Quartiere |
Viale dei Colli |
Ubicazione |
Via Dante da Castiglione 6 |
Denominazione |
Villino Romanelli |
Altre denominazioni |
. |
Affacci |
via Michele di Lando 7 |
Proprietà |
Mazzanti, Romanelli, Niccolini, Fagioli, Castagnoli, Secci. |
Architetti - Ingegneri |
Ignoto/i. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
In quest'area - compresa tra il viale Machiavelli, via Dante da Castiglione e via Farinata degli Uberti - era in origine un podere detto delle Monache che, in occasione dei lavori per la realizzazione del viale dei Colli, fu lottizzato dalla Società Lazzeri & Ciampi, peraltro accollataria dei lavori dell'intero stradone. In perfetta sintonia con quell'idea di città giardino che qui doveva svilupparsi e che lo stesso Giuseppe Poggi aveva auspicato, sorsero già negli anni settanta dell'Ottocento vari villini circondati da spazi a verde, come ancora oggi si apprezza. Il villino in oggetto risulta tra i primi edificati nell'isolato e, secondo le ricerche di Francesco Quinterio (1989), dovrebbe individuarsi con l'edificio costruito su commissione dell'ingegnere Giuseppe Mazzanti. Nel Novecento fu di proprietà Romanelli, quindi dei marchesi Niccolini e ancora Fagioli e Castagnoli. Nel 1975 il villino, affittato al dottor Giorgio Conciani, balzò agli onori della cronaca guadagnandosi la denominazione di "Villa degli Aborti": qui, infatti, si scoprì che il medico, con il sostegno del Centro d'Informazione sulla Sterilizzazione e sull'Aborto, federato al Partito Radicale, praticava interruzioni di gravidanza (allora illegali) anche come forma dichiarata di disobbedienza civile. Con l'arresto di Giorgio Conciani, seguito da quelli di Emma Bonino, Gianfranco Spadaccia e Adele Faccio con l'accusa di procurato aborto, si aprì in realtà un dibattito che, dopo il referendum dello stesso 1975, porterà alla regolamentazione legislativa dell'interruzione di gravidanza (1978). Al di là di tale vicenda, giustamente entrata nella storia, il villino esprime con ogni evidenza quel decoro borghese e domestico che è proprio di tutta quest'area. Presenta un fronte organizzato su due piani per tre assi (che giungono a cinque sui prospetti laterali) e rimanda, nel disegno, a modelli cinque seicenteschi. Il terreno è rivestito a finto bugnato, di rilievo minimo, segnato al centro dal portone affiancato da due semicolonne. Al piano superiore è, in asse a questo, il consueto finestrone servito da un balconcino con ringhiera in ferro. Le due ali laterali sono leggermente avanzate e profilate da bugnato a pettine. Le finestre presentano, alternativamente, timpani triangolari e semicircolari e il tetto ha una gronda alla fiorentina, a forte aggetto. "Elegante e arioso è lo scalone con la prima rampa centrale delimitata da colonne e le seconde simmetriche lungo le pareti (...). Sul lato nord è addossato un annesso recentemente ristrutturato. Molto ricco e ombroso il giardino, assai rialzato rispetto al piano della casa: ha boschetti di abeti, lecci, alberi di Giuda, salici e siepi di alloro e bosso" (Quinterio 1989). |
Bibliografia
dettaglio |
Francesco Quinterio in Zangheri 1989, p. 429. Campo in corso di revisione. |
Approfondimenti |
Nessun dato rilevato. |
Documentazione fotografica |
Campo in corso di revisione. |
Risorse in rete |
Nessun dato rilevato. |
Codice SBAPSAE |
. |
ID univoco regionale |
. |
Data creazione |
23/01/2016 |
Data ultima modifica |
01/08/2020 |
Data ultimo sopralluogo |
26/02/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
Campo in corso di revisione. |
Localizzazione |
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