Quartiere |
San Giovanni |
Ubicazione |
Piazza del Mercato Centrale |
Denominazione |
Padiglione del mercato centrale di San Lorenzo |
Altre denominazioni |
. |
Affacci |
via Sant'Antonino, via dell'Ariento, via Panicale |
Proprietà |
Nessun dato rilevato. |
Architetti - Ingegneri |
Mengoni Giuseppe, Del Sarto Luigi, Presenti Enrico, Caprilli Angelo, Ghelardi Augusto, Orlandini Orlando, Zannetti Maurizio, Reali Odoardo, Romano Salvatore, Rossi Giancarlo, Faggioli Fernando, Lensi Orlandi Cardini Giulio Cesare, Casamonti Marco. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Nessun dato rilevato. |
Uomini illustri |
Giovanni Becciolini. |
Note storiche |
Si tratta di delle più significative fabbriche in ferro e vetro realizzate nell'Ottocento, in questo caso su progetto dell'architetto Giuseppe Mengoni, tra il 1870 e il 1874 (inaugurazione il primo maggio di quell'anno), nell'area già occupata dai cosiddetti Camaldoli di San Lorenzo e già fatta oggetto di un elaborato progetto, ugualmente finalizzato alla realizzazione di un mercato, da parte di Luigi Del Sarto (1865-1870). La costruzione dell'edificio comportò, oltre alla demolizione di vari poveri isolati con case per lo più di proprietà della commenda di San Jacopo in Campo Corbolini, il conferimento di un nuovo disegno agli immobili di perimetro (via Panicale, via Sant'Antonino) che furono adeguati ai principi del decoro borghese, con ricorso a porticati e a decorazioni classiche sulla base di un progetto redatto nello stesso 1870 dall'architetto Enrico Presenti con la collaborazione (anche per i preliminari interventi di esproprio) degli ingegneri Angelo Caprilli, Augusto Ghelardi, Orlando Orlandini, Maurizio Zannetti e altri. Per quanto riguarda l'edificio del mercato questo fu concepito su modello delle Halles parigine, esternamente definito da un piano terreno con tetto a spiovente e da un corpo centrale più elevato e interamente finestrato, internamente da navate sotto forma di strade coperte su cui si aprono i singoli spazi di vendita. Questi, originariamente uniformati nelle mostre in modo da assecondare i principi di ordine e regolarità, nel tempo si sono andati diversificando, in ragione delle possibilità e del tipo di prodotti offerti alla clientela, portando a una varietà che può apparire pittoresca ma che è figlia più del Novecento che non della cultura ottocentesca. Assolutamente innovativa fu tuttavia, come accennato, la scelta di adottare per la costruzione uno scheletro interamente metallico, provvisto di serramenti in lamelle di vetro smerigliato per la chiusura e l'areazione del grande vano centrale, in buona sostanza rivelando una spiccata sensibilità moderna e una perfetta padronanza delle tecniche costruttive più avanzate per il tempo. La chiusura perimetrale, fino all'altezza di 14,5 metri è realizzata da un solido muro, largo alla base circa 1,5 m. La struttura copre un'area approssimativamente quadrata di circa cinquemila metri quadri. Più in particolare: "la struttura è costituita da colonne in ghisa che suddividono lo spazio interno in tre navate, di cui quella centrale - di 30 m di luce - più alta rispetto alle laterali - di 24 m di luce - e coperta da un tetto a due spioventi. le navate laterali hanno copertura a padiglione. Il manto di copertura è costituito da ferro e vetro per i lucernari e da tegole su perlinato sulle parti cieche" (Romaro 1986). "Accanto alla moderna tecnica costruttiva in ferro e vetro (tecnica che il Mengoni sperimentava anche nella costruenda Galleria di Milano), l'irrinunciabile carattere di monumentalità è assicurato con l'adozione di un lessico classicista che si esprime nella teoria delle arcate sui fianchi, nell'uso del bugnato, nella soluzione pilastrata e architravata sui fronti. Capitelli a fogliami tratti dal tradizionale repertorio decorativo sono applicati anche alle colonne in ghisa della struttura" (Martellacci 1992). Attualmente lo spazio interno è occupato da una struttura in ferro che suddivide la navata centrale, a doppio volume, in due livelli, realizzata dall'architetto Odoardo Reali e altri (architetti Salvatore Romano e Giancarlo Rossi, ingegnere Fernando Faggioli) negli anni 1976-1980, finalizzata ad ampliare lo spazio per consentire di ospitare al coperto anche il mercato ortofrutticolo, fino a quegli anni tenuto nella piazza antistante. In questo stesso periodo, in stretto rapporto con l'intervento ricordato, si provvide anche a un intervento di restauro e consolidamento dell'intero complesso, con la direzione dei lavori affidata all'ingegnere Giulio Cesare Lensi Orlandi Cardini. Nel 2014 la struttura fu poi interessata da un progetto di riqualificazione curato dallo studio di architettura Archea Associati sotto la guida dell'architetto Marco Casamonti, con l'obiettivo di fare di questo spazio