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Quartiere Viale dei Colli
Ubicazione Viale Niccolò Machiavelli 18
Denominazione Villa Oppenheim
Altre denominazioni Villa Cora, Grand Hotel Villa Cora, villino Eugenia
Affacci .
Proprietà Oppenheim, von Meck, Cora, Bastogi, Roche Verte Italiana Spa.
Architetti - Ingegneri Comparini Rossi Pietro, Gioia Edoardo, Gagliardi Marianna.
Pittori - Scultori - Decoratori Lorenzetti officine, Morini Francesco, Pietrasanta Angelo, Bellandi Ernesto, Samoggia Luigi, Passaglia Augusto.
Uomini illustri Tchaikovsky Pyotr Ilych, Debussy Claude.
Note storiche La villa, con le sue pertinenze ed il suo giardino, è da considerare l'emergenza architettonica più significativa di questo primo tratto del viale dei Colli, oltre a risultare una delle poche pienamente apprezzabili dallo stradone, alla cui bellezza contribuisce non poco andando a collocarsi in una grande ansa confinante con gli spazi verdi del Bobolino, in posizione preminente rispetto all'asse viario. Sappiamo come il lotto di terreno fosse stato acquistato dal barone Gustavo Oppenheim (Gustav Adolphus barone Oppenheim) nel 1869, a seguito del suo matrimonio con la nipote del banchiere fiorentino Carlo Fenzi e come, dopo aver tentato inutilmente di coinvolgere lo stesso Giuseppe Poggi nella progettazione della residenza, ci si fosse poi affidati all'architetto e ingegnere Pietro Comparini Rossi che portò a conclusione l'impresa nel 1872, proponendo un edificio di stile neorinascimentale ovvero, come proprio del gusto altoborghese del tempo, ispirato alla tradizione aulica cinque seicentesca locale. "All'architetto Pietro Comparini Rossi, formatosi presso lo studio di Giuseppe Poggi, si deve il progetto generale del complesso e l'impianto dei prospetti esterni. Gli interni, dominati da un gusto eclettico proprio del tempo ma relativamente in sintonia con il gusto poggiano, sono dell'ingegnere torinese Edoardo Gioia, che al Comparini succedette nell'ultima fase dei lavori. Nel 1876 l'edificio fu abitato per nove mesi dall'ex imperatrice di Francia Eugenia Bonaparte con il figlio Napoleone. Dopo che nel 1879 era stata residenza del sovrano egiziano Ismail Pascià, la villa passò di proprietà della ricchissima baronessa russa Nadiezda von Meck, grande amica di Ciaikovskij (il quale abitava nella vicina via di San Leonardo); presso di lei, nel 1880, fu il giovanissimo Claude Debussy, in quegli anni entrato a far parte del trio personale della baronessa. Dopo essere stata dei Cora (1894, dai quali la denominazione ora corrente) e dei Bastogi, oggi, restaurata con cura e rispetto della storia del luogo, la villa è Grand Hotel. Si notino i bei cancelli in ghisa fusi dalle officine Lorenzetti di Pistoia su disegno dell'intagliatore Francesco Morini, al quale tra l'altro si devono i fastosi arredi neorinascimentali della sala da pranzo" (Paolini 2004). Al ricordo di questi fasti si deve aggiungere come in realtà, a seguire la seconda guerra mondiale, fosse seguito per il complesso un periodo di decadenza e abbandono, terminato con gli importanti lavori di restauro eseguiti tra il 1967 e il 1976 in concomitanza con il conferimento della destinazione alberghiera, ai quali hanno fatto seguito ulteriori interventi anche recenti (gli ultimi tra il 2010 e il 2011 condotti con la direzione dell'architetto e designer di interni Marianna Gagliardi), di modo che tutto si presenta accuratamente restaurato e, per quanto riguarda le grandi sale del terreno e varie camere, conservato assieme alle ricche decorazioni e ai molti arredi originari. La facciata principale che guarda al viale si mostra organizzata su due alti piani per cinque assi, con la zona centrale leggermente aggettante ed evidenziata da due rampe di scale in aderenza agli assi laterali che conducono a una terrazza balaustrata dalla quale si accede ad un grande salone in stile neorococò, già sala da ballo. Al piano superiore, le tre grandi finestre corrispondenti sono incorniciate da semicolonne e da una trabeazione ionica. La facciata posteriore (che è quella dove è l'accesso all'attuale albergo) replica lo stesso disegno con alcune semplificazioni, ma si arricchisce di una elegante marquise in ghisa e cristalli, funzionale a fornire un passaggio coperto dalla strada carrozzabile alla villa. Negli spazi interni le sale presentano affreschi e decorazioni dovute a Angelo Pietrasanta, Ernesto Bellandi e Luigi Samoggia. Da segnalare inoltre la bella figura femminile posta sul caminetto in bianco di Carrara del salottino terreno (ora denominato Sala bianca), opera dello scultore Augusto Passaglia. Del complesso fanno parte anche due dipendenze, una già scuderia della villa, ora denominata villino Eugenia in riferimento all'ex imperatrice.
