Quartiere |
Santo Spirito (San Niccolò) |
Ubicazione |
Piazza de' Mozzi 4 |
Denominazione |
Palazzo Torrigiani Nasi |
Altre denominazioni |
Palazzo Nasi, palazzo Scarlatti |
Affacci |
. |
Proprietà |
Nasi, Del Nero (Neri Scarlatti), Torrigiani. |
Architetti - Ingegneri |
Baccio d'Agnolo (Bartolomeo Baglioni, d.), Domenico di Baccio d'Agnolo, Baglioni Filippo, Parigi Alfonso, Parigi Alfonso il Giovane, Ammannati Bartolomeo, Buontalenti Bernardo. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
Anticamente si trovavano in questa zona varie case di proprietà dei Bardi, dei Benci, dei Banchi e dei Nasi che, acquistate tra il 1460 e il 1469 da quest'ultima famiglia, furono riunificate in un'unica casa grande. Alla storia di questa antica proprietà è legata parte della fortuna ottocentesca dell'edificio, che sovente ricorda come in questa casa "per istigazione del Duca Alessandro, Niccolò Nasi dette una festa da ballo per attirarvi la Luisa Strozzi, moglie di Luigi Capponi, della quale meditavasi il disonore" (Fantozzi 1843). Per quanto concerne invece l'architettura, nel tracciare la genesi della fabbrica, la letteratura a lungo si è affidata alla testimonianza di Giorgio Vasari, indicando il cantiere come avviato nei primi decenni del Cinquecento sotto la direzione di Baccio d'Agnolo, quindi terminato da suo figlio Domenico con l'inserimento di un terrazzino. La vicinanza di questo con l'altro palazzo adiacente ugualmente dei Nasi e nel 1552 venduto ai Del Nero (si veda palazzo Torrigiani all'attuale numero civico 5), può tuttavia aver ingenerato una certa confusione e fatto sì che le distinte storie degli edifici si siano confuse. Altri, come il Cinelli (1677), riferiscono infatti l'opera a Filippo Baglioni (peraltro sempre figlio di Baccio). E' comunque tra Cinquecento e Seicento che questo edificio - nel frattempo passato agli Scarlatti - venne interessato da un ulteriore intervento riconducibile ad Alfonso Parigi il Giovane (parte della letteratura tuttavia, anticipando la data dell'intervento, ipotizza il coinvolgimento di Alfonso Parigi il Vecchio): in quell'occasione furono ammodernati, oltre alla facciata, il cortile e gli ambienti interni. Per quanto parte della letteratura riconduca a questi anni anche i graffiti che caratterizzano fortemente l'edificio, questi in realtà sembrano mostrare caratteristiche stilistiche e tecniche esecutive più plausibili con una datazione tardo ottocentesca (si vedano al proposito le annotazioni dei Thiem che sembrerebbero confermate da quanto osservato nel corso dell'intervento di restauro eseguito nel 2004 dalla ditta P.T. Color). "Siamo di fronte a uno dei prospetti più ricchi, più decorati e opulenti che Firenze abbia creato in questo periodo. E non a caso si tratta di un prospetto dovuto a un grande scenografo creatore di giardini e di effetti teatrali... Le finestre, sia del terreno che del primo piano, presentano una ricchezza di motivi e una fantasia pienamente barocca, anche se risentono di idee già espresse dal Buontalenti e da altri architetti della fine del XVI secolo" (Mario Bucci 1973). Walther Limburger (1910) avvicina l'opera all'Ammannati e, al proposito, così commenta Mazzino Fossi (1968): "L'opera è senz'altro da porsi nella cerchia dell'Ammannati ma da attribuirsi ad un autore che è stato vicino anche al Buontalenti; il nome di Alfonso Parigi (il Giovane, morto nel 1658) è accettabile; infatti il palazzo anche se ha tutti i caratteri per essere datato alla seconda metà del XVI secolo è più giusto porlo alla prima metà del XVII secolo". Acquistato in seguito dai Torrigiani (proprietari dell'immobile fino al 1960), al fine di ampliare gli ambienti del palazzo contiguo a questo, l'edificio venne