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Quartiere Santo Spirito (San Niccolò)
Ubicazione Via dei Renai 2
Denominazione Palazzo Serristori
Altre denominazioni .
Affacci piazza Nicola Demidoff, lungarno Serristori
Proprietà Serristori, Tozzoni, Gualtieri (Mattiola investimenti Srl), Pertichini e Ruberti (Società Serristori Srl), Ldc Hotels & Resorts Group.
Architetti - Ingegneri Silvani Gherardo, Silvani Pier Francesco, Ferri Antonio Maria, Ruggieri Ferdinando, Ciurini Bernardino, Manetti Giuseppe, Falciani Eugenio, Dei Danilo, Morandini Rossano.
Pittori - Scultori - Decoratori Nessun dato rilevato.
Uomini illustri Murat Gioacchino, Demidoff Nicola (Nikolaj Nikitic Demidov), Bonaparte Giuseppe, Gentile Giovanni.
Note storiche Il nucleo originario dell'edificio risulta edificato tra il 1515 e il 1520, anno nel quale Alesso Baldovinetti ne fa menzione nei suoi Ricordi, dicendolo costruito per volontà di Lorenzo Serristori dietro la chiesa di San Gregorio (che si trovava in piazza de' Mozzi dove è ora il museo Bardini), "sulla gora delle mulina", che al tempo correva parallela al fiume dalla porta di San Niccolò fino al ponte alle Grazie, azionando appunto due grandi mulini. Nella pianta di Stefano Buonsignori del 1584 si rileva chiaramente come l'edificio già avesse sul Renaio una facciata ad angolo al pari dell'attuale, con un ampio corpo di fabbrica a un lato del quale si addossava uno degli edifici dei mulini, e con sul retro un esteso giardino di disegno geometrico, con vialetti, aiuole e alberi, più volte ricordato dai cronisti del tempo tra i maggiori della città. "La rappresentazione, inoltre, sembra restituire l'immagine di un tipico palazzo cinquecentesco fiorentino, con il cortile centrale, le facciate divise da cornici marcapiano ed un importante portale ad arco a tutto sesto quale ingresso principale sul fronte verso il Renaio" (Zuffanelli). Tra il Seicento e i primi dell'Ottocento le notizie reperibili sono per lo più in relazione ai molti lavori promossi dai proprietari proprio in questi spazi esterni sulla gora e verso il greto dell'Arno (vi lavorarono tra gli altri Gherardo e Pier Francesco Silvani, Antonio Maria Ferri, Ferdinando Ruggieri e Bernardino Ciurini), fino alla realizzazione della cosiddetta 'passeggiata Serristori' (1803-1806), progettata da Giuseppe Manetti e arricchita, lungo il percorso, da piccole costruzioni adatte al riposo e al belvedere, compreso un 'kaffeehaus' costruito sopra una delle pigne del ponte alle Grazie. La fama della passeggiata, come le tante migliorie apportate alla residenza nel corso del tempo, resero il palazzo degno di ospitare uomini potenti e illustri, tra i quali Gioacchino Murat, Nicola Demidoff (Nikolaj Nikitic Demidov, che affittò il palazzo nel 1824) e vari membri della famiglia Bonaparte, tra i quali Giuseppe, re di Spagna e fratello di Napoleone, qui morto nel 1844 (lo ricorda una lapide posta dal lato di via dei Renai). L'attuale configurazione dell'edificio è tuttavia legata agli imponenti interventi urbanistici promossi negli anni di Firenze Capitale (1865-1871), in particolare dal 1870 circa, quando si dette avvio ai lavori per l'apertura dei nuovi lungarni. Per quanto concerne questo tratto venne espropriata una lunga striscia di terreno (comprendente la 'passeggiata' con tutte le sue piccole costruzioni), rendendo necessario, come accadeva per molti altri palazzi storici posti lungo l'Arno, un intervento sull'antica fabbrica per voltarla verso il fiume. Alfredo Serristori, allora proprietario, si rivolse così all'architetto Eugenio Falciani che, entro il 1873 (come risulta dalla memoria posta sul lato che guarda alla piazza), ridisegnò la costruzione erigendo gli attuali due avancorpi laterali e rinnovando la disposizione degli appartamenti interni, secondo quei concetti di classicità e decoro dominanti l'architettura fiorentina del tempo. Nell'avancorpo verso la piazzetta Demidoff venne inglobata la struttura architettonica preesistente, di modo che, come osservato da Ginori Lisci, alcune parti del palazzo risultano ancora "del più puro Cinquecento toscano", così come accade per alcune scale, varie sale e soprattutto per l'atrio, caratterizzato dalla scansione delle colonne e degli archi disposti a formare una triplice serliana. Lo stesso architetto progettò anche il riordino dei fronti cinquecenteschi ad angolo su via dei Renai, a cui tuttavia i Serristori rinunciarono a causa della crisi seguita al trasferimento della capitale da Firenze a Roma. Il giardino, drasticamente ridotto in estensione, fu cinto