Quartiere |
San Giovanni |
Ubicazione |
Via degli Alfani 48 |
Denominazione |
Palazzo Giugni |
Altre denominazioni |
Palazzo Firenzuola |
Affacci |
. |
Proprietà |
Firenzuola, Giugni, Doria Colonna Della Porta, Fraschetti. |
Architetti - Ingegneri |
Ammannati Bartolomeo, De Fabris Emilio, Bartoli Lando. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Soldani Benzi Massimiliano, Portogalli Giovanni Martino, Gherardini Alessandro, Migliorini Lorenzo. |
Uomini illustri |
Nessun dato rilevato. |
Note storiche |
Il palazzo fu costruito sui terreni già di proprietà di un monastero di monache camaldolesi (Santa Margherita delle Romite di Cafaggiolo), su commissione di Simone da Firenzuola e progetto di Bartolomeo Ammannati, nell'ambito di un cantiere aperto attorno al 1570 e chiuso nel 1577 circa (si ricorda come l'Ammannati fosse tra l'altro responsabile di una sorta di progetto urbanistico organico della zona, si veda al numero civico 32). Nel 1640 la proprietà passò per via ereditaria ai Giugni e nel 1691, in occasione del matrimonio tra Niccolò Giugni e Luisa Giraldi, fu ampliata con l'aggiunta di due ali laterali e di una grotta e arricchita, al piano nobile, da una galleria. Questa conserva ancora oggi il suo originale allestimento, attribuito per la parte architettonica a Massimiliano Soldani Benzi, con stucchi di Giovanni Martino Portogalli e volta affrescata da Alessandro Gherardini con un complesso tema allegorico che include una esaltazione del mecenatismo mediceo, in ragione della carica di Guardaroba Maggiore del Granduca ricoperta dai marchesi Giugni. La famiglia mantenne la dimora fino al 1830 (legando il proprio nome al palazzo a discapito degli originari fondatori), quando questa passò ai Doria Colonna Della Porta: fu in questo periodo che la residenza fu affittata al pittore e scrittore inglese Walter Savage Landor, che qui visse con la famiglia tra il 1828 e il 1839. Nel suo insieme l'edificio è da considerarsi "il più notevole esempio di architettura civile dell'Ammannati e tipico dell'architettura fiorentina" (Fossi), in altri termini una "fra le sue architetture più belle ed equilibrate nella fusione fra le parti costruttive con quelle ornamentali" (Firenze 1974). Lo stesso Federico Fantozzi così annotava nella sua guida del 1842: "Bella, semplice e regolare ne è la facciata, ma soprattutto è bellissimo il portone dorico che sostiene un elegante terrazzino con ringhiera di bronzo... Anco il cortile è vago, originale, grazioso". In effetti il portone occupa un posto di assoluto rilievo nell'economia del prospetto, così come in generale il piano terreno rispetto ai piani superiori, presumibilmente enfatizzato in ragione del limitato spazio offerto dalla via, che non consente una visione a distanza della facciata nel suo insieme. Pienamente godibile, invece, è appunto il portale bugnato a tutto sesto, dove l'elemento della pietra rustica che lo incornicia è chiamato a confrontarsi con una raffinatissima trabeazione dorica (liberamente interpretata e decisamente prossima a quelle impiegate nelle porte aperte sul cortile ammannatesco di palazzo Pitti) sorretta da esili e bizzarre mensole che si risolvono in volute e discendono verso terra. Ai lati sono due brevi sedute da via, con un basamento decorato dallo stesso motivo nastriforme che incornicia la porta. Sempre al piano terreno sono le tipiche finestre inginocchiate a timpano, incorniciate da bugne di pietra secondo un motivo che si ripete anche al piano superiore. Lo stemma della facciata con l'arme dei da Firenzuola (d'oro, alla pantera al naturale, cinta di rosso, tenente con la branca destra una falce d'argento) è una copia eseguita dall'Opificio delle Pietre Dure nel 1950; l'originale, restaurato, si trova sotto il loggiato. Il palazzo ha un bel cortile, porticato su quattro lati con archi a tutto sesto poggianti su colonne con capitelli dorici. Al primo piano vi si affacciano le finestre e due loggette prospicienti (sui lati est e ovest) con colonne ioniche; l'insieme è ulteriormente nobilitato dalle lesene in pietra serena che corrono verticalmente fino al secondo piano. Oltre il cortile è, sul retro, un giardino caratterizzato sul muro di fondo dalla manieristica fontana del Gigante travolto dai massi (o Caduta di Titano), attribuita allo scultore Lorenzo Migliorini, del 1690 circa e sempre legata al cantiere tardo seicentesco prima ricordato. Da notare come il fronte sul retro si apra all'ultimo piano con una loggia, il che conferisce al prospetto un carattere quasi di villa. Il palazzo ebbe un restauro tra il 1869 e il 1871 ad opera dell'architetto Emilio De Fabris e, più recentemente, nei primi anni settanta del Novecento, su progetto dell'architetto Lando Bartoli. "Uno scempio è stato compiuto nell'interno per istallare un ascensore" (Fossi). Più recentemente (2005) si datano interventi di restauro ai manufatti in pietra del giardino e ad alcune pitture murali degli interni, danneggiate da infiltrazioni. Nel palazzo ha avuto sede fino al 2018 il Circolo femminile Lyceum, e qui ancora hanno sede il Sindacato dirigenti aziende industriali e il Sindacato toscano dirigenti aziende commerciali. Le scritte imbrattanti a vernice al terreno segnalate nella redazione di questa scheda nel 2011 sono state rimosse e l'edificio si presenta ben curato. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale. |
