Quartiere |
Santa Croce |
Ubicazione |
Via dei Cimatori 6r- 8r- 10r- 12r- 14r |
Denominazione |
Edificio del cinema Supercinema |
Altre denominazioni |
Cinema Olimpia, cinema Nazionale |
Affacci |
. |
Proprietà |
Cerchi. |
Architetti - Ingegneri |
Caliterna Piero, Neumann Giorgio, Zalaffi Ezio, Gamberini Italo. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Mussolini Benito. |
Note storiche |
Erano qui in antico alcune case della famiglia de' Cerchi, dove visse e morì, nel 1246, la beata Umiliana de' Cerchi. Il repertorio di Bargellini e Guarnieri (1977) annota come un tempo vi fosse nell'interno, presso un pozzo, un bassorilievo raffigurante la terziaria francescana con una memoria relativa al miracoloso trasformarsi dell'acqua in vino alla richiesta della beata di soddisfare la propria sete. In questo stesso edificio, già alla fine del Settecento, furono ricavati i primi bagni pubblici della città, negli anni di Federico Fantozzi (1843) proprietà del "professore Cosimo Menitoni pittore, che vi ha puranco la propria abitazione". Successivamente l'edificio fu adattato a grande locale per spettacoli con vicende che si andarono sostanzialmente a identificare con quelle del vicino teatro della Quarconia, fino a che da questi ambienti non si ricavarono due sale cinematografiche, il cinema teatro Olimpia (poi Nazionale) e, per quanto riguarda la porzione che qui interessa, il Supercinema. Al teatro Olimpia si tenne, nell'ottobre 1919, il primo convegno nazionale dei Fasci di combattimento, animato da un intervento di Benito Mussolini. Il Supercinema fu invece inaugurato nell'aprile del 1926 e subito si impose tra i migliori cinema della città sia per la qualità degli spettacoli, sia per l'ambiente raffinato e confortevole, forte di 1050 posti e impreziosito da marmi, stucchi e tappezzerie: progettato dall'architetto Piero Caliterna aveva visto la collaborazione dell'ingegnere Giorgio Neumann (al quale si doveva il disegno della balaustra in ottone della galleria gettata dalla Fonderia Berta di Firenze) e dell'architetto Ezio Zalaffi (dell'ufficio Belle Arti del Comune), che aveva provveduto al ripristino del fronte sulla via. Nel 1967 l'ambiente fu interessato da un intervento di adeguamento e restauro diretto dall'architetto Italo Gamberini. Nel 1997, già colpite dalla crisi molte delle sale di proiezione cittadine, il Supercinema sembrò dovesse trasformarsi in multisala ma, dopo una breve riapertura, cessò del tutto l'attività nel 2001. Per quanto riguarda il fronte esterno non vi solo elementi di pregio o tracce significative dell'antica storia, fatta eccezione per gli archi in pietra terreni su cui sono alcuni ferri da cavallo, frutto del restauro già richiamato di Ezio Zalaffi, volto a nobilitare la facciata in senso neomedievalista e al quale è da ricondursi anche la lunga tettoia. Si veda per ulteriori notizie via dei Cimatori 4-6-8. |
Bibliografia
dettaglio |
Fantozzi 1843, pp. 117-118, n. 264; Palazzi 1972, p. 43, n. 67; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 248; Cesati 2005, I, p. 171; Paolini 2009, pp. 116-117, n. 139; Fantozzi Micali-Lolli 2016, p. 89. |
Approfondimenti |
Giorgio Venturi, Bianco e Nero, ovvero I cari estinti, Firenze, Magna Charta per Dischi Fenice, 2016, pp. 61-64, 71-72; Francesca Papi, in Firenze itinerari del Novecento, a cura di Lia Bernini, Firenze, Nardini, 2017, p. 74 (Supercinema). |
Documentazione fotografica |
Campo in corso di revisione. |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Ospizio della Quarconia su Wikipedia. |
Codice SBAPSAE |
FI0568 |
ID univoco regionale |
90480170699 |
Data creazione |
15/08/2008 |
Data ultima modifica |
17/10/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
06/03/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
bagno pubblico, teatro, cinema. |
Localizzazione |
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