato da Herbert Horne) con tracce evidenti di policromia con l'arme dei Corsi (trinciato di verde e di rosso, al leone dell'uno all'altro, e alla banda attraversante d'argento). Oltre il cancello si apre il contenuto ed elegantissimo cortile, porticato su un lato, arricchito da un gioco continuo di pieni e vuoti e da fasce decorative pittoriche a imitazione del graffito. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale, ed è tutelato da vincolo architettonico dal 1913. |
Bibliografia
dettaglio |
Stegmann-Geymüller 1885-1908, X, p. 2; Elenco 1902, p. 253; Limburger 1910, n. 258; Bertarelli 1922, p. 83; Garneri 1924, pp. 146-147, n. XXVII; Bertarelli 1937, p. 166; Allodoli-Jahn Rusconi 1950, p. 120; Barfucci 1958, p. 132; Thiem 1964, p. 126, n. 67, tav. 180; Bucci-Bencini 1971-1973, I, 1971, pp. 119-122; Borsook 1972, p. 89; Ginori Lisci 1972, II, pp. 621-624; Fanelli 1973, I, p. 238; II, p. 54, fig. 297; Firenze 1974, p. 177; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, pp. 117-118; Schedatura 1989, p. 101, n. 144; Gabriele Morolli in Firenze 1992, p. 91, n. 60; Vannucci 1995, pp. 96-98; Zucconi 1995, p. 72, n. 88; Profeti 1999, pp. 34-35; Cesati 2005, I, p. 68; Firenze 2005, p. 409; Paolini 2008, pp. 62-64, n. 73; Paolini (Benci) 2008, pp. 45-51, n. 5; Paolini 2009, pp. 79-82, n. 85; Romby-Rovida 2012, pp. 19, 23, 31-32; Paolini 2013, pp. 63-64. |
Approfondimenti |
Guido Carocci, Il palazzo Horne, in "Arte e Storia", XXXV, 1916, 8, pp. 250-251; Carlo Gamba, Il palazzo e la raccolta Horne a Firenze, in "Dedalo", I, 1920, pp. 162-185; E.W. Antony, The Horne House. Florence, in "The House Beautiful", LII, 1922, 5, pp. 413-416, 465-466; Carlo Gamba, La Fondazione Horne e la casa fiorentina del Rinascimento, in "Il Marzocco", 29 gennaio 1922; The Horne Museum, in "Florence", X, 1959, 4, pp. 28-29; Filippo Rossi, Il Museo Horne a Firenze, Milano, Electa, 1966; Claudio Paolini, Una 'raffinata dimora signorile', in "M.C.M. La Storia delle Cose", V, 1991, 14, pp. 28-31; Brenda Preyer, Il palazzo Corsi Horne: dal diario di restauro di H. P. Horne, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1993; Giampaolo Trotta, La distribuzione degli spazi e la tipologia edilizia nel palazzo tra Quattro e Cinquecento: il palazzo Corsi-Horne, in Itinerari nella casa fiorentina del Rinascimento, a cura di Elisabetta Nardinocchi, Firenze, Fondazione Herbert P. Horne, 1994, pp. 13-25; Brenda Preyer, Art, Architecture and Archives. The Case of Herbert Horne, in Storia dell'arte e politica culturale intorno al 1900. La fondazione dell'Istituto Germanico di Storia dell'Arte di Firenze, atti del convegno (Firenze, 21-24 maggio 1997) a cura di Max Seidel, Venezia, Marsilio, 1999, pp. 280-296; Giampaolo Trotta, Dal palagetto degli Alberti alla dimora rinascimentale dei Corsi, in Il Museo Horne. Una casa fiorentina del Rinascimento, Firenze, Edizioni della Meridiana, 2001, pp. 7-12; Claudio Paolini, Del vivere in un'opera d'arte. Herbert P. Horne a palazzo Corsi, in "Opere. Rivista toscana di architettura", II, 2004, 4, pp. 9-13; Giampaolo Trotta, Il palagio dei Corsi: nella vigile attesa di una novella età dell'oro, in Herbert Percy Horne e Firenze, atti della giornata di studi (Firenze, 2001) a cura di Elisabetta Nardinocchi, Firenze, Edizioni della Meridiana, 2005, pp. 31-47; Brenda Preyer, "Da chasa gli Alberti": the 'Territory' and Housing of the Family, in Leon Battista Alberti. Architetture e committenti, atti dei convegni internazionali del Comitato Nazionale VI centenario della nascita di Leon Battista Alberti (Firenze-Rimini-Mantova, 12-16 ottobre 2004) a cura di Arturo Calzona et al., Firenze, Olschki, 2009, pp. 3-33; Museo Horne. Guida alla visita del museo, a cura di Elisabetta Nardinocchi, Firenze, Polistampa, 2011; Gianluca Belli, Paramenti bugnati e architettura nella Firenze del Quattrocento, Firenze, University Press, 2019, p. 406, n. 10, figg. 126-127 (ma si vedano anche i rimandi al testo tramite l'indice analitico della pubblicazione). |
