Quartiere |
Santa Croce (Mattonaia) |
Ubicazione |
Piazza Massimo d'Azeglio 36- 37 |
Denominazione |
Palazzina Uzielli |
Altre denominazioni |
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Affacci |
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Proprietà |
Modigliani, Uzielli. |
Architetti - Ingegneri |
Mazzanti Riccardo, Homen Filippo Gomez, D'Alfonso Anna. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
La palazzina fu eretta nel 1870 dall'impresario e maestro muratore Martino Cambi su commissione di Lodovico Modigliani che poco dopo la vendette a Guido Uzielli. Fu ampliata e ridisegnata ai primi del Novecento su progetto dell'architetto Riccardo Mazzanti, a seguito dell'acquisto di nuovi terreni resisi disponibili dopo l'incendio che aveva distrutto il teatro Principe Umberto che qui sorgeva (si veda oltre a piazza Massimo d'Azeglio 38-39). Originariamente sulla destra l'edificio si estendeva per un solo piano, coronato da una serra, eliminata nel 1910 e sostituita con ambienti in muratura su progetto dell'architetto Filippo Gomez Homen, ampliamento questo che peraltro consentì a Paolo Uzielli, fratello di Guido, di portare il basso corpo a sinistra del suo villino confinante agli attuali due piani, dotandolo di un grande terrazzo panoramico. Attualmente l'edificio si presenta, rispetto al contesto, sufficientemente anonimo, per l'uniforme parato a finti conci di pietra che si estende per otto assi, accompagnato dal terrazzo continuo del primo piano. Sicuramente notevole, invece, la grande terrazza a giardino che corona l'edificio. "Si tratta, nel contesto del quartiere, per quanto non sia del tutto chiara la sua originaria configurazione, di un edificio anomalo nel suo svilupparsi con il prospetto principale in senso orizzontale, in questo più simile a un 'casino' che non a una palazzina, nel senso attribuito ai termini in quegli anni. A due soli piani, il terreno di inusitata altezza, con il consueto bugnato terreno e le finestre incorniciate e sormontate da timpani triangolari in ossequio al gusto del periodo, è segnato al piano da un balcone che si sviluppa per tutta la sua larghezza, piano che sappiamo originariamente occupato almeno in parte da una serra in ferro e vetro. Presenta attualmente sei assi centrali a cui si affiancano due ampi passaggi carrabili che immettono nel giardino retrostante, negli anni di cui parliamo probabilmente lo spazio più importante della residenza, a ribadire il ruolo giocato dal verde di pertinenza dei privati, a fianco di quello pubblico, nell’immagine complessiva del quartiere. A restituire il carattere del luogo – e in parte a offrirci un involontario e impietoso ritratto del primo proprietario – è Angiolo Pucci, testimone diretto della realtà del tempo, avendo collaborato con Giuseppe Poggi alle sistemazioni a verde del piano di ingrandimento e avendo ricoperto il ruolo di primo soprintendente del servizio comunale dei Pubblici passeggi e dei giardini: «Il giardino è piuttosto piccolo, e lo spartito è molto semplice. È degno d’esser ricordato prima di tutto perché ai tempi del Modigliani vi si conservò una delle più belle e ricche collezioni di orchidee che fossero allora a Firenze e vi furono coltivate anche altre piante rare. Le piante erano raccolte in una stufa entro il giardino e nella veranda su in alto del palazzo. Ho chiamato ricca la collezione delle orchidee perché era composta di numerose specie e varietà, ma bisogna pur dire che la collezione non era scelta per la parte orticola perché molte di quelle piante erano a fiori piccoli e quasi insignificanti e quindi di poco effetto per gli amatori di orchidee che essi coltivano per la grandezza e lo splendore dei loro fiori. Ciò accadde perché il cav. Modigliani aveva voluto raccogliere nel suo giardino una collezione soltanto per boria. Quando andava nel Belgio per fare acquisti di queste piante gli orticoltori di quel paese gli facevano acquistare delle orchidee che non avrebbero potuto facilmente vendere agli altri amatori, magnificandone la bellezza e la varietà». Gli eredi Modigliani, probabilmente negli anni novanta dell’Ottocento, mentre la collezione delle orchidee migrava in quella del marchese Malenchini per il giardino presso Sesto Fiorentino, avrebbero poi venduto la palazzina agli Uzielli, presumibilmente con il diretto interessamento e concorso di Gustavo Uzielli, scienziato e storico, noto come fondatore delle officine Galileo. Alle orchidee, così, si sarebbero sostituite le rose, molto amate dai nuovi proprietari" (Paolini 2020). Nel 2020 l'immobile è stato oggetto di un intervento di restauro alla facciata principale e alla terrazza (direttore dei lavori architetto Anna D'Alfonso). |
Bibliografia
dettaglio |
Ulisse Tramonti in Firenze 2003, pp. 139, 227, 233; Paolini 2008, p. 55, n. 66; Paolini 2009, p. 70, n. 76. |
Approfondimenti |
Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 188-189; Claudio Paolini, Il quartiere della Mattonaia a Firenze: dagli antichi orti alla città giardino ottocentesca, Firenze, Edifir, 2020, pp. 49-51. |
Documentazione fotografica |
Archivi Alinari, Firenze: ARC-F-010822-0000 (veduta di scorcio della palazzina e del villino Uzielli, 1962). |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Piazza d'Azeglio su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL). |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
15/08/2008 |
Data ultima modifica |
19/09/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
19/08/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
Campo in corso di revisione. |
Localizzazione |
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