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Quartiere Santo Spirito (San Frediano)
Ubicazione Piazza del Carmine 20- 21- 22
Denominazione Palazzo Rospigliosi Pallavicini
Altre denominazioni Palazzo delle Monache
Affacci piazza Piattellina 14
Proprietà Cavalcanti, Borgherini, Ciancolini, Alidosi, del Maestro, Rossi, Ginori, Ginori Lisci, Rospigliosi, Società delle Ferrovie Calabro Sicule, Suore Francescane missionarie di Maria.
Architetti - Ingegneri Ignoto/i.
Pittori - Scultori - Decoratori Maestro di San Martino a Mensola, Gerini Niccolò di Pietro, Gaddi Agnolo, Benini Cesare junior, Benini Lamberto, Botticelli Guido, Felici Alberto, Finocchi Leonardo, Ciccone Bartolomeo.
Uomini illustri Lady Walpole (Margaret Rolle d'Ayton), Craufurd Giorgina, Saffi Aurelio.
Note storiche Antico possesso dei frati Camaldolesi e quindi dei Cavalcanti e dei Borgherini, l'edificio è ben documentato a partire dal 1547, quando apparteneva ad Ermellina Ciancolini e al marito Ciro Alidosi, le cui proprietà si estendevano da piazza del Carmine all'attuale via del Leone. A questa data l'edificio principale aveva già assunto dimensioni prossime alle attuali e, nello spazio urbano, tale importanza da essere facilmente individuabile nelle piante cittadine che, peraltro, sembrano documentare un fronte sulla piazza di disegno avvicinabile all'odierno. "Nel 1632, il giardino e il palazzo passarono in proprietà al conte Lorenzo di Gio' Del Maestro e in seguito alla famiglia Rossi e, nel 1790, a Giuseppe di Lorenzo Ginori. Quest'ultimo apportò alcune modifiche architettoniche al palazzo ed arricchì il giardino, secondo il gusto dell'epoca, di arredi ed esotiche e ricercate specie botaniche (...). Degli arredi sette ottocenteschi, rimane oggi solo una fontana murale ornata da un neoclassico prospetto in stile dorico egizio, secondo un gusto in voga all'epoca e riscontrabile in molti giardini fiorentini coevi nei quali furono introdotti arredi e manufatti architettonici ripresi dall'antico Egitto, quali obelischi, piramidi, sfingi e piccoli templi. Durante questo glorioso periodo della storia del giardino di piazza del Carmine, il complesso accolse fra le sue mura nobildonne anglosassoni come la celebre Lady Walpole, contessa d'Oxford. Il marchese Leopoldo Carlo Ginori Lisci vendette nel 1834 il complesso al principe don Giulio Cesare Rospigliosi dal quale, attraverso un susseguirsi di numerose vendite ed acquisti effettuati nel corso degli anni, fu infine donato nel 1931 agli attuali proprietari, il Collegio Missionario Femminile di San Francesco d'Assisi" (Adsi 2009/2). Nel 1943 il convento fu nascondiglio per madri e bambine ebree (e per tale atto la comunità delle religiose è stata recentemente insignita della medaglia dei Giusti tra le nazioni). A seguito dei danni provocati dall'alluvione del 1966 il complesso fu oggetto di notevoli lavori nell'ambito dei quali fu realizzata una nuova cappella e fu ampliato il pensionato universitario per studentesse, già attivato nel 1910 dalle suore, quindi chiuso nel 1995 con la trasformazione della struttura in casa per ferie per persone bisognose. Un cantiere a interessare la conservazione delle facciate e delle coperture è documentato al 1996. Interventi di restauro agli interni datano al 2000. L'estesa proprietà guarda alla piazza con il corpo di fabbrica principale a determinare l'angolo con piazza Piattellina, con il fronte di tre piani su sei assi, segnato da un doppio ingresso sormontato da un ampio balcone. Al centro è uno scudo con le armi dei Rospigliosi (inquartato d'oro e d'azzurro, a quattro losanghe dell'uno nell'altro) e dei Pallavicini (scaccato di rosso e d'argento). