Quartiere |
Santa Maria Novella |
Ubicazione |
Lungarno Corsini 14- 16 |
Denominazione |
Palazzo Ricasoli |
Altre denominazioni |
The English House, albergo New York, Grand Hotel de New York, palazzo Ricasoli Firidolfi |
Affacci |
piazza Carlo Goldoni 2, via Parione 17 |
Proprietà |
Ricasoli, Ricasoli Zanchini, Ricasoli Firidolfi. |
Architetti - Ingegneri |
Michelozzo (Michelozzo di Bartolomeo Michelozzi), Baccio d'Agnolo (Bartolomeo Baglioni, d.), Brarda Piero, Lopetuso Francesca. |
Pittori - Scultori - Decoratori |
Pagani Francesco, Andrea del Sarto (Andrea d'Agnolo, d.). |
Uomini illustri |
Piozzi-Thrale Hester Lynch, Bryant William Cullen, Hawthorne Nathaniel, Cajkovskij Pëtr Il'ic, Panizzi Antonio, Cattaneo Carlo, Crispi Francesco. |
Note storiche |
Attribuito tradizionalmente a Michelozzo di Bartolomeo (Filippo Baldinucci, Francesco Bocchi), il palazzo è stato messo in relazione da Walther Limburger (1910), seppure limitatamente alla costruzione del cortile, con l'attività giovanile di Baccio d'Agnolo. L'attuale facciata su piazza Goldoni, inoltre, sarebbe secondo Stegmann e Geymüller frutto di un ampliamento promosso ai primi del Cinquecento. Certo è che anche l'erezione del corpo principale della fabbrica è da datarsi dopo la morte di Michelozzo, con un cantiere aperto attorno al 1480 (anno nel quale è denunciato al catasto come costruito "circa della metà" e quindi interrotto per le difficoltà economiche attraversate in quel momento dai proprietari) e chiuso circa nel 1500. "L'edifizio del resto presenta una massa grandiosa ed è corretto nelle sue linee generali, ma è semplice in fatto di decorazioni; sono originali per la forma loro gli sporti dal lato di via Parione, ma anch'essi non possono essere né di Michelozzo né dei suoi tempi. Più tardi, negli intervalli fra le bozze delle finestre e le cornici, Francesco Pagani, abile pittore della scuola di Andrea del Sarto, dipinse a chiaroscuro vari soggetti tratti dalla storia romana, ma codeste pitture, mal ridotte dalle intemperie, dovettero essere disfatte, perché oggi non se n'è trovata traccia di sorta nel restauro delle tre facciate" (Guido Carocci in Illustratore fiorentino per il 1904, ma sulle pitture del Pagani si veda anche quanto annotato da Filippo Baldinucci). Sempre attorno agli anni dell'intervento del Pagani, nel 1580, mediante una galleria sottostante la strada, furono annessi al palazzo un vasto giardino e una loggia sul fiume (dove inizia l'attuale lungarno Vespucci, detta la Vaga Loggia, abbattuta nel 1855 in concomitanza con la realizzazione del lungarno Nuovo, per la quale si veda il repertorio di Angiolo Pucci), ad accrescere ulteriormente la bellezza del luogo, già gratificato dall'apertura alla luce dell'Arno: "perché così ben risponde a graziosa vista, ed al commodo, che nell'uso in abitando si richiede, che non ci ha luogo, che non meriti lode, e da chi è intendente non sia ammirato. La strada del corso porge a questo commodissimo edifizio bellissima vista: quella, che è lungo il fiume d'Arno, e la più vaga, più dilettevole, più amena , che si possa immaginare" (Francesco Bocchi in Bocchi-Cinelli 1677). Verso la fine del Settecento il palazzo divenne punto di riferimento per i viaggiatori inglesi e, con la denominazione di English House, ospitò tra l'altro la scrittrice Hester Lynch Thrale-Piozzi che qui, tra il 1784 e il 1786, tenne una sorta di accademia letteraria. Nel secolo successivo, già a partire dagli anni venti e ancora al tempo di Guido Carocci e di Walther Limburger, l'edificio fu occupato dall'Albergo Nuova York (Hotel New York, Grand Hotel de New York), gestito da un certo signor Faini e frequentato essenzialmente dagli stranieri in visita a Firenze (qui, ad esempio, il poeta statunitense William Cullen Bryant che vi alloggiava nel 1858 ebbe modo di incontrare Nathaniel Hawthorne, mentre nel 1881 è documentata la presenza di Pëtr Il'ic Cajkovskij). Nel periodo di Firenze Capitale (1865-1871) sembra inoltre essere stato tra gli alberghi prediletti dalla nuova classe politica italiana, almeno stando alla presenza nel 1867 di Antonio Panizzi, Carlo Cattaneo e Francesco Crispi. Recentemente, in continuità con questa antica tradizione, il piano nobile è stato restaurato e valorizzato su progetto dello Studio Pirotecnico (Piero Brarda e Francesca Lopetuso), quindi riproposto (2015) come struttura ricettiva in una residenza d'epoca