Quartiere |
Santa Croce |
Ubicazione |
Via Giuseppe Verdi 24- 26 |
Denominazione |
Edificio della Direzione provinciale delle Poste e Telegrafi |
Altre denominazioni |
Palazzo delle Poste Nuove |
Affacci |
via Pietrapiana 53- 55, via de' Pepi 23, via dell'Ulivo 10- 12- 14 |
Proprietà |
Poste e Telegrafi (Comune di Firenze e Enpas). |
Architetti - Ingegneri |
Michelucci Giovanni, Coppedè Adolfo. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Bartoli Umberto. |
Uomini illustri |
Palmieri Matteo. |
Note storiche |
L'edificio sorge su parte dell'area resa disponibile dalle demolizioni promosse nel periodo fascista (1936) nel quartiere di Santa Croce, alla quali non avevano fatto seguito le auspicate nuove edificazioni. Si dovette quindi aspettare il 1959, quando venne conferito all'architetto Giovanni Michelucci l'incarico della progettazione della nuova sede della direzione provinciale delle Poste e Telegrafi: elaborate diverse versioni entro il 1964, l'edificio venne ultimato nei primi mesi del 1967. All'inizio degli anni settanta vennero poi realizzati ulteriori volumi tecnici, in soprelevazione all'ultimo piano. Per quanto considerata da molti opera minore nell'ambito dell'attività di Michelucci, la realizzazione è comunque esemplificativa dell'atteggiamento dell'architetto nei confronti del rapporto con un tessuto urbano preesistente: volutamente antimonumentale, l'edificio propone slittamenti e scarti di piani e volumi che, evidentemente, cercano di dialogare con un ambiente esterno ugualmente caratterizzato da architetture, in rapida successione, a formare corpi di diversa altezza e disegno. L'aggetto del primo piano, corrispondente agli uffici, sembra in quest'ottica quasi una citazione delle case a sporti tre quattrocentesche. Sempre nel segno di una volontà di inserimento nel contesto è da interpretare la galleria al piano terreno, vera e propria strada interna parallela a via Pietrapiana, segnata da grossi pilastri, pensata come luogo di sosta aperto alla fruizione della città. Moderna invece la scelta dei materiali che comprendono il calcare di San Giuliano per il rivestimento del basamento, il cemento armato a faccia vista per i piani superiori, l'alluminio anodizzato bronzo per gli infissi. Nel 2016, trasferita la direzione provinciale nel palazzo delle Poste di via Pellicceria e creato un più ridotto ufficio postale con accesso da via Giuseppe Verdi, l'amministrazione comunale ha approvato un cambio di destinazione del complesso che probabilmente sarà destinato a centro commerciale. Attualmente (maggio 2020) l'edificio è chiuso e si lamentano molte scritte imbrattanti a vernice su tutti i fronti e uno stato di conservazione complessivamente pessimo. Per la sua importanza storica, vale in conclusione ricordare anche l'edificio che precedentemente insisteva sul canto tra via Verdi e via Pietrapiana, seppure più avanzato su quest'ultima strada rispetto all'odierna palazzina. Qui, dove la tradizione collocava l'antica spezieria di Matteo Palmieri, era un grande palazzo restaurato e reinventato in stile tra il 1918 e il 1919 su commissione dell'industriale chimico Filippo Maria Contri, con la consueta profusione di ferri battuti, scudi, cartigli e un tabernacolo goticheggiante con la Madonna delle Rondini scolpita da Umberto Bartoli, il tutto su progetto dell'architetto Adolfo Coppedè. Nell'ambito del progetto era stato in particolare curato l'allestimento di una grande farmacia (farmacia Arterio), con annessa sala operatoria modernamente attrezzata, ugualmente arredata con grande profusione di mobili e pitture murali in stile. Dell'ambiente (la cui distruzione poco si spiega visto che l'obiettivo dello sventramento era quello del risanamento della zona e che l'edificio era tutt'altro che fatiscente) serba memoria la farmacia, seppure di dimensioni più contenute, posta sulla forca tra via Pietrapiana e via Martiri del Popolo, dove i vecchi arredi sono stati in buona parte riadattati. |
Bibliografia
dettaglio |
Gobbi 1976, p. 81, n. 66; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, III, 1978, p. 102; Paola Puma in Firenze 1992, p. 236, n. 183; Zucconi 1995, p. 133, n. 220; Cesati 2005, II, pp. 550, 721; Cesati (Piazze) 2005, pp. 197-198; Firenze 2005, p. 416; Insabato-Ghelli 2007, p. 254; Aleardi-Marcetti 2008, p. 78; Paolini (Benci) 2008, pp. 87-88, n. 30; Paolini 2009, pp. 316-317, n. 446; Aleardi-Marcetti 2011, pp. 70-71, n. FI39. |
Approfondimenti |
Entro il 1965 sarà ultimata la costruzione progettata da Michelucci, in "La Nazione", 24 giugno 1964; Edificio per uffici PP. TT., in Leonardo Lugli, Giovanni Michelucci. Il pensiero e le opere, Bologna, Pàtron, 1966, pp. 206-212; Firenze, via Pietrapiana, sì a un megastore dentro le Poste, in "Il Corriere Fiorentino", 12 luglio 2016; Daniela Carbone, in Firenze itinerari del Novecento, a cura di Lia Bernini, Firenze, Nardini, 2017, pp. 212-213 (Palazzo delle Poste Nuove). |
Documentazione fotografica |
Archivi Alinari, Firenze: ARC-F-007461-0000 (veduta dell'edificio del canto alle Rondini prima della demolizione, 1935 circa). Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 13270, 13271, 13289, 130340 (vedute dell'edificio del canto alle Rondini prima della demolizione, 1936). |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla banca dati delle Architetture del 900 in Toscana (realizzata dalla Fondazione Michelucci e resa disponibile dalla Regione Toscana nel proprio sito), e dalla voce Sede della direzione provinciale Poste e Telegrafi su Wikipedia. Ulteriori immagini e riferimenti bibliografici sono presenti nella banca dati Architettura toscana (L'architettura in Toscana dal 1945 ad oggi). |
Codice SBAPSAE |
. |
ID univoco regionale |
. |
Data creazione |
15/08/2008 |
Data ultima modifica |
15/10/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
17/02/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
Campo in corso di revisione. |
Localizzazione |
|
|