Quartiere |
Santa Croce |
Ubicazione |
Borgo Santa Croce 8 |
Denominazione |
Casa Vasari |
Altre denominazioni |
Casa Morrocchi |
Affacci |
. |
Proprietà |
Spinelli, Vasari, Diacceti, Morrocchi, Ghelardi, Morrocchi, Passarin d'Antreves. |
Architetti - Ingegneri |
Ignoto/i. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Vasari Giorgio, Zucchi Jacopo, Botticelli Guido, Germani Gioia. |
Uomini illustri |
Cimabue (Cenni di Pepo, d.), Giotto di Bondone, Brunelleschi Filippo, Masaccio (Tommaso di ser Giovanni, d.), Donatello (Donato de' Bardi, d.), Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti, Raffaello Sanzio, Perin del Vaga (Pietro Buonaccorsi, d.), Giulio Romano, Andrea del Sarto (Andrea d'Agnolo, d.), Rosso Fiorentino (Giovanni Battista di Jacopo, d.), Salviati Francesco (Francesco de' Rossi, d.), Santi di Tito, Vasari Giorgio. |
Note storiche |
L'edificio, databile al Cinquecento quando in questa zona si erigevano palazzi o si ridisegnavano in tal senso le case a schiera medioevali preesistenti (come è nel nostro caso), è noto per essere stato residenza fiorentina del pittore Giorgio Vasari, concessagli in affitto dal duca Cosimo I de' Medici nel 1557 dopo essere stata requisita nel 1548 a Niccolò Spinelli, proprietario di vari immobili nella zona (si veda in particolare il palazzo Spinelli al n. 9). Nel 1561 la casa fu donata definitivamente all'artista in segno di riconoscenza per i suoi servigi. A similitudine di quanto fatto nella sua residenza nella città natale di Arezzo, l'artista con i suoi collaboratori (tra questi determinante il ruolo di Jacopo Zucchi) affrescò attorno al 1572 vari ambienti, dei quali ci rimane la Sala Grande, con raffigurazioni aventi come tema le arti e il primato della pittura, sotto forma di storie tratte dagli scritti di Plinio (Origine dell'arte, Zeusi e le cinque fanciulle, Apelle e il ciabattino), immagini allegoriche, fregi e ritratti di artisti. Per questi ultimi, avendo come riferimento le incisioni già di corredo all'edizione delle Vite del 1568, Vasari compendiò la sua idea dell'arte scegliendo tredici artisti da lui stimati o per il ruolo avuto come precursori, o per gli alti livelli raggiunti nella propria opera, o perché determinanti nella sua formazione: compaiono così in un fregio (secondo questa successione) Cimabue, Giotto, Masaccio, Donatello, Brunelleschi, Raffaello, Michelangelo, Leonardo da Vinci, Andrea del Sarto, Perin del Vaga, Giulio Romano, Rosso Fiorentino e Francesco Salviati, col quale Vasari aveva lavorato a Roma. Sul camino è poi il ritratto dello stesso Giorgio Vasari sotto forma di busto, affiancato da due scudi con le armi delle famiglie Vasari e Bacci (in relazione al matrimonio contratto dall'artista con Nicolosa Bacci). Sempre nel fregio è anche uno scudo con le armi di Francesco I de' Medici e Giovanna d'Austria, Nel 1677 la residenza fu visitata da Francesco Cinelli che ci ha lasciato un'accurata descrizione sia degli affreschi sia delle altre opere d'arte qui al tempo conservate, tra le quali dipinti di Leonardo da Vinci, Ridolfo del Ghirlandaio, Fra' Bartolomeo, Albrecht Dürer, Santi di Tito, Parmigianino e Paolo Veronese. La casa rimase nelle disponibilità della famiglia Vasari fino alla morte dell'ultimo discendente (1687) quindi, dopo altri passaggi di proprietà non ben documentati (Gaetano Cambiagi la indica come Diacceti), passò nella prima metà dell'Ottocento alla nobile famiglia Morrocchi e, benché nel 1910 Walther Limburger la segnali come abitata dai Ghelardi, è rimasta fino ai nostri giorni in questa proprietà. Il prospetto mantiene ancora oggi sostanzialmente il carattere cinquecentesco, e si presenta organizzato su tre assi per cinque piani, l'ultimo frutto di una soprelevazione ottocentesca. Le finestre si presentano allineate sulle cornici marcadavanzale, tutte