Bibliografia
dettaglio
Barfucci 1958, p. 279; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, p. 173; Mario Bencivenni in Zangheri 1989, pp. 418-419; Cesati 2005, I, p. 357. Campo in corso di revisione.
Approfondimenti "Ricordi di Architettura. Raccolta di ricordi d'arte antica e moderna e di misurazione di monumenti", I, 1878, fasc. VI, tav. VI, fasc. VII, tav. I (Villino Oppenheim); III, 1880, fasc. VI, tav. IV (Camino del villino Oppenheim); Claudio Paolini, Le virtù dell'intaglio: Francesco Morini, in "M.C.M. La storia delle cose", II, 1986, 2, pp. 49-54; Claudio Paolini, Scheda per Francesco Morini, mobiliere, intagliatore e decoratore, in "Arte Viva Fimantiquari", I, 1992, 1, pp. 43-50; Villa Oppenheim-Cora, in Giampaolo Trotta, Ville fiorentine dell'Ottocento, Firenze, Becocci-Scala, 1994, pp. 42-49; Claudio Paolini, Il sistema del verde. Il viale dei Colli e la Firenze di Giuseppe Poggi nell'Europa dell'Ottocento, Firenze, Polistampa, 2004, p. 32.
Documentazione fotografica Archivi Alinari, Firenze: ACA-F-046475-0000 (veduta del prospetto principale con il giardino, 1930 circa). Campo in corso di revisione. Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 126767 (veduta del prospetto posteriore della villa, 1950 ca.). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 3234, 3235, 3238, 3242, 3247 (vedute d'insieme dei singoli prospetti, 1941); 3233, 3236, 3237, 3239, 3240, 3243, 3244, 3245, 3246 (vedute degli spazi interni, degli arredi e delle decorazioni murali, 1941); 54911, 54912 (vedute dei prospetti esterni parzialmente chiusi da impalcature, 1971); 166938, 166939 (vedute del prospetto secondario e di una delle dipendenze, 1993); 166940, 166941, 166942, 166943, 166944, 166945, 166946, 166947, 166948, 166949, 166950, 166951, 166952, 166953 (vedute degli spazi interni, degli arredi e delle decorazioni murali, 1993); 166954 (veduta del prospetto del villino Eugenia, 1993); 166955, 166956, 166957, 166958, 166959 (vedute dei prospetti, del giardino e degli spazi esterni, 1993).
Risorse in rete Sulla villa sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dal sito ufficiale del Grand Hotel Villa Cora, con ampia galleria fotografica.
Codice SBAPSAE FI0407
ID univoco regionale 90480170485
Data creazione 13/11/2015
Data ultima modifica 22/09/2021
Data ultimo sopralluogo 26/07/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags Campo in corso di revisione.
Localizzazione
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