Quartiere |
Extra moenia (San Miniato) |
Ubicazione |
Via dell'Erta Canina 42- 44- 46- 48 |
Denominazione |
Villa Pianigiani |
Altre denominazioni |
La Fonte della Ginevra |
Affacci |
. |
Proprietà |
Pucci, Spedale di Santa Maria Nuova, Rigogli, Guardini, Pianigiani, Rossi di Montelera, Bacci Nesti. |
Architetti - Ingegneri |
Ignoto/i. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Delfini Antonio. |
Note storiche |
La residenza è ricordata nel repertorio di Bargellini e Guarnieri (1977) che la dice modesta ma gratificata da "una meravigliosa vista della città", come in effetti è. La denominazione più antica, La Fonte della Ginevra, si spiega col fatto che "una madonna Ginevra Giramontini-Gini vi raccolse l'acqua d'un'abbondante fonte, che poi il governo granducale acquistò e incanalò verso le fonti cittadine di San Niccolò, dei Renai, di Piazza Santa Croce e delle Stinche, prima che tutta l'acqua della collina fosse immessa nel serbatoio dell'acqua potabile comunale, costruito nella sottostante valle di Carraia" (Bargellini-Guarnieri). Così Guido Carocci (1907, dal quale attinge largamente il repertorio sopra citato), riassume i passaggi di proprietà dell'immobile al tempo in cui questo era in possesso dei Pianigiani: "Questa villa, situata nel punto in cui la salita della strada si fa meno aspra, appartenne alla famiglia Pucci fino all'anno 1516 in cui Lorenzo Pucci la lasciò in eredità allo Spedale di S. Maria Nuova. Dallo Spedalingo Isidoro Da Montaguto l'acquistavano nel 1545 i Rigogli, sarti assai doviziosi; ma nel 1607 per debiti che avevano contratti, gli Ufficiali del Monte presero possesso della villa e la vendevano nel 1607 ai Guardini; questi ne erano in possesso anche alla fine del XVIII secolo". Annessa all'edificio principale è la casa colonica detta Podere la Ginevra. Tutto l'insieme, nonostante la storia qui riassunta, documenta di come nella seconda metà dell'Ottocento, al tempo della proprietà Pianigiani, si fosse intervenuti in modo radicale ad ampliare e ammodernare la villa, tanto che oggi questa si presenta con gli inconfondibili caratteri di quel periodo. "Il complesso degli immobili, così come oggi è visibile, evidenzia ancora un carattere ottocentesco soprattutto nella facciata principale, semplice e lineare, scandita da un'ampia gronda alla fiorentina. Essa appare chiusa agli angoli da un risalto a intonaco, a cui si raccordano i due semplici marcadavanzali, che riordina orizzontalmente la facciata. Tutte le aperture sono decorate con cornici, che al piano terreno e al piano nobile presentano una classica trabeazione. Questo prospetto affaccia sulla Firenze rinascimentale attraverso un ampio giardino all'italiana" (Farneti 1989). Da sottolineare come l'affaccio, oltre che sulla città, si apra a una inedita visione di forte Belvedere e dei campi lavorati circostanti. Tutta la proprietà appare recentemente restaurata e mantenuta con estrema cura. In un quartiere dell'edificio abitò nel 1936, secondo quanto riportato da Andrea Cecconi (2009), lo scrittore e poeta Antonio Delfini. |
Bibliografia
dettaglio |
Carocci 1906-1907, II, 1907, p. 214; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 331; Lensi Orlandi 1978, II, p. 77; Fauzia Farneti in Zangheri 1989, p. 422; Cecconi 2009, pp. 87-88. Campo in corso di revisione. |
Approfondimenti |
Nessun dato rilevato. |
Documentazione fotografica |
Campo in corso di revisione. |
Risorse in rete |
Nessun dato rilevato. |
Codice SBAPSAE |
. |
ID univoco regionale |
. |
Data creazione |
18/04/2016 |
Data ultima modifica |
06/10/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
20/07/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
Campo in corso di revisione. |
Localizzazione |
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