Quartiere |
Santo Spirito (San Niccolò) |
Ubicazione |
Costa Scarpuccia 3- 5- 7 |
Denominazione |
Casa Petroviz |
Altre denominazioni |
Palazzo ai Fratini, Palazzo Schwarzenberg |
Affacci |
costa San Giorgio 28- 30 |
Proprietà |
Figlinesi, Pigli, Petroviz d'Armis (Petrowitz), Schwarzenberg, Coster, Giuliani Dainelli. |
Architetti - Ingegneri |
Radi Bernardo, Silvani Gherardo, Zamvòs Mariano Panajotis, Pinsent Cecil, Scott Geoffrey. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Hudson James, Temple Reginald. |
Note storiche |
Era qui in antico un monastero Benedettino che, attorno al 1640, per volere di Cristina di Lorena, fu trasformato, ampliato e affidato alla congregazione degli Agostiniani Scalzi. Sia la chiesa dedicata a Sant'Agostino e a Santa Cristina sia il grande convento sono ricondotti dalla letteratura (nell'ambito della quale è una documentata ricerca di Giampaolo Trotta) a Bernardo Radi e quindi a Gherardo Silvani. Dopo ulteriori lavori promossi nel Settecento, il convento fu soppresso nel 1808 e destinato ad accogliere le famiglie dei membri della Compagnia dei Pompieri di Firenze, quindi acquistato nel 1816 dalla famiglia dei Figlinesi che restaurò la chiesa di Sant'Agostino e Santa Cristina (1817) e trasformò in residenza parte degli ambienti del complesso già adibiti ad usi comunitari. Passato per via ereditaria a Luigi Pigli, l'intera struttura venne ceduta nel 1833 al conte Pietro di Teodoro Petroviz (Petrowitz) d'Armis, ciambellano della corte granducale. A questa data la proprietà contava l'ex convento, la chiesa, l'edificio alla sua destra, gli orti e due case lungo la Costa. Acquistati ulteriori fabbricati limitrofi, Petroviz promosse tra il 1840 e il 1850 imponenti lavori di ristrutturazione del complesso, definitivamente trasformato in palazzo di residenza con un ampio giardino romantico e podere, peraltro dotato di una strada carrozzabile fatta appositamente tracciare. Passato di proprietà nel 1866 a Filippo Schwarzenberg (che quindi lo possedeva negli anni del Bacciotti che ne parla estasiato per il panorama della città che da qui si gode), fu dotato di un notevole parco all'inglese e oggetto di vari altri lavori, peraltro divenuti necessari dopo che nel 1873 il Comune aveva provveduto ad ampliare e lastricare le vie limitrofe, dando maggior respiro ai prospetti che la proprietà mostrava sia su costa Scarpuccia sia su costa San Giorgio, dove Schwarzenberg possedeva sei case a schiera. Le nuove facciate (oltre alla ridistribuzione degli interni) furono progettate dall'architetto Mariano Zamvòs e realizzate nei termini attuali. In uno degli ampi appartamenti così ricavati abitò tra il 1880 e il 1883 (quando si trasferì in via Vittorio Alfieri 8, si veda) sir James Hudson, già ministro plenipotenziario della Gran Bretagna presso la corte di Torino tra il 1852 e il 1863. Negli anni venti del Novecento, pervenuta la proprietà all'americano Charles Harry Coster, fu commissionato al paesaggista inglese Cecil Pinsent un rifacimento della parte del giardino che si affaccia sulla città (1928). Con l'ausilio dell'amico e collega Geoffrey Scott, Pinsent determinò così uno spazio verde ispirato ai giardini rinascimentali e barocchi, con l'inserimento di fontane, spartimenti fioriti con vasi d'agrumi e un berceau. Da questa terrazza giardino si sale ad una zona più alta, con un boschetto di piante sempreverdi e, al termine dell'itinerario, a una loggia panoramica che Charles Harry Coster adibì a spogliatoio ad uso della sottostante piscina ricavata da una antica cisterna. Secondo Barfucci qui visse in questo periodo anche il pittore inglese Reginald Temple. Dopo aver conosciuto un periodo di relativo abbandono e dopo un'ipotesi avanzata negli anni cinquanta (fortunatamente non concretizzatasi) di trasformazione della chiesa in appartamenti, negli anni sessanta e settanta si operarono sulla struttura una serie di trasformazioni a carattere utilitaristico che comunque svilirono il complesso. Dagli anni ottanta si è sviluppata la consapevolezza dell'importanza del fabbricato e della sua storia, e sono state avanzate varie ipotesi per una sua destinazione pubblica, ampiamente documentate nel volume di Licia Bertani e Giampalo Trotta segnalato come indispensabile testo di approfondimento sull'edificio. |
Bibliografia
dettaglio |
Fantozzi 1842, pp. 612-614, n. 325; Fantozzi 1843, p. 232, n. 580; Firenze 1850, pp. 556-557; Bacciotti 1879-1886, III, 1886, pp. 156-157; Limburger 1910, n. 8; Barfucci 1958, p. 238; Limburger-Fossi 1968, n. 8; Fantozzi Micali-Roselli 1980, pp. 84-85; Adsi 2003, pp. 11-13; Chiara Peroni in Atlante del Barocco 2007, p. 380, n. 3; Adsi 2010, pp. 36-37; Paolini 2013, p. 69. |
Approfondimenti |
Giampaolo Trotta, L'ampliamento di Costa Scarpuccia e i lavori a palazzo Schwarzenberg (1866-1873), in "Bollettino Ingegneri", XXIX, 1981, 7/8, pp. 12-18; Licia Bertani, Giampaolo Trotta, Un balcone sulla città e sul fiume. Sant'Agostino e Santa Cristina sulla Costa a Firenze, Livorno, Sillabe, 2001; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, p. 493. |
Documentazione fotografica |
Campo in corso di revisione. |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Giardino Giuliani su Wikipedia. |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
05/11/2008 |
Data ultima modifica |
05/10/2020 |
Data ultimo sopralluogo |
20/07/2015 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
giardino, comunità straniera (inglese, americano). |
Localizzazione |
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