anche un luogo di incontro cittadino, con punti di ristoro e relax, così da rispondere alla crisi del mercato dovuta alla diminuzione della popolazione residente nel quartiere e alla concorrenza della grande distribuzione. Dallo stesso anno la struttura ospita così, oltre ai tradizionali banchi, eventi e iniziative nell'ambito del progetto "Mercato Centrale", da un’idea di Umberto Montano, imprenditore della ristorazione, e dall’esperienza imprenditoriale del gruppo Human Company della famiglia Cardini Vannucchi, leader in Italia nel settore del turismo all’aria aperta. Si veda anche quanto annotato nella scheda relativa al padiglione del mercato di Sant'Ambrogio. Sul fronte dell'edificio che guarda a via dell'Ariento è una lapide, posta nel 1980, che ricorda "l'aggressione omicida della crudeltà fascista che ne' pressi di questo Mercato Centrale colpì Giovanni Becciolini". |
Bibliografia
dettaglio |
Burci 1875, pp. 159-160; Garneri 1924, p. 185, n. XXII; Gobbi 1976, p. 24, n. 8; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, pp. 265-266; Cresti-Zangheri 1978, p. 195; Borsi-Maresca 1984, pp. 93-97; Cozzi 1992, pp. 172-173; Rosamaria Martellacci in Firenze 1992, p. 193, n. 149; Zucconi 1995, p. 120, n. 190; Bertocci 1998, p. 95, n. 23, pp. 188-189, nn. 170-173; Cesati 2005, I, pp. 39, 390; Cesati (Piazze) 2005, pp. 132-134; Firenze 2005, p. 304; Insabato-Ghelli 2007, p. 310; Invernizi 2007, I, p. 44, n. 29. |
Approfondimenti |
"Ricordi di Architettura. Raccolta di ricordi d'arte antica e moderna e di misurazione di monumenti", V, 1882, fasc. VII, tav. I; Giuseppe Graziano, Andrea Ragazzini, Il mercato centrale a Firenze. Storia e analisi tecnica: premessa al restauro conservativo, in "Quaderni di Studi e Ricerche di Restauro Architettonico e Territoriale", 1975, 1, pp. 67-91; Giorgio Romaro, Risanamento della struttura di ferro e ghisa del Mercato Centrale S. Lorenzo a Firenze, in "Acciaio", 1976, 9, p. 347; Giorgio Romaro, Storia e restauro della copertura di acciaio del Mercato Centrale di San Lorenzo a Firenze, in "Costruzioni Metalliche", 1978, 5, p. 197; Il mercato Centrale nei Camaldoli di S. Lorenzo (1865-73) e quello di S. Ambrogio (1873), in Le officine Michelucci e l'industria artistica del ferro in Toscana (1834-1918), a cura di Marco Dezzi Bardeschi, Pistoia, Tipografia Pistoiese, 1981, pp. 254-257; Giorgio Romaro, Firenze. Mercato Centrale di S. Lorenzo, in Acciaio e riuso edilizio: principi di progettazione e rassegna di interventi, a cura di Cesare Fera, Genova, Sagep, 1986, pp. 144-145; Lamberto Ippolito, Il mercato centrale di S. Lorenzo: luogo di lavoro aperto alla città, in "La Nuova Città", 2002, 4/5, pp. 43-59; Gennaro Tampone, Restauro strutturale delle architetture a struttura metallica dell'Ottocento, in "Bollettino Ingegneri", XXXVII, 1989, 1/2, pp. 2-15; Franco Nuti, Materiali, tecniche e procedimenti costruttivi, in Mauro Cozzi, Franco Nuti, Luigi Zangheri, Edilizia in Toscana dal Granducato allo Stato Unitario, Firenze, Edifir, 1992, pp. 43-68; Alberto Mercanti, Francesca Ingletto, Illuminazione e colore negli ambienti di lavoro: analisi del mercato centrale di San Lorenzo a Firenze, in "Bollettino Ingegneri", IIL, 2002, 4, pp. 15-17; Stefano Stranges, Mercato di San Lorenzo in Firenze, in "Bollettino Ingegneri", LI, 2003, 10, p. 17; Alberto Breschi, Mercato Centrale di San Lorenzo. Piazza del Mercato e ristrutturazione del piano ammezzato, in Alberto Breschi, Amata Città, Firenze, Alinea Editrice, 2010, pp. 132-145; Roberto Corazzi, Le cupole sotto il cielo di Firenze, Firenze, Angelo Pontecorboli Editore, 2018, p. 124. |
Documentazione fotografica |
Archivi Alinari, Firenze: ACA-F-2519VN-0000, ACA-F-02519V-0000 (vedute d'insieme in occasione dell'inaugurazione e della festa dei fiori, 1874); FBQ-F-002740-0000 (veduta d'insieme dello spazio interno, 1876); BGA-F-003318-0000 (insieme esterno, 1890 circa); ACA-F-025194-0000 (insieme dello spazio interno con i banchi vendita, 1890 circa); APA-F-008993-0000 (veduta d'insieme dello spazio interno con i banchi di vendita, 1924); CAL-F-002201-0000 (veduta d'insieme, 1988). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 24964 (veduta del padiglione dal lato di via Panicale, 1963); 24965, 24966 (vedute della facciata sulla piazza del Mercato Centrale, 1963); 145794, 145795, 145796 (vedute della facciata sulla piazza del Mercato Centrale, 1987). |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Mercato Centrale (Firenze) su Wikipedia e dal sito ufficiale del Mercato Centrale. |
Codice SBAPSAE |
. |
ID univoco regionale |
. |
Data creazione |
14/11/2008 |
Data ultima modifica |
25/09/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
20/01/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
Campo in corso di revisione. |
Localizzazione |
|
|