Documentazione fotografica |
Archivi Alinari, Firenze: BGA-F-023418-0000 (veduta d'angolo dei due prospetti, 1920-1930); BGA-F-023419-0000 (particolare del cortile, 1920-1930); BGA-F-023420-0000 (particolare della loggia interna al piano nobile, 1920-1930); ACA-F-046445-0000 (particolare del cortile, 1930). Archivi Scala, Bagno a Ripoli (Firenze): 0067112, 0090921, 0090932 (vedute degli spazi interni del museo). Fototeca Musei Civici Fiorentini, Firenze: 6343 (veduta d'insieme dei prospetti, 1920-1930 ca.). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 793, 794 (vedute del cortile con i lavori per la protezione del palazzo dalle offese della guerra aerea, 1940-1943); 55741, 55742, 55743, 55744 (vedute del cortile da varie angolazioni, 1971); 55745 (vedute di una sala terrena, 1971); 56735, 56736, 56737, 56738 (vedute d'insieme dei prospetti con i segni dell'alluvione del 1966, 1971); 67758, 67759, 67760, 67761, 67762, 67763, 67764, 67765, 67766, 67767, 68202, 68203, 68204, 68601, 68602, 68603, 68604, 68605, 68606, 68607, 68608, 68609 (vedute del cantiere di restauro e rifacimento delle coperture, 1973); 193354 (particolare degli intonaci della facciata, 1997); 193355, 193356 (veduta d'insieme del prospetto su via de' Benci prima dell'intervento di restauro, 1997); 193357, 193358 (particolari degli intonaci della facciata, 1997); 193359, 193360 (vedute d'insieme del prospetto su corso dei Tintori con l'allestimento del ponteggio, 1997); 193361, 193362, 193363, 193364, 193365, 193366, 193367, 193368, 193369, 193370, 193371, 193372 (particolari degli intonaci e degli elementi lapidei delle facciate ripresi prima dell'intervento di restauro dai ponteggi, 1997); 195160, 195161, 195162, 195163, 195191 (riproduzioni fotografiche di disegni relativi alle facciate e agli infissi dell'edificio conservati presso l'Archivio Horne, 1997); 195639, 195640, 195641, 195642, 195643, 195644, 195645, 195646, 195647, 195648 (particolari della finestra dipinta sul prospetto di via de' Benci dopo il suo restauro, 1998); 199249, 199250, 199251 (vedute degli spazi seminterrati, 1998); 199252, 199253, 199254 (particolari dei corpi illuminanti delle sale del museo, 1998); 199285, 199286, 199287, 199288, 199289 (vedute d'insieme del cortile, 1998); 199290, 199291, 199292, 199293, 199294, 199295, 199296, 199297, 199298, 199299, 199300, 199301 (vedute d'insieme delle sale del museo, 1998); 204314, 204315 (vedute della rampa di accesso ai locali seminterrati, 2000); 206803, 206804, 206805, 206806 (vedute d'insieme dei prospetti a restauri conclusi, 2000); 207282, 207283, 207284, 207285, 207286, 207287 (vedute del prospetto su via de' Benci, 2000); 208357, 208358, 208359, 208360, 208361, 208362, 208363, 208364, 2083565, 208366, 208367, 208368, 208369 (vedute dei prospetti e di particolari degli interni al termine dell'intervento di restauro, 2000); 209371, 209372, 209373, 209374, 209375, 209376 (documentazione di una scritta imbrattante a vernice sul prospetto di corso dei Tintori, 2001); 2019806, 2019807, 2019808 (intervento ai canali di deflusso delle acque del cortile, 2004). |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dal sito ufficiale del museo Horne e dalla voce Museo Horne su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL). |
Codice SBAPSAE |
FI1012 |
ID univoco regionale |
90480170013 |
Data creazione |
15/08/2008 |
Data ultima modifica |
04/04/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
21/01/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
museo, panca di via, stemma familiare, comunità straniera (inglese). |
Localizzazione |
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