Quartiere |
Santa Maria Novella |
Ubicazione |
Via Por Santa Maria |
Denominazione |
Via Por Santa Maria |
Altre denominazioni |
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Affacci |
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Proprietà |
Comune di Firenze. |
Architetti - Ingegneri |
Ignoto/i. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
La strada corre dal Ponte Vecchio (lungarno degli Archibusieri e lungarno degli Acciaiuoli) a via Calimaruzza, subito dopo la piazza del Mercato Nuovo. Lungo il tracciato si innestano: borgo Santi Apostoli e via Lambertesca (canto de' Girolami), via delle Terme, volta dei Mercanti e via Vacchereccia. La denominazione, già attestata attorno all'anno mille, ricorda, per abbreviazione, la porta meridionale del primo cerchio di mura (porta di Santa Maria), a sua volta intitolata a una chiesa non più esistente (Santa Maria e successivamente Santa Maria sopra Porta), che si apriva presumibilmente in corrispondenza degli sbocchi di borgo Santi Apostoli e di via Lambertesca. La posizione della strada, in asse con il Ponte Vecchio e in direzione del centro commerciale, civile e religioso, la rendevano e ancora la rendono centrale nel sistema viario della città, di modo che la possiamo immaginare da sempre ambìta soprattutto come area di commerci e di relazioni sociali. In età medioevale erano state erette lungo la via le case e le torri delle più importanti famiglie fiorentine: Amidei, Infangati, Baroncelli, Fifanti, Gherardini, Girolami, Guidi, Scolari, Tignozzi, Baldovinetti. Parallelamente si erano concentrate lungo l'arteria numerosissime le botteghe dell'Arte della Seta, tanto che dal nome della strada quest'ultima fu nota anche come Arte di Por Santa Maria. "Col tempo l'arteria s'imborghesì, sempre però mantenendo il carattere commerciale, specialmente per i negozi di merceria. Nell'Ottocento tutte le fiorentine acquistavano rocchetti di refe e sigarette di sete; nastri e galloni; trine e bottoni, quasi esclusivamente in Por Santa Maria, strada tutt'altro che aristocratica, tutt'altro che bella, tutt'altro che caratteristica, per quanto fra i camuffamenti architettonici si distinguessero ancora qualcuna delle torri più famose" (Bargellini-Guarnieri 1978). In effetti, oltre alle fotografie del tempo, un rilievo con l'alzato di tutti gli edifici in fregio alla strada realizzato nel 1938 per progettare gli allestimenti da realizzare in occasione della visita a Firenze del Fuhrer, conservato presso l'Archivio storico del Comune di Firenze, ci restituisce l'immagine di una via, fermo restando alcune presenze antiche quali la torre dei Girolami, con la maggior parte degli edifici riconfigurati nell'Ottocento, segnati al terreno da una successione praticamente ininterrotta di sporti adibiti ad attività commerciali, non certo caratterizzata come ci si sarebbe potuti aspettare per una delle arterie più antiche della città. Tale situazione, comunque, fu del tutto compromessa a seguito dell'esplosione, nella notte tra il 3 e il 4 agosto 1944, delle mine poste dall'esercito tedesco in ritirata per rallentare l'avanzata degli alleati, che rasero al suolo l'intera cortina degli edifici, fatta eccezione per alcune limitate porzioni che permisero successivamente il restauro (con ampie integrazioni) della torre degli Amidei e della torre dei Baldovinetti. Negli anni della ricostruzione, tra le inevitabili polemiche (si veda al proposito la scheda relativa al palazzo della Borsa Merci), si optò per un progetto nel quale, pur evitando come proposto da alcuni la ricostruzione degli edifici sulla base della documentazione fotografica, si mantenne alle architetture articolazioni di massa ed elementi distintivi propri della tradizione antica (sporti, gronde alla fiorentina, uso della pietra forte), seppure all'interno di un disegno che complessivamente è da giudicarsi moderno e che ricuce, senza traumi, la zona storica con quella novecentesca. Sostanzialmente è quindi da sottoscrivere ciò che Piero Bargellini scriveva nel 1952 (citato in Bargellini-Guarnieri 1978): "Si preferì la situazione di compromesso e il compromesso non dà mai come risultato la bellezza. Non è detto però che la nuova via Por Santa Maria sia orribile, come si sente dire e come si sente ripetere più per pigrizia che per convinzione. Il giusto verdetto è questo: si è perso una bella occasione per fare una cosa bellissima. Si poteva fare una cosa quasi sublime. Si è fatto invece una cosa mediocre. Ma anche nelle cose mediocri, a Firenze c'è ancora tanto buon senso, da dare al mondo una lezione di buon gusto". Ancora oggi via Por Santa Maria è, assieme al Ponte Vecchio, la via più segnata dal traffico pedonale e ancora, come un tempo, assieme ai molti nuovi negozi, rimangono alcuni esercizi tradizionali, eredi delle mercerie ottocentesche. |
Bibliografia
dettaglio |
Fantozzi 1843, p. 62, n. 122; Stradario 1913, p. 114, n. 806; Stradario 1929, p. 97, n. 882; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, III, 1978, pp. 163-166; Ciabani 1984, pp. 240-243; Stradario 2004, p. 354. |
Approfondimenti |
Marco Lastri, Via Por Santa Maria, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, XI, pp. 91-95. |
Documentazione fotografica |
Campo in corso di revisione. |
Risorse in rete |
Sulla via sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Via Por Santa Maria su Wikipedia e dallo Stradario storico amministrativo del Comune di Firenze disponibile online. |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
01/11/2013 |
Data ultima modifica |
16/08/2020 |
Data ultimo sopralluogo |
21/07/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
toponomastica, stradario (via, canto). |
Localizzazione |
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