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Quartiere Santa Croce / San Giovanni
Ubicazione Borgo Pinti 22- 24- 26
Denominazione Palazzo Bellini delle Stelle
Altre denominazioni Casa dell'Accademia di Pinti, Palazzo Quaratesi
Affacci .
Proprietà Buonagrazia, Spedale degli Innocenti, Giambologna, Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche, Petresi, Quaratesi, Bellini delle Stelle, Paolini, Tognozzi Moreni.
Architetti - Ingegneri Giambologna (Jean de Boulogne, d.), Tacca Ferdinando, Fabbroni Pier Giovanni, Casamorata.
Pittori - Scultori - Decoratori Giambologna (Jean de Boulogne, d.).
Uomini illustri Giambologna (Jean de Boulogne, d.), Francavilla Pietro (Pierre Francheville, d.), Susini Antonio, Tacca Pietro, Tacca Ferdinando, Foggini Giovanni Battista, Rosselli Matteo, Lippi Lorenzo, Ligozzi Jacopo, Della Bella Stefano, Jansen Francesco, Michelangelo Buonarroti, Dante Alighieri, Brunelleschi Filippo.
Note storiche L'edificio (presumibilmente eretto nel tardo Quattrocento e nel Cinquecento di proprietà dello Spedale degli Innocenti) è noto per essere stato del grande scultore Jean de Boulogne, conosciuto come Giambologna, che qui ebbe abitazione e, nei vasti locali che occupano il piano terreno e che giungevano fino a via Fiesolana e a via di Mezzo, laboratori, officina e scuola. Così Filippo Baldinucci ricostruiva il clima di quegli anni, che vedevano la casa sicuro punto di riferimento per un nutrito gruppo di artisti: "Aveva già il Gian Bologna ottenuto dal granduca la bella casa di Pinti, ricca non solamente di nobili stanze per abitare, ma eziandio di luoghi atti a contenere agiatamente, e marmi, e statue, e modelli, ed ogni cosa necessaria, ed opportuna alla maestranza del fondere, e condurre di getto ogni gran cosa di metallo, oltre al potere dar luogo alla gran copia di giovani scolari di diverse nazioni, di che abbondava sempre quel gran maestro; fra questi era Pietro Francavilla fiammingo, Anzireccelle tedesco, Adriano pure fiammingo, Antonio Susini, Francesco, e Guasparri della Bella fratelli del celebre Stefano della Bella, e Francesco Piccardi figliolo del soprannominato Jacopo, tutti fiorentini, ma quelli che fra sì gran numero di discepoli del Gian Bologna faceva la prima figura era il Francavilla". Acquistato dall'artista l'edificio di abitazione nel 1587 per 1800 scudi (la notizia che fosse stato donato dal Granduca è stata smentita dalle ricerche di Dimitrios Zikos), questo fu oggetto di importanti lavori promossi dallo stesso Giambologna per un ammontare complessivo di 600 scudi (per una ipotesi sulle trasformazioni attuate si vedano le ricerche di Emanuela Ferretti). Dopo la morte dell'artista (1608) l'edificio fu venduto dal suo bisnipote al granduca Cosimo II e da questi dato in usufrutto, come da volontà testamentaria del maestro, a Pietro Tacca, e ancora, nel 1640, per concessione del granduca Ferdinando II de' Medici, al figlio di questi, Ferdinando. Pochi anni dopo la morte di quest'ultimo fu destinato da Cosimo III a Giovanni Battista Foggini, che comunque lo utilizzò esclusivamente come laboratorio (e questo fino alla sua morte nel 1725), avendo scelto come personale abitazione un palazzo di via Maggio. La letteratura consultata (senza che tuttavia sia stato possibile verificare le notizie) situa inoltre qui, nel corso del tempo, momentanee residenze e utilizzo dei laboratori da parte di Matteo Rosselli, Lorenzo Lippi, Jacopo Ligozzi, Stefano Della Bella e Francesco Jansen: in effetti, acquistata nel 1661 da Ferdinando II anche la porzione destinata a bottega, il fabbricato si poneva a tutti gli effetti come casa e studio degli scultori di corte, fornito di ampie officine e di fonderia. Più in particolare, alcune piante conservate presso l'Archivio Storico del Comune di Firenze, datate 1775 e "riscontrate dall'architetto Giovanni Fabbroni" indicano il complesso come "Casa dell'Accademia in Pinti, ove di presente è la fabbrica delle stufe e l'Accademia o sia scuola del disegno e intaglio in rame". Alienato nel 1785 da Pietro Leopoldo di Lorena a favore dei Petresi, passò ai Quaratesi nel 1816. Nel 1837, passato in proprietà ai Bellini delle Stelle e rimodernato in questi stessi anni dall'architetto Casamorata, l'edificio assunse il caratteri di abitazione signorile che ancora oggi gli è propria. Sul fronte, posto sul portone, è un busto di Ferdinando I del Giambologna, datato 1603 e, sopra le finestre del primo piano, uno scudo con l'arme concessa dal granduca allo scultore, con una croce, una branca di leone e tre palle medicee. Il restauro effettuato negli anni novanta del Novecento (a riscattare l'edificio da