Quartiere |
Santo Spirito |
Ubicazione |
Piazza di San Felice 8 |
Denominazione |
Casa Guidi |
Altre denominazioni |
Palazzo Ridolfi Guidi |
Affacci |
via Mazzetta 6r- 8r- 10r, via Maggio |
Proprietà |
Ridolfi di Piazza, Ordine di Santo Stefano, Guidi. |
Architetti - Ingegneri |
Ignoto/i. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Wetmore Story William. |
Uomini illustri |
Browning Robert, Barrett Browning Elizabeth, Jameson Anna Brownell, Ball Thomas. |
Note storiche |
L'attuale edificio risulta eretto nel XV secolo per la famiglia Ridolfi, che già dal secolo precedente aveva scelto come luogo di residenza il il popolo di San Felice in Piazza, tanto da aver acquisito l'appellativo di Ridolfi di Piazza. Nel secolo successivo, a seguito della Congiura dei Pucci (1575) che aveva coinvolto anche alcuni membri di questa famiglia, la proprietà fu confiscata da Cosimo I de' Medici che la donò alla Commenda dell'Ordine dei cavalieri di Santo Stefano, da lui istituto. In seguito il palazzo venne acquistato da un ammiraglio dello stesso Ordine, Jacopo Guidi di Volterra e, nel 1650, dall'ammiraglio Camillo Guidi. Dato che altri membri della famiglia Guidi erano già proprietari dal 1618 dell'edificio confinante, in angolo con via Mazzetta, gli spazi delle due fabbriche vennero progressivamente messi in comunicazione con loro, a formare un'unica proprietà che comunque continuò a recare memoria sulle facciate della diversa origine. Ai primi degli anni quaranta dell'Ottocento gli spazi del piano nobile di ambedue i palazzi furono trasformati in modo da ricavarne due appartamenti, che quindi si svilupparono senza soluzione di continuità negli ambienti dei due edifici. Poco dopo questi lavori, nel 1847, uno di questi appartamenti fu affittato da Robert Browning e da sua moglie, la poetessa inglese Elizabeth Barrett Browning (altri sono documentati come occupati dalla scrittrice inglese Anna Brownell Jameson tra il 1857 e il 1858, e dallo scultore americano Thomas Ball dal 1865). La coppia visse qui fino al 1861 (anno della morte di Elizabeth e del trasferimento di Robert Browning a Venezia), e qui vide nascere, nel 1849, il figlio Pen. Questi acquistò la casa nel 1893, con il progetto di farne un luogo di memoria e un monumento all'arte dei genitori. Per quanto questo primo progetto fallisse con la morte di Pen nel 1912, la fama dei Browning, il fatto che la casa fosse diventata un punto di riferimento per la comunità inglese presente a Firenze nell'Ottocento, oltre che protagonista di vari scritti di Elizabeth (dal balcone di via Mezzetta la poetessa assistette alle manifestazioni del 1847 e al rientro degli Asburgo Lorena nel 1848, come narrato nel poema Casa Guidi Windows), furono comunque alla base dell'istituzione nella casa di un museo di Casa Guidi, grazie all'acquisto dell'appartamento da parte della Browning Foundation di New York, nel 1971. Sulla base di descrizioni e fotografie d'epoca gli spazi sono stati restaurati e quindi, passato al college di Eton nel 1993, nuovamente arredati anche con la ricollocazione di pezzi originali (cioè presenti nella casa dei Browning, o comunque appartenenti a questa famiglia o a quella dei Barrett), a ricreare l'atmosfera di quegli anni. Dal 1995 l'appartamento è gestito congiuntamente dall'Eton College, dal Landmark Trust e dal Browning Institute che, con la collaborazione dei Friends of Casa Guidi, ne consentono con regolarità l'apertura al pubblico. Sulla facciata dell'edificio (ridisegnata nel corso dell'Ottocento e organizzata su quattro piani per sette assi) sono ai