profilate da bozze di pietra disposte a raggiera che, ben rilevate all'altezza del piano nobile (corrispondente alla Sala grande prima richiamata), arretrano a filo dell'intonaco ai piani superiori, secondo una consuetudine propria del tempo che ricorre, ad esempio, anche nell'adiacente palazzo Serristori (si veda al numero civico 6). Si segnala inoltre la graziosa finestra per i bambini, posta al di sotto della finestra centrale del primo piano. "Le trasformazioni sei settecentesche, ma essenzialmente le modifiche apportate nell'Ottocento, permettono di fare solo delle ipotesi sulla struttura della casa nella seconda metà del XVI secolo. Al XIX secolo risalgono sicuramente la realizzazione delle ampie scale a pozzo che sono andate a sostituire una scala ad anima a doppia rampa rettilinea, l'ampliamento del portale di accesso e l'accrescimento di un piano del corpo di fabbrica sulla strada, operazione che ha allungato ulteriormente il prospetto dopo il 'ridisegno' quasi sicuramente operato dopo la morte del Vasari" (Marco Bini 1981). Nel 1942 l'edificio fu interessato da un intervento di restauro che comportò la stesura di nuovi intonaci e la sostituzione di parte del pietrame della facciata. Al 1995 si data invece un intervento ai prospetti sul cortile interno. Nella piccola corte interna a cui si accede da un lungo androne, due possenti pilastri documentano le preesistenze trecentesche. Sulla parete di fondo è un dipinto murale orami dilavato, con due figure allegoriche a lato di un grande stemma oramai consunto (che Walther Limburger leggeva come riferito alla famiglia Guidotti), sempre riconducibile al tardo Cinquecento. Per quanto riguarda il ciclo di affreschi della Sala Grande, dopo un lungo periodo di abbandono, grazie all'interessamento della proprietà, di Umberto Baldini e della Fondazione Horne, si è intervenuti prima con un intervento di consolidamento, quindi con le ulteriori fasi di restauro fino al completo recupero del ciclo (2009-2011) per le cure dei restauratori Guido Botticelli e Gioia Germani e con il sostegno dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Grazie a tale intervento e alla convenzione stipulata tra la proprietà e il Museo Horne la casa è visitabile. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale, ed è tutelato da vincolo architettonico dal 1933. |
Bibliografia
dettaglio |
Bocchi-Cinelli 1677, pp. 305-307; Cambiagi 1771, p. 88; Cambiagi 1781, p. 84; Fantozzi 1842, p. 227, n. 36; Fantozzi 1843, pp. 161-162, n. 381; Firenze 1850, pp. 468-469; Illustratore fiorentino 1880, pp. 21-22; Bacciotti 1879-1886, III, 1886, p. 95; Bigazzi 1886, p. X; Elenco 1902, p. 250; Limburger 1910, n. 708; Bertarelli 1922, p. 86; Garneri 1924, p. 148, n. XXXVII; Bertarelli 1937, p. 171; Allodoli-Jahn Rusconi 1950, p. 110; Barfucci 1958, p. 132; Limburger-Fossi 1968, n. 708; Borsook 1972, p. 90; Firenze 1974, p. 177; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, III, 1978, p. 318; Cesati 2005, II, pp. 563-564; Firenze 2005, p. 396; Paolini 2008, pp. 195-197, n. 297; Paolini 2009, pp. 272-273, n. 387. |
Approfondimenti |
Guido Carocci, La casa di Giorgio Vasari, in "Arte e Storia", XXX, 1911, 10, p. 317; Walter Bombe, Giorgio Vasaris Häuser in Florenz und Arezzo und andere italienische Künstlerhäuser der Renaissance, in "Belvedere", 13, 1928, pp. 55-59; Matthias Winner, Die Quellen der Pictura-Allegorien in gemalten Bildergalerien des 17. Jahrhunderts zu Antwerper, Diss. Univ., Köln, 1957; Detlef Heikamp, A Florence, la maison de Vasari, in "L'Oeil", 1966, 137, pp. 2-9, 42; Mazzino Fossi, Documenti inediti vasariani, in "Antichità Viva", XIII, 1974, 3, pp. 63-66; Alessandro Cecchi, La casa del Vasari a Firenze, in Giorgio Vasari, catalogo della mostra (Arezzo, 26 settembre-29 novembre 1981), Firenze, Edam, 1981, pp. 37-43; Marco