Quartiere |
Santo Spirito (San Niccolò) |
Ubicazione |
Piazza de' Mozzi 5 |
Denominazione |
Palazzo Torrigiani |
Altre denominazioni |
Palazzo Del Nero |
Affacci |
lungarno Torrigiani 1 |
Proprietà |
Nasi, Del Nero, Torrigiani. |
Architetti - Ingegneri |
Baccio d'Agnolo (Bartolomeo Baglioni, d.), Domenico di Baccio d'Agnolo, Del Nero Tommaso, Maiorfi Michelangelo, Mazzanti Riccardo. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Lorenzi Antonio. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
Dell'erezione del primo nucleo del palazzo documenta Giorgio Vasari che, nella vita di Baccio d'Agnolo, informa di come l'architetto "sulla piazza de' Mozzi cominciò, ma non finì, la casa de' Nasi, che risponde in sul renaio d'Arno", aggiungendo poi, nelle brevi note su suo figlio Domenico, come quest'ultimo facesse "per Agostino del Nero in sulla piazza de' Mozzi le cantonate, ed un bellissimo terrazzo a quelle case de' Nasi già cominciate da Baccio suo Padre". La costruzione della prima casa, quindi, sarebbe da attribuirsi a Baccio d'Agnolo su commissione di Roberto Nasi che, morto nel 1543, la lasciò incompiuta, e che Agostino del Nero (con il contributo del fratello Francesco) comprò nel 1552, portando a termine i lavori per poi affrontare nuove opere destinate a definire quella che i documenti indicano come "la casa nuova". Il nucleo originario voluto dai Nasi, infatti, è da identificare in corrispondenza dei primi cinque assi verso via de' Bardi, serviti da un primo portone (originariamente posto sul quinto asse e nell'Ottocento spostato sul quarto e quindi tamponato), mentre la porzione promossa dai Del Nero e eretta su progetto di Domenico di Baccio, corrisponde ai sei assi verso l'Arno, per l'altezza di soli tre piani. Il grandioso edificio andava così a segnare la coscia del ponte a Rubaconte dove si elevava una seconda facciata posta con le fondamenta direttamente sul greto del fiume (in assenza del lungarno ottocentesco) e sopra la quale era un'ampia altana (il "bellissimo terrazzo" voltato ad angolo di cui parla Vasari), come è ben documentato da una nitida incisione di Scipione Ammirato del 1590 circa resa nota da Leonardo Ginori Lisci nella sua pubblicazione su I palazzi di Firenze (1972). Sulla cantonata, a segnare la proprietà, era già il notevole scudo con l'arme d'unione di Cosimo I de' Medici e di Eleonora di Toledo (sposi nel 1549), eseguito dallo scultore di Settignano Antonio Lorenzi (testimonia Francesco Bocchi: "L'arme di pietra poscia di pietra forte in sul canto del palazzo è di mano di Antonio Lorenzi, fatta con bell'arte, e con lodevole disegno"). I lavori continuarono comunque a lungo, a coprire un venticinquennio circa, dal 1552 al 1575, con la direzione della fabbrica passata in ultimo al figlio di Agostino del Nero, Tommaso, che probabilmente intervenne soprattutto a definire la facciata posteriore prospiciente il 'pratello', a lungo elogiata da Francesco Bocchi ne Le bellezze della città di Firenze. Con tali caratteristiche, fatti salvi i lavori di decorazione degli interni che si successero a più riprese, il palazzo passò ai primi dell'Ottocento (1816) ai Torrigiani, eredi dei Del Nero. Avendo scelto il palazzo come residenza principale e luogo dove sistemare le proprie raccolte d'arte, i Torrigiani acquistarono anche l'edificio posto sulla sinistra della fabbrica, in modo da ingrandire su questo lato i propri appartamenti, e promossero, verso il 1850, al tempo del marchese Luigi, importanti lavori per dare alla numerosa prole adeguati e convenienti alloggi. Purtroppo i nuovi spazi vennero ricavati chiudendo il loggiato superiore e realizzando una nuova scala (su progetto dell'architetto Michelangelo Maiorfi) che comportò, ai fini di una migliore illuminazione del