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Quartiere Santa Maria Novella
Ubicazione Piazza di Santa Trinita 2
Denominazione Palazzo Buondelmonti
Altre denominazioni Palazzo Scali Buondelmonti
Affacci via delle Terme, borgo Santi Apostoli
Proprietà Scali, Del Bene (Dabbene), Cambi, Buondelmonti, Adami, Società Immobiliare La Colonna Spa, Italia 90 Srl.
Architetti - Ingegneri Baccio d'Agnolo (Bartolomeo Baglioni, d.), Cronaca (Simone del Pollaiolo, d.), Caliterna Luigi.
Pittori - Scultori - Decoratori Jacone (Jacopo di Michele, d.).
Uomini illustri Ariosto Ludovico, Vieusseux Giovanni Pietro, Leopardi Giacomo, Manzoni Alessandro, Capponi Gino, Tommaseo Niccolò, Colletta Pietro, d'Azeglio Massimo, Stendhal (Marie Henri Beyle, d.), Dostoevskij Fëdor Michajlovic, Dumas Alexandre.
Note storiche L'edificio nasce dove in origine era una casa con torre degli Scali (l'angolo con via delle Terme è appunto noto come canto degli Scali), passata dopo il 1498 ai Del Bene (Dabbene), poi ai Cambi e infine, nel 1517, ai Buondelmonti (che già avevano proprietà nella zona interna del borgo Santi Apostoli ed evidentemente desideravano un affaccio verso la piazza). Qui, secondo la tradizione (chiaramente contraddetta dalle date sopra indicate), avrebbe posto la propria residenza Buondelmonte Buondelmonti. L'attuale facciata dovrebbe risalire al 1530 circa, al tempo della proprietà di Leonardo e Lorenzo Buondelmonti che, sempre secondo una tradizione non avvalorata, avrebbero affidato a Baccio d'Agnolo il cantiere (alcuni studiosi hanno invece ipotizzato su base stilistica la paternità del Cronaca), volto a creare un fronte omogeneo con l'unificazione delle antiche proprietà, senza tuttavia incidere significativamente sulla distribuzione degli ambienti interni. A questa stessa epoca risale anche l'ampliamento della fabbrica verso via delle Terme, comprendente gli ultimi due assi di finestre a sinistra. Jacopo di Michele detto Jacone avrebbe poi dipinto i piani superiori della facciata ma il suo lavoro, con storie delle imprese di Pippo Spano appartenente alla consorteria della famiglia (altri parlano invece di fatti della vita di Alessandro Magno), andò distrutto nel tempo. In seguito il palazzo (non più abitato dalla famiglia Buondelmonti dal 1774) fu affittato, quindi venduto nel 1850 circa, subì svariati passaggi di proprietà e fu adibito a vari usi, con una progressivo degrado di tutta la struttura che, nei suoi interni, fu radicalmente trasformata. Nel 1870, tra l'altro, il loggiato che corona l'edificio fu chiuso e il completo rifacimento degli intonaci distrusse le ultime possibili tracce della decorazione pittorica di facciata. Dopo gli ulteriori interventi di ripristino degli intonaci del prospetto datati al 1912 e al 1951, il palazzo - acquistato nel 1962 dalla Società Immobiliare La Colonna - fu oggetto di un complesso intervento di consolidamento, di restauro e di generale recupero tra il 1964 e il 1967, grazie a un progetto dovuto all'architetto Luigi Caliterna, premiato dalla Fondazione Giulio Marchi nel 1969. Nel corso dell'intervento fu tra l'altro riaperta la loggia, consolidate e ampiamente integrate tutte le parti lapidee, stesi nuovi intonaci sulla piazza e sua via delle Terme con la tecnica tradizionale del grassello colorito a fresco. Il fronte principale, così recuperato nella sua unitarietà formale, presenta uno sviluppo su quattro piani per sette assi, chiuso ai lati da un fitto bugnato e coronato da un'ampia gronda alla fiorentina. Al piano terreno, rivestito a bugnato, si aprono quattro fornici notevolmente trasformati ma di origine trecentesca, con un portone d'ingresso incorniciato da un bugnato lavorato secondo un disegno che si ripete anche al primo e al secondo piano, a profilare le finestre allineate, come consuetudine, su un