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Scheda Ratto delle Sabine (loggia de' Lanzi) Torna ai risultati della ricerca
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Quartiere Santa Croce
Ubicazione Piazza della Signoria
Denominazione Ratto delle Sabine (loggia de' Lanzi)
Altre denominazioni .
Affacci .
Proprietà demanio dello Stato.
Architetti - Ingegneri .
Pittori - Scultori - Decoratori Giambologna (Jean de Boulogne, d.).
Uomini illustri .
Note storiche Il gruppo statuario è collocato all'interno della loggia de' Lanzi di piazza della Signoria, in posizione preminente sotto l'arcata destra che guarda a via Vacchereccia. Qui, dove era dal 1506 la statua di Giuditta e Oloferne di Donatello, il 4 gennaio 1583, con 'generale satisfazione', fu scoperto appunto il Ratto delle Sabine del Giambologna (già terminato l'anno precedente), mentre la Giuditta fu trasferita sotto l'arco che guarda via della Ninna. A sancire l’apprezzamento per l’opera, nello stesso anno, furono pubblicate presso la stamperia di Bartolomeo Sermartelli, "Alcune composizioni di diversi autori in lode del ritratto della Sabina, scolpito in marmo dall’Eccellentissimo M. Giovanni da Bologna, posto nella piazza del Serenissimo Gran Duca della Toscana" (con tre xilografie di cui una raffigurante la piazza in asse con la Loggia). Si tratta in effetti di uno dei capolavori dell'artista franco fiammingo, finito intorno al 1582 e solo in un secondo momento interpretato come Ratto delle Sabine, nome proposto dall'erudito Raffaello Borghini a dare ragione a una scultura in realtà nata con l'intento non di rappresentare una storia precisa, ma di superare le difficoltà, anche tecniche, di una rappresentazione che si muove liberamente nello spazio e che vede interagire tre figure, un uomo oramai anziano, un giovane e una bella fanciulla, che il giovane rapisce con slancio al più vecchio. Successivamente alla titolazione lo stesso Giambologna, tra il 1582 e il 1584, arricchì la base del Ratto con un rilievo bronzeo dove è appunto raffigurato il rapimento delle Sabine da parte dei soldati di Romolo, anche con l'intento di creare un pendant con il rilievo raffigurante la Liberazione di Andromeda posto sul basamento del vicino Perseo di Benvenuto Cellini. "Una vera proposizione di maestria era anche quella di condurre in scala quasi colossale tre nudi da unico blocco superando il Buonarroti e il Bandinelli. Un insieme che, per l'intreccio di forze multiple, richiedeva di traforare il marmo in più punti e di staccarvi delle parti libere a dispetto del problema gravitazionale. Riuscendo a far ruotare le parti del gruppo in maniera ascensionale, quasi crescessero sopra il piedistallo matematicamente l'una nell'altra, il Giambologna fece in modo di non allontanarsi troppo dal pieno del basso del volume, per accogliere qui il peso delle moli assommate. Stupendo i contemporanei, il Giambologna riuscì non solo a distendere gli arti ma a slanciarli persino verticalmente. Ed essi danno l'impressione di protendersi fuori dal blocco, evitando però l'utilizzo di più pezzi giuntati: traguardo accademico impostosi dall'artefice" (Vossilla 2006). Per quanto riguarda le vicende conservative del gruppo statuario, già dal primo Ottocento si documentano danni sia dovuti alla sua parziale esposizione all'aperto sia a ripetuti atti vandalici. Così i professori dell'Accademia del Disegno, ad esempio, si rivolgono nel 1812 al maire di Firenze perché prenda provvedimenti per salvaguardare le statue della loggia e questa in particolare, della quale si lamenta la rottura di varie dita delle mani. Interventi di restauro sono documentati al 1892, 1908 e 1932. In quest'ultimo caso, nella relazione stilata a conclusione dei lavori, il restauratore Andrea Martini, preoccupato dalle gravi condizioni di degrado riscontrate, propone di ricoverare il gruppo. Nel 1972 si riscontrano danni provocati da alcuni studenti: il monumento, risarcito nel 1974, è nuovamente oggetto di vandalismi nel 1975. E ancora, il 18 aprile del 1987 il Ratto delle Sabine è danneggiato da ignoti, con la rottura di alcune dita e la scheggiatura di un capezzolo della figura inferiore. Nel 1994 e ancora tra il 2001 e il 2002, nell'ambito di un cantiere teso al restauro di tutti i gruppi statuari della loggia, il monumento fu nuovamente oggetto d'intervento, mentre si tornava a discutere di un suo trasferimento o alla Galleria dell’Accademia (dove è conservato il modello in 'terra cruda' del gruppo) o presso le Gallerie degli Uffizi, e della sua conseguente sostituzione con una copia.
Bibliografia
dettaglio
Del Bruno 1757, pp. 109-110; Formigli 1849, pp. 180-181. Campo in corso di revisione.
Approfondimenti Michelagnolo Sermartelli (a cura di), Alcune composizioni di diversi autori in lode del ritratto della Sabina, scolpito in marmo dall’Eccellentissimo M. Giovanni da Bologna, posto nella piazza del Serenissimo Gran Duca di Toscana, Firenze, nella stamperia di B. Sermartelli, 1583; Francesco Vossilla, La loggia della Signoria: una galleria di scultura, Firenze, Edizioni Medicea, 1995; Le statue della Loggia della Signoria a Firenze: capolavori restaurati, a cura di Giovanna Giusti, Antonio Godoli, Antonella Romualdi, Antonio Russo, Firenze, Giunti, 2002; Claudio Paolini, La loggia de' Lanzi, una storia per immagini, Firenze, Polistampa, 2006; Francesco Vossilla, in Firenze tra arte e botteghe, a cura di Carlo Francini, Firenze, Comune di Firenze, 2006, pp. 30-31; Tommaso Mozzati, Il tempio di Cnidio. Il nudo e il suo linguaggio nell'età di Giambologna, in Giambologna: gli dei, gli eroi. Genesi e fortuna di uno stile europeo nella scultura, catalogo della mostra (Firenze, Museo Nazionale del Bargello, 2 marzo-15 giugno 2006) a cura di Beatrice Paolozzi Strozzi e Dimitrios Zikos, Firenze-Milano, Giunti Editore, 2006, pp. 66-87; "Ratto delle Sabine" a rischio. Marmo ingiallito, piazza addio. in "Corriere della Sera", 21 ottobre 2007; Francesco Gurrieri, Sul "ratto delle Sabine" del Giambologna, in "Critica d’Arte", 8 Ser., LXXI, 2009 (2010), 37/38, p. 119; Giambologna, il "Ratto delle Sabine" e il suo restauro, a cura di Susanna Bracci e Lia Brunori Cianti, Livorno, Sillabe, 2016 (relativo al modello della Galleria dell'Accademia).
Documentazione fotografica Campo in corso di revisione.
Risorse in rete Sull'opera sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Ratto delle Sabine su Wikipedia.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 16/06/2017
Data ultima modifica 19/04/2020
Data ultimo sopralluogo 21/03/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags Campo in corso di revisione.
Localizzazione
Contatti note tecniche e legali
 
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