da muri, conservando tuttavia alcuni elementi dell'impianto seicentesco. Tra la fine del secolo e i primi del Novecento, nel periodo in cui fu del senatore Umberto Serristori, il palazzo conobbe un periodo di ulteriore splendore, ben documentato dalle immagini e dalle descrizioni rese da Leonardo Ginori Lisci. Durante l'ultima guerra l'edificio fu sede dell'Accademia d'Italia, presieduta da Giovanni Gentile. Nel 1982, dopo che una auspicata acquisizione della proprietà da parte del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali fu vanificata dalla Corte dei Conti per mancanza della copertura finanziaria necessaria, il palazzo fu acquistato dall'industriale pratese Leandro Gualtieri per essere destinato ad albergo di lusso. Le preziose collezioni d'arte già presenti nella residenza, messe in vendita in un'asta del maggio 1977 poi sospesa per intervento della locale Soprintendenza, furono poi battute nell'asta Sotheby's dell'ottobre 2007. Nel 2011 il complesso fu rilevato dalle famiglie fiorentine Pertichini e Ruberti (Società Serristori Srl) e nello stesso giugno 2011 avviato il cantiere per il restauro e il ripristino funzionale ad uso abitativo (con formazione di più unità immobiliari) dell'interno complesso, su progetto degli architetti Danilo Dei e Rossano Morandini, quest'ultimo indicato anche quale direttore dei lavori. Tali lavori sono stati interrotti nel 2014 e il complesso posto nuovamente in vendita, fino al suo acquisto, nel marzo 2020, da parte del gruppo taiwanese LDC (Luxury Dreams & Culture).
Bibliografia
dettaglio
Del Bruno 1757, p. 128; Cambiagi 1765, p. 200; Cambiagi 1771, p. 212; Cambiagi 1781, p. 196; Fantozzi 1843, p. 227, n. 562; Firenze 1850, p. 550; Burci 1875, p. 195; Bacciotti 1879-1886, III, 1886, pp. 310-311; Bigazzi 1886, pp. 320-321; Illustratore fiorentino (1905) 1904, pp. 106-109; Limburger 1910, n. 650; Bertarelli 1922, p. 174; Garneri 1924, p. 288, n. LI; Bertarelli 1937, p. 298; Limburger-Fossi 1968, n. 650; Bucci-Bencini 1971-1973, IV, 1973, pp. 75-78; Borsook 1972, p. 302; Ginori Lisci 1972, II, pp. 689-697; Firenze 1974, p. 362; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, pp. 305-306; III, 1978, pp. 213-214; IV, 1978, pp. 18-20; Cresti-Zangheri 1978, p. 88; Cazzato-De Vico Fallani 1981, pp. 55-56; Pozzana 1994, pp. 85-89; Vannucci 1995, pp. 355-360; Zucconi 1995, p. 121, n. 192; Cesati 2005, II, pp. 524, 643; Firenze 2005, p. 438; Francesca Carrara in Atlante del Barocco 2007, p. 424, n. 141; Invernizi 2007, II, p. 392, n. 350; Fantozzi Micali-Lolli 2016, p. 201; Zoppi 2019, pp. 106-107.
Approfondimenti Maddalena Trionfi Honorati, Le case dei Bonaparte a Firenze negli anni dell'esilio, in "Antichità Viva", V, 1966, 2, pp. 64- 80; Maria Alberta Zuffanelli, Il palazzo Serristori e la 'passeggiata' sull'Arno, in San Niccolò Oltrarno, II, Il tessuto urbano, Firenze, Comune di Firenze (Assessorato alla Cultura), 1982, pp. 107-117; Fiorella Facchinetti, Firenze. Palazzo Serristori, in "Notizie di Cantiere", 1990, 2, pp. 157-168; Fiorella Facchinetti, Francesca Carrara, La volta a padiglione del salone da ballo di palazzo Serristori: un'ardita e inusuale struttura lignea, in Il restauro del legno, atti del secondo Congresso Nazionale Restauro del Legno (Firenze, 8-11 novembre 1989) a cura di Gennaro Tampone, Firenze, Nardini, 1990, pp. 85-98; Ingrid Feletti, Lidia Ravaglia, Giulia Ricottini, Volta lignea del salone delle feste a Palazzo Serristori, in Il restauro del legno, atti del secondo Congresso Nazionale Restauro del Legno (Firenze, 8-11 novembre 1989) a cura di Gennaro Tampone, Firenze, Nardini, 1990, pp. 61-66;Fiorella Facchinetti, L'orto dei Serristori: un giardino perduto, in Atti del II convegno nazionale Parchi e Giardini storici, Parchi letterari, Monza 1992, pp. 371-379; Antonella Gerini, Francesca Vallini, Tra piazza Poggi e lungarno Serristori, palazzo Siviero: indagini, ricerche, documenti e diagnostica, in "Bollettino degli Ingegneri", XLII, 1995, 12, pp. 9-15; Francesca Carrara, Salviati e Serristori: le dimore a Firenze in età barocca, in Residenze nobiliari. Stato Pontificio e Granducato di Toscana ("Atlante tematico del Barocco in Italia"), a cura di Mario Bevilacqua e Maria Luisa Madonna, Roma, De Luca Editori d'Arte, 2003, pp. 377-392; Saida Grifoni, Lungo l'Arno. Paesaggi, storia e culture, Firenze, Aska Edizioni, 2016, pp. 256-257; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 489-491; Ernesto Ferrara, Da Vivarelli Colonna a palazzo Serristori, Firenze è sul mercato, in "La Repubblica", 9 febbraio 2017.
