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Struttura della banca dati |
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Quartiere |
Santo Spirito |
Ubicazione |
Via de' Guicciardini 2r- 4r- 6r- 8r |
Denominazione |
Palazzo Barbadori |
Altre denominazioni |
Palazzo Ricasoli Firidolfi |
Affacci |
. |
Proprietà |
Barbadori, Ricasoli Firidolfi. |
Architetti - Ingegneri |
Morozzi Guido, Lloyd R. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
Il palazzo nasce presumibilmente nel Trecento con l'unione a una preesistente torre di una casa grande, così descritta da Guido Morozzi nel 1946 (2009): "Il nucleo formato dal palazzo si presenta con uno spartito di quattro armoniche aperture nel piano terra, ritmo che viene ripreso dalle finestre del primo e secondo piano, assai ariose nella loro primitiva conformazione. L'ultimo piano si presenta con una serie di altre quattro finestre, ma di semplice forma quadrata, interrompendo così lievemente la semplice superficie muraria... La facciata del palazzo è rivestita fino alla prima cornice con filaretto di pietra forte, e da questo punto fino alla linea di gronda la muratura mista di mattoni e pietrame presenta tracce di un intonaco con bozze disegnate a graffito costituendo un esempio particolarissimo in quanto l'intonaco stesso sopravanza, sebbene di pochi millimetri, il piano delle bozze delle finestre in modo da disegnarlo maggiormente regolarizzando le frequenti deformità". Lo scoppio delle mine tedesche poste in quest'area nell'agosto del 1944 produsse il crollo quasi totale della parte interna dell'edificio, lasciando tuttavia in piedi il fronte, seppure in forte strapiombo. Visto il pregio della fabbrica questo venne consolidato e restaurato dalla Soprintendenza ai Monumenti, con la direzione dell'architetto R. Lloyd, per quanto concerne il palazzo vero e proprio entro il giugno del 1946. Sulla base delle tracce segnalate da Guido Morozzi, i piani superiori furono interamente decorati con bozze a graffito. Per il resto il palazzo fu soprelevato e integrato con architettura moderna. Sul fronte è uno scudo fortemente eroso che recava l'arme della famiglia Barbadori. Sull'arco che corrisponde al negozio segnato con il numero 4 rosso è una terracotta invetriata ispirata ai tondi dello spedale degli Innocenti. Il palazzo era inserito nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale. |
Bibliografia
dettaglio |
Carocci 1897, p. 143; Elenco 1902, p. 254; Limburger 1910, n. 70; Limburger-Fossi 1968, n. 70; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, p. 89; Morozzi 2009, pp. 49-50. |
Approfondimenti |
Nessun dato rilevato. |
Documentazione fotografica |
Archivi Alinari, Firenze: ACA-F-029399-0000 (veduta della via prima delle distruzioni di guerra con una porzione dell'edificio, 1929 circa). Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 4744, 128065 (veduta della via prima delle distruzioni di guerra con una porzione dell'edificio, 1929 circa). |
Risorse in rete |
Nessun dato rilevato. |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
. |
Data creazione |
29/10/2008 |
Data ultima modifica |
21/02/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
15/03/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
graffito, robbiana, stemma familiare. |
Localizzazione |
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