Quartiere |
Santa Croce |
Ubicazione |
Piazza della Signoria 18r- 19r- 20r |
Denominazione |
Palazzo Bombicci |
Altre denominazioni |
Palazzo della Cassa di Risparmio |
Affacci |
via della Condotta 57r- 59r |
Proprietà |
Bombicci, Bombicci Pontelli, Cassa di Risparmio di Firenze. |
Architetti - Ingegneri |
Fallani Bernardo, Coppedè Adolfo. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Artusi Pellegrino, Della Ragione Alberto. |
Note storiche |
Il palazzo si presenta come logico prosieguo della vicina casa Bombicci (si veda al numero civico 5 di piazza della Signoria), e tuttavia presenta una facciata di disegno autonomo, impaginata e caratterizzata dalla presenza di una elegante serliana sull'asse centrale del piano nobile. Tuttavia gli ulteriori elementi che definiscono il prospetto (i tre assi su tre piani più un ammezzato sottotetto, i balconi al piano nobile, la lunga ringhiera che corre su ambedue le facciate per l'intera estensione, i disegni delle cornici, e via dicendo) chiariscono come i due immobili siano frutto di un intervento unitario, a costituire originariamente un'unica residenza, peraltro con un portone di ingresso agli appartamenti ancora ubicato al civico 5. La particolarità di questa nostra porzione, compreso il leggero scarto della linea di gronda, sono da mettere in relazione con la preesistente costruzione che qui insisteva. La fabbrica sorge infatti proprio là dove era l'antica chiesa di San Romolo, edificata prima dell'anno Mille, quindi ampliata nel 1342 da Agnolo Gaddi e soppressa nel 1769, sulla cui originaria ubicazione la letteratura ha offerto talora indicazioni contraddittorie, indicando ad esempio il campanile ubicato dove ora si trova la meridiana, oltre il palazzo Guidacci al n. 6. La situazione prima delle trasformazioni subite da questa cortina di edifici è in realtà ben attestata dal dipinto di Bernardo Bellotto raffigurante un'ampia veduta di piazza della Signoria, databile al 1742, conservato presso il Szépmüvészeti Müzeum di Budapest e con ogni probabilità realizzato con l'ausilio di una camera ottica. L'immagine attesta come l'intero fronte dell'edificio oggetto di questa scheda sia compreso, ovvero coincida, con l'estensione della facciata dell'antica chiesa. Questa, come chiariscono le carte conservate presso l'archivio storico del Comune di Firenze, era stata venduta nel febbraio del 1786 dalla Comunità all'ingegnere Francesco di Piero Bombicci che l'aveva demolita per erigere l'attuale palazzo, a comprendere anche l'immobile al civico 5. Altre carte dello stesso archivio informano delle operazioni di rimozioni delle macerie fino a che, nell'aprile del 1788, la stessa Comunità aveva concesso il permesso "a Bombicci Francesco di apporre una ringhiera alla sua casa in piazza del Granduca", attestando di un cantiere oramai prossimo alla sua conclusione. Le notizie sono peraltro confermate nella Pianta di Federico Fantozzi del 1843, che informa di come l'intervento fosse stato attuato su progetto dell'architetto Bernardo Fallani (sempre secondo Federico Fantozzi lo stesso Fallani avrebbe utilizzato parte dell'edificio come propria abitazione, riferendosi forse alla porzione sempre segnata con il civico 5). Il disegno del fronte, d'altra parte, presenta chiare affinità con quello (certo più elaborato) utilizzato dallo stesso Fallani per la sua opera più nota realizzata attorno al 1780, la palazzina della Livia in piazza San Marco (si veda), confermando una volta di più come le soluzioni adattate dal nostro fossero state nel corso dell'Ottocento studiate e prese a modello per i prospetti dei villini borghesi dell'epoca. Per quanto riguarda le vicende successive, si ha notizia sia di come il palazzo abbia ospitato Pellegrino Artusi e la sua famiglia negli anni 1851- 1859, sia della presenza nei locali terreni di una filiale di banca fino dai primi del Novecento, originariamente da identificare con la Banca di Credito Agricolo. Probabilmente sempre a questo periodo è da datare la soprelevazione di un piano oltre il filo di gronda. Per il Credito Agricolo, nel 1914, l'architetto Adolfo Coppedè avrebbe poi curato gli allestimenti interni. In effetti in questi spazi coesistono con arredi più recenti elementi che bene si prestano ad essere datati a questa altezza cronologica, come il soffitto ligneo a cassettoni e alcuni interventi decorativi parietali (nella sala è anche una veduta della piazza così come appariva prima della demolizione della chiesa di San Romolo). Decisamente interessanti e sempre riconducibili al gusto Coppedè sono le cancellate in ferro battuto che guardano all'esterno, come pure i lampadari interni. Il palazzetto ha ospitato a lungo la raccolta d'arte moderna Alberto Della Ragione, facente parte del Museo d'Arte Contemporanea di Firenze e donata alla città nel 1970 dall'ingegnere Alberto Della Ragione. Le facciate sono state oggetto di un intervento di restauro e di tinteggiatura tra il 2007 e il 2008.
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Bibliografia
dettaglio |
Fantozzi 1843, p. 116, n. 260; Palazzi 1972, p. 12, n. 2; Firenze 1974, p. 119; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, IV, 1978, p. 54; Salvadori Guidi 1996, pp. 49-50, n. 67; Firenze 2005, p. 194; Paolini 2009, pp. 291-292, n. 409. |
Approfondimenti |
Mauro Cozzi, Allestimento interno della Banca di Credito Agricolo, in Rossana Bossaglia, Mauro Cozzi, I Coppedè, Genova, Sagep, 1982, p. 248 |
Documentazione fotografica |
Archivi Alinari, Firenze: GLQ-F-003082-0000, GLQ-F-003211-0000 (due diverse vedute di questo lato della piazza con il prospetto dell'edificio, 1889 circa); ACA-F-003210-0000 (veduta di questo lato della piazza con il prospetto dell'edificio, 1890 circa); APA-F-008243-0000 (veduta frontale di questo lato della piazza con il prospetto dell'edificio, 1918). |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Bombicci su Wikipedia. |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
15/08/2008 |
Data ultima modifica |
19/04/2020 |
Data ultimo sopralluogo |
21/03/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
museo, banca, cancellata. |
Localizzazione |
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