ricorso in aggetto. L'altana è caratterizzata da "otto snelle colonne tuscaniche, secondo la consueta maniera derivante dal Cronaca" (Trotta). Per quanto riguarda gli spazi terreni si veda il notevole ambiente voltato con accesso dal numero 3 rosso (attualmente occupato da un esercizio commerciale), con possenti pilastri trecenteschi con capitelli figurati. Il vano al numero 1 rosso è invece frutto dell'intervento cinquecentesco (la relativa porzione del fronte è ad intonaco trattato a finta pietra). Sulla facciata sono poi due lapidi: una in ricordo di Ludovico Ariosto che vi fu più volte ospite al tempo di Zanobi Buondelmonti, l'altra di Giovanni Pietro Vieusseux che vi aprì, nel 1819, il celebre Gabinetto scientifico letterario (qui fino al 1873, quindi trasferito nel vicino palazzo Spini Feroni e ora con sede nel palazzo Strozzi), vi tenne la direzione del Giornale dell'Antologia e vi morì il 28 aprile 1863 (lapide posta nel 1864 dal Municipio). Fu in questi anni (come ricorda con vari aneddoti il repertorio di Bargellini e Guarnieri) che le scale del palazzo videro salire verso le sale del primo piano i protagonisti della cultura italiana e straniera del tempo (tra gli altri Gino Capponi, Niccolò Tommaseo, Pietro Colletta, Massimo d'Azeglio, Stendhal, Fëdor Michajlovic Dostoevskij, Alexandre Dumas). In questo stesso palazzo tra l'altro avvenne, nel 1827, un famoso incontro tra Giacomo Leopardi ed Alessandro Manzoni. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Bibliografia
dettaglio
Zocchi 1744, tav. XIV; Fantozzi 1842, p. 567; Fantozzi 1843, p. 53, n. 96; Firenze 1850, p. 143; Burci 1875, pp. 111-112; Bigazzi 1886, pp. 146-147; Carocci 1897, p. 45; Elenco 1902, p. 249; Ross 1905, p. 54; Limburger 1910, n. 134; Garneri 1924, p. 121, n. LXV; Thiem 1964, pp. 129-130, n. 73, tav. 99; Limburger-Fossi 1968, p. 134; Ginori Lisci 1972, I, pp. 133-136; Palazzi 1972, p. 114, n. 214; Firenze 1974, p. 288; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, III, 1978, pp. 335-336; Zocchi-Mason 1981, pp. 58-59; Trotta 1992, pp. 33-34; Pietrogrande 1994, pp. 62-63; Firenze 2005, p. 249; Invernizi 2007, II, pp. 482-483, nn. 431-432.
Approfondimenti Marco Lastri, Palazzo Buondelmonti, ed origine de' Guelfi e Ghibellini in Firenze, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, VI, pp. 45-48; Guido Carocci, A proposito di un palazzo Buondelmonti, in "Arte e Storia", XXXV, 1916, 3, pp. 87-88; Restauri al palazzo Buondelmonti, in "Giornale del Mattino", 25 settembre 1964; Cinque palazzi premiati, in "La Nazione", 21 aprile 1970; Gianluigi Maffei, Palazzo Buondelmonti, in Via Tornabuoni: il salotto di Firenze, a cura di Mariaconcetta Fozzer, Firenze, Loggia de' Lanzi Editori, 1995, p. 45; Circolo Piero Gobetti, Firenze: percorsi risorgimentali, a cura di Silvestra Bietoletti e Adalberto Scarlino, Firenze, Lucio Pugliese Editore, 2005, p. 17; Alessandra Marino, Claudio Paolini, Via de' Tornabuoni. I palazzi, Firenze, Polistampa 2014, pp. 35-37 (Palazzo Buondelmonti).
Documentazione fotografica Archivio fotografico SBAP, Firenze: 25145, 25146 (vedute d'insieme del prospetto, 1963); 36563, 36564, 36565 (vedute d'insieme del prospetto dopo l'intervento di restauro, 1967); 1999164 (veduta di un ambiente al terreno oltre l'ingresso da via delle Terme, 1998); 199139, 199140, 199141, 199142, 199143, 199144, 199145, 199146, 199147, 199148, 199149, 199150, 199151 (vedute del cortile e degli spazi interni).
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Buondelmonti su Wikipedia.
Codice SBAPSAE FI0168
ID univoco regionale 90480170233
Data creazione 23/11/2008
Data ultima modifica 20/08/2020
Data ultimo sopralluogo 21/04/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags lapide.
Localizzazione
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