Quartiere |
San Giovanni |
Ubicazione |
Via Camillo Cavour 4 |
Denominazione |
Palazzo Capponi Covoni |
Altre denominazioni |
Palazzo Daneo |
Affacci |
via Ricasoli 15 |
Proprietà |
Tani, Carnesecchi, Capponi, Covoni Girolami, Daneo, Fondiaria Assicurazioni. |
Architetti - Ingegneri |
Silvani Gherardo, Buontalenti Bernardo, Orlandi Luigi Gaetano, Somigli Antonio Domenico, Baccani Gaetano, Giusti Ugo, Bonaiuti Franco. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Meucci Vincenzo, Giarré Antonio Domenico. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
Il palazzo sorge dove nel Quattrocento erano alcune modeste case, acquistate nel 1458 da Angelo Tani (direttore della filiale del banco dei Medici a Bruges) e quindi passate per via ereditaria ai Carnesecchi i quali, nel 1620, le affittarono ai Capponi. Nel 1623 il banchiere Piero di Girolamo Capponi (tesoriere pontificio di Paolo V) acquistò la proprietà, unitamente a un edificio prospiciente l'attuale via Ricasoli, incaricando l'architetto Gherardo Silvani (in varie guide ottocentesche erroneamente indicato come Gherado Vitrani) di unificare le case ed erigere il nuovo e attuale palazzo, che venne completato nel 1625. La letteratura sottolinea come la fabbrica sia da considerare il capolavoro dell'architetto (nonostante l'ultimo piano non sia stato sviluppato all'altezza prevista dal progetto), da mettere in relazione con un presunto modello del Buontalenti, e questo sulla base di una tavola del Ruggieri (1728) che a quest'ultimo ascrive il palazzo (ma, almeno per quanto riguarda la facciata, Limburger giudica il riferimento al maestro cinquecentesco "non ammissibile in alcun modo"). "Bella è la porta principale, sebbene la deformino alquanto le mensole del fregio della cornice che sostengono il bellissimo soprapposto terrazzino. Anco le finestre sono bene eseguite e profilate: e se quelle del primo e secondo piano avessero le cornici alquanto più proiette, sarebbero di una bellezza non comune" (Fantozzi 1842). Nel 1730 i Capponi pervennero in possesso anche dell'edificio confinante a nord con il loro, attualmente contrassegnato dal numero civico 6, già dei Milanesi, e promossero un intervento teso a unificare e rendere più consoni al gusto del tempo gli interni, senza tuttavia intervenire sulle facciate, che continuarono a mantenere le loro specificità. I lavori di rinnovamento vennero affidati all'architetto Luigi Gaetano Orlandi assistito da Antonio Domenico Somigli. A questo cantiere (variamente datato dalla letteratura consultata tra il 1734 e il 1740) si deve il grande cortile interno realizzato al posto di un precedente giardino, quale elemento unificatore delle due residenze, il grande scalone, oltre, come abbiamo detto, il rinnovamento della distribuzione degli interni e della loro decorazione, dove tra gli altri intervennero il freschista Vincenzo Meucci e il quadraturista Antonio Domenico Giarré (1744-1746). Sempre in questi anni sull'attuale via Ricasoli furono realizzate a terreno ampie stalle e rimesse. La proprietà fu poi venduta nel 1789 ai Covoni Girolami (di un ramo collaterale della famiglia Covoni Milanesi che già era stata proprietaria del palazzo al numero 6), che apposero in facciata lo stemma con la propria arme (d'oro, al crescente montante di nero, sormontato da un lambello a tre pendenti di rosso), là dove era già quello dei Capponi. Lo stato dell'edificio attorno alla fine del Settecento è ben documentato dall'incisione di Antonio Terreni con la Veduta di Via Larga (si veda Francesco Fontani, Viaggio pittorico della Toscana, Firenze, Giuseppe Tofani, vol. I, 1801, p. 42). Al 1824-1825 si data un intervento su progetto di Gaetano Baccani che portò alla realizzazione del mezzanino tra il primo e il secondo piano (mantenendo intatto il volume dell'edificio). Nel 1896 il palazzo passò ai Daneo e, dopo essere stato dato in locazione e aver subito altre trasformazioni interne (nel 1921 è documentata la costruzione al terreno di un locale ad uso di magazzino su progetto dell'architetto Ugo Giusti mentre durante l'ultima guerra altri lavori andarono a interessare il quartiere al secondo piano in modo da ospitare prima un comando tedesco e poi il circolo ricreativo delle forze alleate), fu acquistato nel 1950 dalla Fondiaria Assicurazioni. Affittato negli anni successivi a varie società (Marelli, Asnu, Sem e altre), è stato dal 1974 progressivamente occupato dal Consiglio Regionale della Toscana, già