vano, l'apertura di nuove e più ampie finestre sul fronte verso l'Arno, disassate rispetto alle antiche, come ancora oggi si può vedere. La soprelevazione del corpo centrale dell'edificio fino a giungere agli attuali quattro piani (determinando un blocco compatto che originariamente si presentava invece segnato da corpi in soprelevazione solo ai lati) dovrebbe invece risalire al periodo fra le due ultime guerre, al tempo del marchese Migliore, al quale sicuramente si deve la risistemazione della parte centrale della facciata posteriore, arricchita da un ampio terrazzo coperto a compensare, in parte, la perdita di quello cinquecentesco. In una porzione del giardino, divenuta pubblica, è stata eretta nel 1901 la chiesa Evangelica Luterana (progetto di Riccardo Mazzanti). Gli stemmi sui portoni con le armi dei Del Nero (di nero, al cane rampante d'argento, lampassato e collarinato di rosso) e dei Torrigiani (d'azzurro, alla torre d'argento) sono moderni. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale, ed è tutelato da vincolo architettonico dal 1914. |
Bibliografia
dettaglio |
Bocchi-Cinelli 1677, pp. 288-293; Zocchi 1744, tav. III; Del Bruno 1757, pp. 128-129; Cambiagi 1765, p. 200; Cambiagi 1771, p. 212; Cambiagi 1781, p. 196; Lastri 1821, VIII, pp. 75-81; Firenze 1828, p. 215; Fantozzi 1842, pp. 600-601, n. 314; Fantozzi 1843, p. 231, n. 575; Firenze 1845, p. 253; Formigli 1849, p. 219; Firenze 1850, pp. 549-550; Burci 1875, p. 193; Bacciotti 1879-1886, III, 1886, pp. 311-312; Stegmann-Geymüller 1885-1908, VII, p. 10; Elenco 1902, p. 256; Vasari-Milanesi 1906, V, pp. 352, 359; Limburger 1910, n. 690; Bertarelli 1922, p. 175; Garneri 1924, p. 286, n. XXXIX; Bertarelli 1937, p. 296; Allodoli-Jahn Rusconi 1950, p. 161; Limburger-Fossi 1968, n. 690; Bucci-Bencini 1971-1973, IV, 1973, pp. 67-74; Ginori Lisci 1972, II, pp. 675-682; Firenze 1974, p. 358; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, p. 307; Cresti-Zangheri 1978, p. 134; Zocchi-Mason 1981, pp. 36-37; Mucci 1990, p. 54; Vannucci 1995, pp. 391-393; Cesati 2005, I, p. 412; II, p. 693; Cesati (Piazze) 2005, p. 142; Firenze 2005, p. 438; Insabato-Ghelli 2007, p. 223; Paolini (Poggi) 2010, pp. 46-50, n. 24. |
Approfondimenti |
Marco Lastri, Palazzo del Nero, Accademia degli Alterati, ed altre, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, XV, pp. 24-30; Valentina Catalucci, La famiglia Del Nero di Firenze: proprietà, patrimonio e collezioni; il palazzo Del Nero (oggi Torrigiani in piazza dei Mozzi), in "Studi di Storia dell'Arte", 2013, 24, pp. 147-180 (Ia parte); 2014, 25, pp. 109-144 (IIa parte); Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 483-484. |
Documentazione fotografica |
Archivio fotografico SBAP, Firenze: 151803 (veduta d'insieme del prospetto su piazza de' Mozzi, 1988); 169822, 169823, 169824, 169825, 169826 (vedute degli spazi interni, 1993); 169827 (veduta del prospetto verso il giardino); 169828 (veduta della cappella, 1993); 169829 (veduta d'insieme del prospetto verso il giardino, 1993); 169830 (veduta dello spazio interno delle ex scuderie, 1993); 169831, 169832, 169833 (vedute degli spazi interni con riferimento agli elementi architettonici e alle superfici dipinte, 1993); 169834, 169835, 169836 (vedute d'insieme dei prospetti da angolazioni diverse, 1993); 169837, 169838 (vedute dell'androne, 1993). |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Torrigiani Del Nero su Wikipedia. |
Codice SBAPSAE |
FI0674 |
ID univoco regionale |
90480171189 |
Data creazione |
21/10/2008 |
Data ultima modifica |
17/05/2020 |
Data ultimo sopralluogo |
21/04/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
stemma familiare, giardino. |
Localizzazione |
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