Bibliografia
dettaglio |
Ruggieri 1722-1728, II, 1724, tavv. 51-60; Del Bruno 1757, p. 32; Cambiagi 1765, pp. 49-50; Cambiagi 1771, p. 49; Cambiagi 1781, pp. 44-45; Thouar 1841, p. 371; Fantozzi 1842, pp. 383-384; Fantozzi 1843, p. 177, n. 422; Firenze 1845, p. 92; Baldinucci-Ranalli 1845-1847, II, 1846, p. 358; Formigli 1849, p. 88; Firenze 1850, p. 364; Bacciotti 1879-1886, III, 1886, p. 33; Elenco 1902, p. 249; Ross 1905, p. 115; Limburger 1910, n. 324; Garneri 1924, p. 216, n. LVIII; Chierici 1952-1957, II, 1954, p. 279; Limburger-Fossi 1968, n. 324; Firenze 1974, p. 211; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 46; Cazzato-De Vico Fallani 1981, pp. 38-39; Rosamaria Martellacci in Firenze 1992, p. 130, n. 94; Zucconi 1995, p. 92, n. 130; Cesati 2005, I, pp. 22-23; Firenze 2005, p. 330; Francesca Parrini in Atlante del Barocco 2007, p. 415, n. 105; Paolini 2013, pp. 79-80; Zoppi 2019, p. 66. |
Approfondimenti |
Il palazzo Giugni, in Mazzino Fossi, Bartolomeo Ammannati architetto, Cava dei Tirreni, Morano, 1967, pp. 93-98; Giovanni Straffi, La grotta all'interno di palazzo Giugni, in Sandra Carlini, Elena Marazzi, Lara Mercanti, Giovanni Straffi, Le grotte. Luoghi di delizie tra natura e artificio a Firenze e nel suo territorio, Firenze, Alinea, 2002, pp. 24-29; Marco Calafati, Bartolomeo Ammannati e la 'fabricha di Messer Simone Firenzuola': committenza e cantiere di palazzo Giugni a Firenze, in "Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz", L, 2006 (2007), pp. 93-158; Marco Calafati, Il palazzo e la collezione Giugni a Firenze tra Sei e Settecento, con l'aggiunta di un inedito inventario del 1775, in "Studi di Storia dell'Arte", 2007, 18, pp. 183-208; Marco Calafati, Bartolomeo Ammannati. I palazzi Grifoni e Giugni. La nuova architettura dei palazzi fiorentini del secondo Cinquecento, Firenze, Olschki, 2011; Marco Calafati, Palazzo Giugni. Bartolomeo Ammannati, in Ammannati e Vasari per la città dei Medici, a cura di Cristina Acidini e Giacomo Pirazzoli, Firenze, Polistampa, 2011, pp. 227-228; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 222-223. |
Documentazione fotografica |
Archivi Alinari, Firenze: BGA-F-008522-0000 (portone e balcone visti di scorcio, 1890 circa); ACA-F-002858-0000 (particolare di una finestra terrena, 1890 circa); BGA-F-008523-0000 (particolare di una finestra terrena, 1890 circa); ACA-F-036306-0000 (facciata, 1920-1930); BGA-F-026223-0000 (particolare della facciata con lo stemma, 1920-1930); ACA-F-036312-0000 (facciata posteriore, 1920-1930); ACA-F-036307-0000 (cancello in legno dell'androne, 1920-1930); ACA-F-036308-0000, ACA-F-036309-0000 (due vedute da diverse angolazioni del cortile, 1920-1930); ACA-F-036313-0000, ACA-F-036314-0000 (fontanine con putti del giardino, 1920-1930); ACA-F-036310-0000, ACA-F-036311-0000 (due vedute da diversa angolazione della galleria interna, 1920-1930); ADA-F-040429-0000 (facciata, 1940 circa); ADA-F-040430-0000 (portone e balcone visti di scorcio, 1940 circa). Archivi Scala, Bagno a Ripoli (Firenze): 0017331 (particolare del portale); 0017507 (veduta dell'androne verso la corte); 0017488 (veduta di un caminetto negli spazi interni). Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 6361 (veduta di scorcio del prospetto su via degli Alfani, 1960 ca.). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 27588 (veduta d'insieme della facciata, 1964); 27589, 27590, 27591, 27592, 27593 (varie vedute del cortile interno, 1964); 47133, 47134, 47135, 47136, 47137, 47138 (particolari del prospetto tergale, 1969); 47139, 47140, 47141 (giardino, 1969); 47142 (cancello in legno dell'androne, 1969); 47143, 47144 (particolari di colonne negli interni, 1969); 55476, 55477, 55478, 55479, 55480, 55481, 55482, 55483, 55484 (vedute del cantiere di restauro, 1971); 174532 (stemma Firenzuola Pandolfini nella loggia del cortile, 1994); 174531 (rampa dal terreno al mezzanino, 1994); 174533 (parete della loggia del cortile con un busto, 1994); 174534 (androne d'ingresso, 1994); 174535, 174536, 174537, 174538, 174539, 174540, 174541, 174542 (varie vedute delle sale interne con pitture murali e affreschi); 174543, 174544, 174545, 174546, 174547, 174548, 174549, 174550 (varie vedute della grotta, 1994); 172695, 172696, 172697 (vedute della galleria, 1994); 172698 (prospetto verso il giardino, 1994); 172699, 172700 (giardino, 1994); 172701, 172702, 172703 (vedute di sale interne, 1994); 172704, 172705, 172706 (cortile interno da varie angolazioni, 1994); 172707, 172708, 172709, 172710 (vedute di spazi e sale interne, 1994). |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Giugni su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL). |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
14/11/2008 |
Data ultima modifica |
23/09/2020 |
Data ultimo sopralluogo |
16/03/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
giardino, portone, panca di via, stemma familiare, comunità straniera (inglese). |
Localizzazione |
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