Bini, Note al rilievo della casa fiorentina del Vasari, in Giorgio Vasari, catalogo della mostra (Arezzo, 26 settembre-29 novembre 1981), Firenze, Edam, 1981, pp. 45-47; Alessandro Cecchi, Nuove ricerche sulla casa del Vasari a Firenze, in Giorgio Vasari tra decorazione ambientale e storiografia artistica, a cura di Gian Carlo Garfagnini, Firenze, Olschki, 1985, pp. 273-283; Albrecht Juerg, Die Häuser von Giorgio Vasari in Arezzo und Florenz, in Künstlerhäuser von der Renaissance bis zur Gegenwart, a cura di Eduard Hüttinger, Zürich, Waser, 1985, pp. 83-100; Alessandro Cecchi, Le case del Vasari ad Arezzo e Firenze, in Case di artisti in Toscana, a cura di Roberto Paolo Ciardi, Cinisello Balsamo, Amilcare Pizzi, 1998, pp. 29-77; Laura Corti, Case d'artista, in L'architettura civile in Toscana. Il Cinquecento e il Seicento, a cura di Amerigo Restucci, Cinisello Balsamo (Milano), Amilcare Pizzi, 1999, pp. 115-129, p. 117; Michiaki Koshikawa, Apelles's Stories and the Paragone debate: a re-reading of the frescoes in the Casa Vasari in Florence, in "Artibus et Historiae", XXII, 2001, 43, pp. 17-28; Umberto Baldini, Pietro Alessandro Vigato, The Frescoes of Casa Vasari in Florence: an interdisciplinary approach to undrestanding, conserving, exploiting and promoting, Firenze, Polistampa, 2006; Liana De Girolami Cheney, The Homes of Giorgio Vasari, New York, Lang, 2006; Tiziana Landra, Il rebus di casa Vasari a Firenze: note a margine dell'Inventione per la decorazione del salotto, in Reverse engineering: un nuovo approccio allo studio dei grandi cicli rinascimentali, a cura di Èmilie Passignat e Antonio Pinelli, Roma, Carocci, 2007, pp. 139-144; Liana De Girolami Cheney, Le dimore di Giorgio Vasari, New York, Lang, 2011; Elisabetta Nardinocchi, Casa Vasari a Firenze. Specchio e sintesi dell'opera di un artista, in Ammannati e Vasari per la città dei Medici, a cura di Cristina Acidini e Giacomo Pirazzoli, Firenze, Polistampa, 2011, pp. 138-146; Elisabetta Nardinocchi, Casa Vasari. Giorgio Vasari, in Ammannati e Vasari per la città dei Medici, a cura di Cristina Acidini e Giacomo Pirazzoli, Firenze, Polistampa, 2011, pp. 223-224. |
Documentazione fotografica |
Archivi Scala, Bagno a Ripoli (Firenze): 0074524, 0074526, 0074528 (vedute degli affreschi della Sala Grande prima dell'intervento di restauro). Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 6344 (veduta del prospetto in forte scorcio, 1930 ca.); 14570, 14571 (vedute del prospetto, 1976); 14572, 14573, 14574 (vedute degli spazi dell'androne e della corte, 1976). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 61778, 61779, 61780, 61781, 61782 (vedute di porzioni del prospetto, 1972); 61783, 61784 (vedute dell'androne e del cortile, 1972); 62737 (veduta di scorcio del prospetto, 1972); 62738, 62738, 62738, 62738, 62738, 62738, 62738, 62738 (vedute del cortile e degli ambienti al terreno oltre il cortile, 1972); 168788, 168789, 168790 (insieme e particolari della lunetta dipinta nel cortile, 1993). |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Casa Vasari su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL). Sulla casa è inoltre una mostra on-line realizzata dal Kunsthistorisches Institut in Florenz e resa disponibile sul sito dello stesso, con ampia documentazione fotografica relativa allo stato di conservazione degli affreschi prima dell'intervento di restauro. Video relativi all'intervento di restauro e allo stato attuale della Sala Grande sono disponibili su Vimeo e Youtube. |
Codice SBAPSAE |
FI0319 |
ID univoco regionale |
90480170392 |
Data creazione |
15/08/2008 |
Data ultima modifica |
11/12/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
03/03/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
casa di artista, studio di artista, finestra per bambini. |
Localizzazione |
|
|