uno stato di degrado già lamentato nel repertorio di Bargellini e Guarnieri) consente di leggere al meglio la misurata e elegante architettura del corpo principale (n. 26), organizzato su cinque assi e con finestre originariamente chiuse da archi in pietra. L'atrio è decorato da una serie di tondi con fiorentini illustri (Michelangelo, Dante, Brunelleschi, e altri). Oltre questo è una corte interna dalla quale si accede al grande ambiente già fonderia, posto sul lato destro. Il corpo di fabbrica contiguo al principale, corrispondente agli antichi laboratori e soprelevato al tempo di Pietro e Ferdinando Tacca, è segnato da sei finestre (di cui due tamponate) e da una vasta porta carraia proveniente da Palazzo Vecchio, smontata durante i lavori di fine Cinquecento e qui adattata (Emanuela Ferretti), oltre la quale si accede a un vasto ambiente voltato e segnato da colonne, attualmente occupato dallo Studio d'Arte Le Colonne (Fondazione Mello). L'unitarietà del fronte del complesso su borgo Pinti, determinata dalla sovrapposizione delle attuali finestre su quelle più antiche, è attribuita da Emanuela Ferretti (se intendiamo bene il fine dei suoi puntuali confronti con il palazzo Corsini in Parione) a Ferdinando Tacca. Da via Fiesolana, oltre una bassa costruzione adibita a rimessa, lo stradario di Bargellini e Guarnieri individuava ciò che sembrava restare della loggia e del giardino dell'edificio: in realtà ciò che abbiamo osservato ci sembra decisamente fuori dall'asse del palazzo e quindi di tutt'altra pertinenza.
Bibliografia
dettaglio
Firenze 1828, p. 170; Fantozzi 1842, pp. 371-372, n. 122; Fantozzi 1843, pp. 171-172, n. 409; Firenze 1845, p. 194; Baldinucci-Ranalli 1845-1847, IV, pp. 79-80, 86; Formigli 1849, p. 169; Firenze 1850, p. 372; Ademollo-Passerini 1853, I, p. 278; Bacciotti 1879-1886, III, 1886, p. 442-443; Bigazzi 1886, p. X e pp. 300-301; Illustratore fiorentino (1909) 1908, p. 9; Limburger 1910, n. 100; Garneri 1924, p. 214, n. XLVIII; Bertarelli 1937, p. 190; Fanelli 1973, I, p. 321; Firenze 1974, p. 205; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, III, 1978, pp. 115-116; Maffei 1990, p. 156; Cesati 2005, II, p. 482; Firenze 2005, p. 421; Emanuela Ferretti in Atlante del Barocco 2007, p. 428, n. 157; Paolini 2008, pp. 162-163, n. 249; Paolini 2009, pp. 233-234, n. 333.
Approfondimenti Jodoco del Badia, Della statua equestre di Cosimo I de' Medici modellata da Giovanni Bologna e fusa da Giovanni Alberghetti: per le nozze Bellini delle Stelle e Magnani, Firenze, Bencini, 1868; Alessandro Cecchi, La casa e bottega del Giambologna in Pinti, in Case di artisti in Toscana, a cura di Roberto Paolo Ciardi, Cinisello Balsamo, Amilcare Pizzi, 1998, pp. 139-143; Laura Corti, Case d'artista, in L'architettura civile in Toscana. Il Cinquecento e il Seicento, a cura di Amerigo Restucci, Cinisello Balsamo (Milano), Amilcare Pizzi, 1999, pp. 115-129, p. 124; Dimitrios Zikos, Giambologna's land, house, and workshops in Florence, in "Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz", XLVI, 2002 (2004), pp. 357-408; Emanuela Ferretti, La casa-studio di Giambologna in Borgo Pinti, in Giambologna: gli dei, gli eroi. Genesi e fortuna di uno stile europeo nella scultura, catalogo della mostra (Firenze, Museo Nazionale del Bargello, 2 marzo-15 giugno 2006) a cura di Beatrice Paolozzi Strozzi e Dimitrios Zikos, Firenze-Milano, Giunti Editore, 2006, pp. 315-320; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, p. 156; Claudio Paolini in Claudio Paolini, Hosea Scelza, Borgo Pinti: una strada fiorentina e la sua chiesa, Firenze, Polistampa, 2018, pp. 45-52, n. 9.
Documentazione fotografica Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 6345, 6370 (vedute del prospetto in forte scorcio, 1920 ca.). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 100815, 100816, 100817 (vedute dei prospetti interni, 1979); 100818 (particolare con il busto posto in facciata, 1979); 100819 (particolare dello stemma posto in facciata, 1979); 100820, 100821 (vedute di porzioni del prospetto in forte scorcio, 1979); 100822, 100823, 100824, 100825, 100826 (vedute dell'androne, 1979).
Risorse in rete Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Bellini delle Stelle su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL).
Codice SBAPSAE FI0436
ID univoco regionale 90480170517
Data creazione 15/08/2008
Data ultima modifica 11/12/2021
Data ultimo sopralluogo 08/01/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags casa di artista, studio di artista, scultura, busto, stemma familiare.
Localizzazione
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