Documentazione fotografica Archivio fotografico SBAP, Firenze: 119043, 119044 (vedute di sale interne arredate, 1982); 119050, 119051, 119052, 119053, 119054, 119055, 119056, 119057, 119058 (vedute dei prospetti esterni e interni, 1982), 119059, 119060, 119061 (vedute del giardino, 1982); 119062, 119063, 119064, 119065, 119066, 119067, 119068, 119069, 119070, 119071, 119072, 119073, 119074 (vedute delle sale interne affrescate e arredate, 1982); 140323, 140324, 140325, 140326, 140327, 140328, 140329, 140330, 140331, 140332, 140333, 140334, 140335, 140336, 140337, 140338, 140339, 140340 (campagna fotografica relativa allo stato di conservazione delle coperture e delle facciate, 1986); 144147, 144148, 144149, 144150, 144151, 144152, 144153, 144154, 144155, 144156, 144157, 144158, 144159, 144160, 144160, 144160, 144160, 144164 (vedute d'insieme e dettagli del degrado delle facciate, già con impalcature di cantiere, prima del previsto intervento di restauro, 1987); 147324, 147325, 147326, 147327, 147328, 147329, 147330, 147331 (particolari del degrado dei prospetti prima del previsto intervento di restauro, 1987); 147332, 147333, 147334, 147335 (vedute del loggiato del palazzo, 1987); 147537, 147538 (riproduzioni di vedute storiche del complesso, 1987); 147732, 147733, 147734, 147735, 147736, 147737, 147738, 147739 (insieme e dettagli della sala giallo rossa al primo piano, priva degli arredi, 1987); 147748, 147749, 147750, 147751, 147752 (insieme e dettagli della sala rossa al primo piano, priva degli arredi, 1987); 147753, 147754, 147755, 147756, 147761, 147762 insieme e dettagli della sala gialla al primo piano, priva degli arredi, 1987); 147768, 147769, 147770, 147771 (dettagli della volta affrescata del salone al primo piano, privo degli arredi, 1987); 147757, 147758, 147759, 147760, 147773, 147774, 147775, 147776 (vedute e particolari della sala gialla e della sala degli specchi prima del previsto restauro, 1987); 147955, 147956, 147957, 147958 (vedute delle coperture e dei prospetti secondari, 1987); 147971, 147972, 147973 (particolari decorativi di spazi interni, 1987); 148107, 148108, 148109, 148110 (vedute di alcune sale dopo lo smontaggio delle tappezzerie, 1987); 148122, 148123, 148124, 148125 (vedute delle coperture e dei fronti secondari, 1987); 150430, 150431, 150432, 150433 (riproduzione di disegni dell'Archivio di Stato, 1988); 155526, 155542, 155543, 155544 (riproduzione di piante e rilievi, 1989); 156984, 156985 (riproduzione di vedute storiche del complesso, 1990); 159627, 159628, 159629, 159630, 159631, 159632, 159633, 159634 (riproduzioni di piante e rilevi, 1990); 163410, 163411, 163420, 163421, 163422, 163423, 163424, 163429 (riproduzione disegni presso l'Archivio di Stato, 1992); 164120, 164121, 164122, 164123, 164124, 164125, 164126, 164127, 164128, 164129, 164130, 164131, 164132, 164133, 164134, 164135, 164136, 164137, 164138, 164139, 164140 (documentazione relativa al giardino, alle fontane, agli arredi e ai graffiti, 1992); 197835, 197836, 197837, 197838 (documentazione relativa agli alberi del giardino da abbattere, 1998).
Risorse in rete Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Serristori su Wikipedia.
Codice SBAPSAE FI1088
ID univoco regionale 90480170068
Data creazione 21/10/2008
Data ultima modifica 17/08/2020
Data ultimo sopralluogo 22/07/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags giardino, comunità straniera (russo), lapide.
Localizzazione
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