Quartiere |
Santa Croce |
Ubicazione |
Via Michelangelo Buonarroti 13 |
Denominazione |
Palazzo Lapi |
Altre denominazioni |
Palazzetto Coppi |
Affacci |
. |
Proprietà |
Fioravanti, Lapi, Simoni, convento di San Martino a Maiano, convento di Santa Croce, Corsini, Luvisi, Redi, Camiciotti, Coppi, Comune di Firenze. |
Architetti - Ingegneri |
Castellucci Giuseppe. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Novelli Guido, Camiciotti Vittorio, Valentini Daniela. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
In quest'area insistevano agli inizi del Quattrocento due case della famiglia degli architetti Fioravanti che, nel 1452, vendettero le proprietà a Tommaso Lapi, al quale si deve la riunificazione dei fabbricati e, in sostanza, l'edificazione del palazzo nelle attuali forme. Dalla famiglia Lapi l'edificio passò nel 1563 ai Simoni, da questi alle suore di San Martino a Maiano (1595) e quindi trasmesso ai frati di Santa Croce (1688). Alla metà del Settecento appartenne a Bartolomeo Corsini, e ancora nel 1834 è segnalato come del principe Tommaso Corsini. La letteratura annota tuttavia molti altri passaggi di proprietà, che lo indicherebbero nel 1812 come dei Luvisi, nel 1916 dei Redi, nel 1934 dei Camiciotti. Nel 1940 venne espropriato dal Comune di Firenze con la denominazione di palazzo Coppi (Cocchi?), nell'ambito del progetto di risanamento del quartiere di Santa Croce, senza che tuttavia si giungesse alla sua distruzione, essendo stato nel frattempo sottoposto a vincolo architettonico. Nel corso dei vari passaggi di proprietà l'edificio aveva in realtà perso le caratteristiche originarie fino al radicale restauro condotto nel 1916 sulla base di un progetto redatto dal professor Giuseppe Castellucci e su commissione del proprietario Giuseppe Redi con il contributo del Governo e del Comune di Firenze, che vide, tra l'altro, il recupero della facciata graffita nascosta sotto più mani di tinteggiatura per le cure dei pittori decoratori Guido Novelli e Vittorio Camiciotti (numerosi cartoni esecutivi relativi all'intervento sono conservati presso l'Archivio storico del Comune di Firenze): alle ampie integrazioni fece seguito la ricollocazione di tutta una serie di ferri da facciata come presumibilmente dovevano esserci in antico. Un più recente ed esemplare intervento (Daniela Valentini, 2004) è tornato a consolidare tutta la decorazione e a integrare le lacune utilizzando l'antica tecnica del graffito, ma differenziando l'intervento moderno con l'uso di sabbia di granulometria diversa, in modo da renderlo leggibile a distanza ravvicinata. Attualmente l'edificio si presenta in tutta la sua bellezza, gratificato dalla posizione appartata e da quel poco di verde che i paraggi offrono. La facciata è organizzata su tre piani e sette assi, con finestre ad arco poggiate su ricorsi in pietra. Al piano terreno è, in corrispondenza del quinto asse, il portone rustico, affiancato da una serie di finestre con cornici in pietra lisce, aggiunte posteriormente, presumibilmente nel Seicento. La decorazione a graffito, eseguita poco dopo il 1452, finge filari di pietre squadrate e, sotto ai ricorsi, si arricchisce di fasce con fiori, frutti, tralci di foglie e nastri svolazzanti, poggianti su una ulteriore fascia con mensole in prospettiva (in questo recuperando un motivo già trecentesco). Attualmente l'edificio è sede della Associazione Sandro Pertini, della Fondazione di Studi Storici Filippo Turati, della Federazione Regionale Toscana Associazioni Antifasciste e della Resistenza, della Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (comitato provinciale e regionale). Le scritte imbrattanti a vernice al piano terreno lamentate nella precedente redazione di questa scheda (2009) sono state rimosse. |
Bibliografia
dettaglio |
Illustratore fiorentino (1911) 1910, p. 138; Illustratore fiorentino (1914) 1913, p. 160; Thiem 1964, pp. 64-65, n. 15, tavv. 30-33; Firenze 1974, p. 201; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 156; Orefice 1992, p. 51, nota 20; Cesati 2005, I, p. 96; Firenze 2005, p. 416; Pecchioli 2005, pp. 164-171; Insabato-Ghelli 2007, p. 118; Paolini 2008, pp. 72-74, n. 85; Paolini 2009, pp. 96-98, n. 102. |
Approfondimenti |
Daniele Gualandi, Il restauro di Casa Lapi, in Comune di Firenze, Ufficio Belle Arti. Cento anni di restauro a Firenze, catalogo della mostra (Firenze, Sala d'Arme di Palazzo Vecchio, 11-22 gennaio 2008), Firenze, Polistampa, 2007, pp. 199-202; Gianluca Belli, Paramenti bugnati e architettura nella Firenze del Quattrocento, Firenze, University Press, 2019, p. 407, n. 21, fig. 115 (ma si vedano anche i rimandi al testo tramite l'indice analitico della pubblicazione). |
Documentazione fotografica |
Archivi Alinari, Firenze: ARC-F-007529-0000 (veduta d'insieme della facciata in occasione della costruzione della linea tranviaria, 1890); ACA-F-036355-0000 (veduta d'insieme della facciata in scorcio, 1920-1930). Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 6352, 65005, 65006, 65007, 65008, 65009, 126406, 126406, 126408, 126410 (vedute d'insieme e particolari del prospetto, 1915-1916 ca.); 114978 (veduta del prospetto prima dei lavori di isolamento, 1925-1935 ca.); 6381, 128095 (vedute dell'edificio durante i lavori di isolamento, 1937 ca.). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 32713, 32713, 32713, 32713, 32713, 32713, 32713 (varie vedute della facciata con ponteggi e opere provvisionali, 1966); 108960 (veduta d'insieme della facciata in scorcio, 1980); 108961, 108962, 108963 (particolari dei graffiti della facciata, 1980). |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Lapi su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL). |
Codice SBAPSAE |
FI1021 |
ID univoco regionale |
999 |
Data creazione |
15/08/2008 |
Data ultima modifica |
04/04/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
06/03/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
graffito, ferro da facciata. |
Localizzazione |
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