lati due scudi nei quali è ancora leggibile, nonostante l'erosione della pietra, l'arme dei Ridolfi (d'azzurro, al monte di sei cime d'oro e alla banda diminuita attraversante di rosso). Sopra il portone è una memoria dettata da Niccolò Tommaseo e posta dal Comune di Firenze nel 1861, in ricordo della poetessa che "fece del suo verso aureo anello fra Italia e Inghilterra". Nell'androne si segnala una copia in bronzo del busto di Robert Browning, eseguito dallo scultore amico di famiglia William Wetmore Story. Sul fronte secondario di via Mazzetta è presente un corpo in aggetto su mensole in pietra, che proseguono a sostenere un lungo balcone. Le architravi a mensola della finestra e della porta sono affini a quelle dell'altro edificio dei Guidi verso la cantonata, e appaiono databili alla seconda metà del Seicento. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale. |
Bibliografia
dettaglio |
Stegmann-Geymüller 1885-1908, X, tav. 13; Bigazzi 1886, pp. 274-275; Elenco 1902, p. 256; Limburger 1910, n. 354; Bertarelli 1922, p. 169; Garneri 1924, p. 268, n. XVII; Bertarelli 1937, p. 289; Allodoli-Jahn Rusconi 1950, p. 189; Barfucci 1958, pp. 220-223; Limburger-Fossi 1968, n. 354; Borsook 1972, pp. 293-294; Ginori Lisci 1972, II, pp. 733-734; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 346; II, 1977, p. 188; Pietrogrande 1994, p. 52; Vannucci 1995, pp. 183-185; Lara Mercanti in Palazzi 2004, pp. 53-57; Cesati 2005, I, pp. 365, 384; II, p. 572; Cesati (Piazze) 2005, p. 215; Firenze 2005, p. 450; Invernizi 2007, I, p. 281, n. 252; II, p. 416, n. 371; Romby-Rovida 2012, pp. 18-19, 22; Paolini 2013, pp. 35-36, 39-40. |
Approfondimenti |
Un ambiente da salvare, in "La Nazione", 12 marzo 1971; Circolo Piero Gobetti, Firenze: percorsi risorgimentali, a cura di Silvestra Bietoletti e Adalberto Scarlino, Firenze, Lucio Pugliese Editore, 2005, p. 14; Brenda Preyer, Non solo facciate: dentro i palazzi Pazzi, Lenzi e Ridolfi Guidi, in "Opus Incertum", I, 2006, 2, pp. 7-17; Lisa Leonelli, Casa Guidi. Lo studio di Robert Browning, in Fasto privato. La decorazione murale in palazzi e ville di famiglie fiorentine, III, Dal Tardo Barocco al Romanticismo, a cura di Mina Gregori e Mara Visonà, Firenze, Edifir, 2016, pp. 181-183; Gianluca Belli, Paramenti bugnati e architettura nella Firenze del Quattrocento, Firenze, University Press, 2019, p. 409, n. 35, figg. 14-41 (ma si vedano anche i rimandi al testo tramite l'indice analitico della pubblicazione). |
Documentazione fotografica |
Archivio fotografico SBAP, Firenze: 21551, 21552 (vedute d'insieme dei due prospetti, 1963); 24973, 24974, 24975, 24976, 24977 (particolari della porzione basamentale angolare durante l'intervento di restauro, 1963); 30583, 30584, 30585 (vedute d'insieme di ambedue i prospetti dopo l'intervento di restauro, 1966); 69900, 69901, 69902, 69903 (vedute d'insieme dei prospetti, 1974); 92517 (veduta d'insieme del prospetto su via Mazzetta, 1978); 92518 (veduta d'insieme dell'edificio presa dalla cantonata, 1978); 92519, 92520, 92521 (vedute del cortile, 1978). |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dal sito della Browning Society e dalla voce Casa Guidi su Wikipedia. |
Codice SBAPSAE |
FI0187 |
ID univoco regionale |
90480170254 |
Data creazione |
15/08/2008 |
Data ultima modifica |
09/04/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
24/01/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
lapide, stemma familiare, comunità straniera (inglese, americano). |
Localizzazione |
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