sotto la denominazione di Leone Blu (da l'arme dei Ricasoli). Per quanto riguarda le vicende conservative che hanno interessato l'edificio ai primi del Novecento è da segnalare il restauro della facciata nel 1903, con un parziale rinnovamento del pietrame. Nel 1910, poi, fu ridotta a sporto una piccola finestra di via Parione. Per ciò che concerne nello specifico le tre facciate si contano sul lungarno dieci assi (agli otto documentati ad esempio nella famosa incisione di Giuseppe Zocchi del 1744 ne sono stati aggiunti due nell'Ottocento replicando tuttavia il disegno antico), su via Parione nove assi, dei quali i primi cinque su sporti sorretti da robuste mensole in pietra. Sempre da questo lato si segnalano, in prossimità della cantonata, due traguardi in marmo a indicare il livello raggiunto dalle acque in occasioni delle alluvioni del tre novembre 1844 e del quattro novembre 1966. Sulle cantonate si propone per due volte uno scudo con l'arme dei Ricasoli (fasciato di sei pezzi d'oro e di rosso, al leone attraversante d'azzurro). Lo scudo al centro del fronte che guarda a piazza Goldoni è quello mediceo granducale, con l'ordine spagnolo del Toson d'oro. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale, ed è tutelato da vincolo architettonico dal 1914. |
Bibliografia
dettaglio |
Bocchi-Cinelli 1677, p. 227; Zocchi 1744, tav. VIII; Del Bruno 1757, p. 86; Cambiagi 1765, p. 141; Cambiagi 1771, p. 156; Cambiagi 1781, p. 150; Fantozzi 1842, p. 554; Fantozzi 1843, p. 47, n. 78; Firenze 1845, p. 136; Baldinucci-Ranalli 1845-1847, II, 1846, pp. 466-467; Formigli 1849, p. 124; Firenze 1850, pp. 148-149; Stegmann-Geymüller 1885-1908, II, p. 25; X, p. 7; Elenco 1902, p. 256; Illustratore fiorentino (1904) 1903, pp. 168-170; Illustratore fiorentino (1906) 1905, pp. 3-4; Limburger 1910, n. 598; Illustratore fiorentino (1911) 1910, p. 51; Garneri 1924, p. 114, n. LV; Barfucci 1958, p. 194; Thiem 1964, pp. 130-131, n. 75; Limburger-Fossi 1968, n. 598; Palazzi 1972, p. 147, n. 261; Firenze 1974, p. 292; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 272; II, 1977, p. 73; Zocchi-Mason, pp. 46-47; Cesati 2005, I, pp. 187, 300; Cesati (Piazze) 2005, p. 106; Firenze 2005, p. 432; Paolini 2013, pp. 40-42. |
Approfondimenti |
James P. Cobbett, Journal of a Tour in Italy, London, Mills, 1830, p. 321; Espropriazione per causa di pubblica utilità, in Corte Suprema di Cassazione delle Corti Regie di Firenze e di Lucca, Annali di Giurisprudenza, vol. XX, Firenze, Tipografia Niccolai, 1858, pp. 526-535; Guido Carocci, Notizie e curiosità storiche fiorentine tratte dalle Portate della Decima, in "Arte e Storia", XIX, 1900, 12, pp. 80-81; Il Palazzo Ricasoli al Ponte alla Carraia, in "Arte e Storia", XXII, 1903, 15, p. 99; Fabio Sottili, Il giardino sull'Arno di palazzo Ricasoli, in "Bollettino della Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato", XCI, 2014, 81, pp. 189-202; Saida Grifoni, Lungo l'Arno. Paesaggi, storia e culture, Firenze, Aska Edizioni, 2016, p. 267; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 384-387; Gianluca Belli, Paramenti bugnati e architettura nella Firenze del Quattrocento, Firenze, University Press, 2019, p. 409, n. 34, figg. 119-121 (ma si vedano anche i rimandi al testo tramite l'indice analitico della pubblicazione). |
Documentazione fotografica |
Archivi Alinari, Firenze: AVQ-A-003862-0021 (veduta frontale del prospetto sul lungarno, 1865 circa); ACA-F-02991V-0000, ACA-F-003108-0000, ACA-F-003215-0000 (tre vedute di piazza Goldoni con il prospetto del palazzo recante l'insegna Grand Hotel de New York, 1890 circa); ACA-F-002991-0000 (veduta dal lato di piazza Goldoni, 1940 circa). Archivi Scala, Bagno a Ripoli (Firenze): 0049730 (veduta d'insieme del prospetto su piazza Goldoni). |
Risorse in rete |
Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Ricasoli su Wikipedia e dal sito della residenza d'epoca Leone Blu. |
Codice SBAPSAE |
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ID univoco regionale |
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Data creazione |
16/11/2008 |
Data ultima modifica |
04/04/2021 |
Data ultimo sopralluogo |
20/07/2020 |
Autore della scheda |
Claudio Paolini. |
Tags |
albergo, sporto, pittura, giardino, stemma familiare, traguardo, comunità straniera (inglese, americano, russo). |
Localizzazione |
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