insediatosi nell'adiacente palazzo Panciatichi. Gli ambienti dei due edifici sono stati di conseguenza messi in collegamento, sulla base di un progetto di adeguamento e ristrutturazione redatto dall'architetto Franco Bonaiuti.Nel 1991 si è attuata anche la trasformazione delle antiche scuderie in un moderno auditorium che si affaccia nel grande cortile di Luigi Orlandi, sottoposto a restauro conservativo. Dal 2000 l'edificio ospita anche la Consulta regionale degli studenti. Per quanto riguarda gli esterni il palazzo si presenta organizzato su tre piani per cinque assi, con le finestre del piano nobile chiuse da timpani semicircolari e allineate sulla cornice marcadavanzale. Una certa ricercata omogeneità con il vicino palazzo Milanesi (si veda al numero 6) è avvertibile solo al piano terreno, per la successione di sei finestre inginocchiate con timpani circolari, interrotte dai due portoni, nuovamente diversi per forma e decorazione. Da segnalare il balcone e le inferiate con protomi di cappone in bronzo alludenti alla famiglia e presenti anche nei battenti del portone. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale, ed è tutelato da vincolo architettonico dal 1913. |
Bibliografia
dettaglio |
Ruggieri 1722-1728, III, 1728, tavv. 32-39; Del Bruno 1757, p. 21; Cambiagi 1765, p. 33; Cambiagi 1771, p. 31; Cambiagi 1781, p. 28; Thouar 1841, p. 387; Fantozzi 1842, p. 462; Fantozzi 1843, p. 127, n. 285; Firenze 1845, p. 54; Baldinucci-Ranalli 1845-1847, IV, 1846, p. 356-357; Formigli 1849, p. 55; Firenze 1850, p. 291; Burci 1875, p. 139; Illustratore fiorentino 1880, pp. 91-94; Bacciotti 1879-1886, III, 1886, p. 130; Elenco 1902, p. 253; Limburger 1910, n. 213; Garneri 1924, pp. 238-239, n. LVII; Limburger-Fossi 1968, n. 213; Ginori Lisci 1972, I, pp. 387-390; Bucci-Bencini 1971-1973, II, 1973, pp. 15-19; Fanelli 1973, I, p. 333; Firenze 1974, p. 252; Piero Roselli in Roselli 1974, pp. 77-78, n. 38; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 226; Vannucci 1995, pp. 77-79; Zucconi 1995, p. 102, n. 151; Cesati 2005, I, p. 151; Firenze 2005, p. 305; Francesca Carrara in Atlante del Barocco 2007, p. 409, n. 84; Paolini-Vaccaro 2011, pp. 45-48, n. 13. |
Approfondimenti |
Mario Covoni Girolami, Ricordi e memorie di un personaggio fiorentino, con introduzione e note a cura di Leonardo Ginori Lisci, Firenze, Giunti Marzocco, 1981, I, pp. 14-16, 27, 72-73; Alessandra Civai, Palazzo Capponi Covoni in Firenze, Firenze, Consiglio Regionale della Toscana, 1993; Stefania Bertano, Angelamaria Quartulli, Gaetano Baccani architetto nella Firenze dell'ultima stagione lorenese, Firenze, Polistampa 2002, p. 66 (Palazzo Capponi Covoni); Carlotta Lenzi Iacomelli, Le decorazioni del palazzo Capponi Covoni, in Fasto privato: la decorazione murale in palazzi e ville di famiglie fiorentine, I, a cura di Mina Gregori e Mara Visonà, Firenze, Edifir per l'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, 2012, pp. 162-168, tavv. CV-CVII; Carlotta Lenzi Iacomelli, Vincenzo Meucci (1694-1766), Firenze, Edifir 2014, pp. 200-201; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 183-184. |
Documentazione fotografica |
Archivio fotografico SBAP, Firenze: 73702, 73703, 73704, 73705, 73706, 73707, 73708 (veduta d'insieme e particolari del prospetto, 1974); 73709, 73710, 73711 (vedute del cortile, 1974); 73712, 73713, 73714, 73715, 73716, 73717, 73718, 73719, 73720, 73721, 73722 (vedute degli spazi interni, 1974); 178104 (particolare di uno spazio interno, 1994); 178105 (particolare dello stemma in facciata, 1994); 178106 (particolare del portale con il balcone, 1994); 178107, 178108, 178109, 178110, 178111, 178112 (vedute degli spazi interni, 1994), 178114 (veduta d'insieme del prospetto, 1994); 178115, 178116, 178117, 178118, 178119, 178120, 178121 (vedute degli spazi interni con particolari, 1994); 178122 (particolare del balcone, 1994); 178123 (veduta del cortile, 1994); 178124, 178125 (vedute degli spazi interni). |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Capponi-Covoni su Wikipedia, e dall'ampia scheda presente nel sito del Consiglio della Regione Toscana. |
Codice SBAPSAE |
FI0503 |
ID univoco regionale |
90480170612 |
Data creazione |
14/11/2008 |
Data ultima modifica |
17/05/2020 |
Data ultimo sopralluogo |
06/03/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
Campo in corso di revisione. |
Localizzazione |
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