Quartiere |
Santa Croce |
Ubicazione |
Piazza dei Ciompi 13 |
Denominazione |
Casa Vannini |
Altre denominazioni |
Casa di Cimabue |
Affacci |
. |
Proprietà |
Vannini. |
Architetti - Ingegneri |
Ignoto/i. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Cimabue (Cenni di Pepo, d.), Giotto di Bondone. |
Note storiche |
"Si crede che la bottega di Cimabue si trovasse nella casa Vannini ora sulla piazza dei Ciompi": così il repertorio di Bargellini e Guarnieri (1977) nell'indicare (se intendiamo bene) questo edificio, sicuramente architettonicamente il più significativo della piazza e di quello che era l'ultimo tratto di borgo Allegri prima della creazione dell'attuale piazza. La facciata, nonostante le trasformazioni subite nel tempo, ha carattere antico e si presenta organizzata su tre piani per quattro assi, al terreno il portone con cornice in pietra affiancato da due ampie finestre, il piano superiore di particolare altezza con finestre ugualmente e inusitatamente ampie. Alcuni spazi interni presentano pitture murali. Per quanto riguarda l'identificazione con la casa e bottega di Cimabue è da segnalare una targa in marmo sul lato sinistro del fronte che recita "Di Cenni di Pepe detto Cimabue questa fu la bottega", ed è peraltro tramandato dalle fonti che in effetti il grande artista avesse in questo tratto, quando era parte di borgo Allegri, il proprio laboratorio (nella tradizione ulteriormente venerato in quanto qui si sarebbe formato Giotto di Bondone). Tuttavia le demolizioni avviate nel 1936, finalizzate al risanamento del quartiere e alla creazione della piazza, comportando le demolizioni degli edifici che sorgevano sul lato sinistro dell'antica borga Allegri, hanno creato non poche difficoltà nell'individuare l'effettiva ubicazione del luogo, che presumibilmente si trovava proprio nel lato distrutto del tracciato. Le memorie ottocentesche indicano la bottega dove era, nella numerazione preunitaria, il civico 7242, segnato da una lapide celebrativa. In questa casa, peraltro, era un affresco raffigurante San Cristoforo con sulle spalle Gesù Bambino, che al tempo si riteneva di mano dello stesso Cimabue, staccato nel 1853 e poi migrato nella collezione del marchese Giampietro Campana. |
Bibliografia
dettaglio |
Bigazzi 1886, p. 201; Garneri 1924, p. 253, n. XXIX; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 52; Orefice 1992, p. 63; Cesati 2005, I, pp. 26, 173; Cesati (Piazze) 2005, p. 62; Invernizi 2007, I, p. 135, n. 111; Paolini 2008, pp. 79-80, n. 100; Paolini 2009, p. 121, n. 146. |
Approfondimenti |
Cataloghi del Museo Campana, Catalogo della Classe VIII: opere del risorgimento della pittura in Italia, Roma, s.e., 1859, p. 4. |
Documentazione fotografica |
Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 6531, 111321 (la facciata della casa, già borgo Allegri civico 94, durante i lavori di restauro, ante 1936). |
Risorse in rete |
Nessun dato rilevato. |
Codice SBAPSAE |
. |
ID univoco regionale |
. |
Data creazione |
26/04/2020 |
Data ultima modifica |
24/09/2020 |
Data ultimo sopralluogo |
07/01/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
Campo in corso di revisione. |
Localizzazione |
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