soprelevato di un piano nell'Ottocento e arricchito di un mezzanino tra il terreno e il primo livello sul lato del cortile. La facciata è organizzata su tre piani con un ulteriore volume in soprelevazione e si sviluppa su quattro assi. Il terzo asse è segnato dal portone sormontato da un balcone (che appare quindi decentrato, a documentare il vincolo imposto dalle preesistenze), ai lati del quale si dispongono belle finestre con trabeazione su mensole. Mascheroni e altri motivi di ispirazione buontalentiana completano con i graffiti - come già abbiamo detto di incerta datazione - la decorazione del fronte. Il cortile interno ha un portico con arcate oggi tamponate, sopra le quali si aprono finestre simili a quelle di facciata. Negli interni (ora divisi in varie unità immobiliari alienate a diversi soggetti) la letteratura segnala alcune stanze con pregevoli decorazioni sette e ottocentesche, con un interessante ciclo delle Stagioni. In una stanza al secondo piano sono poi dipinti a trompe-l'oeil con vedute dell'Arno. Sulla facciata è una memoria datata al 1871 che ricorda il marchese Carlo Torrigiani, fondatore della scuola di San Niccolò e benefattore di altri istituti (trascritta e commentata da Francesco Bigazzi). Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale, ed è tutelato da vincolo architettonico dal 1914. |
Bibliografia
dettaglio |
Bocchi-Cinelli 1677, p. 279; Ruggieri 1722-1728, III, 1728, tavv. 40-45; Del Bruno 1757, p. 129; Cambiagi 1765, p. 201; Cambiagi 1771, p. 213; Lastri 1821, VIII, pp. 72-74; Thouar 1841, p. 393; Fantozzi 1842, p. 600, n. 313; Fantozzi 1843, p. 231, n. 576; Firenze 1850, p. 549; Stegmann-Geymüller 1885-1908, VII, p. 8; Bigazzi 1886, pp. 129-130; Elenco 1902, p. 256; Vasari-Milanesi 1906, V, pp. 352, 359; Limburger 1910, n. 691; Illustratore fiorentino (1911) 1910, pp. 136-139; Bertarelli 1922, p. 175; Garneri 1924, p. 286, n. XXXVIII; Bertarelli 1937, p. 296; Allodoli-Jahn Rusconi 1950, p. 161; Thiem 1964, p. 23; Limburger-Fossi 1968, n. 691; Bucci-Bencini 1971-1973, IV, 1973, pp. 72-74; Ginori Lisci 1972, II, p. 679; Firenze 1974, p. 358; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, pp. 306-307; Sandra Carlini in Palazzi 2004, pp. 75-80; Cesati 2005, I, p. 412; Cesati (Piazze) 2005, p. 142; Firenze 2005, p. 443; Invernizi 2007, I, p. 299, n. 268; Pecchioli 2005, pp. 232-243; Paolini (Poggi) 2010, pp. 50-54, n. 25. |
Approfondimenti |
Marco Lastri, Palazzo Nasi, ultimamente Scarlatti, e come le Dame andassero a cavallo per la Città, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, XV, pp. 22-24; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 483-484. |
Documentazione fotografica |
Archivio fotografico SBAP, Firenze: 21825 (veduta d'insieme del prospetto, 1961); 104211, 104212, 104213, 104214 (veduta d'insieme e particolari del prospetto, 1980); 151806, 151809 (vedute d'insieme del prospetto, 1988); 175601 (particolare della porzione centrale del prospetto, 1994); 175602 (veduta di uno spazio interno, 1994); 175603 (particolare del prospetto con il balcone, 1994); 175604, 175605 (vedute degli spazi interni, 1994); 175606 (veduta d'insieme del cortile interno, 1994); 175607, 175608, 175609, 175610, 175611 (vedute degli spazi interni con riferimento alle superfici dipinte, 1994); 175612 (veduta d'insieme del prospetto, 1994). |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Nasi su Wikipedia. |
Codice SBAPSAE |
FI0166 |
ID univoco regionale |
90480170231 |
Data creazione |
23/10/2008 |
Data ultima modifica |
17/05/2020 |
Data ultimo sopralluogo |
21/04/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
graffito, lapide. |
Localizzazione |
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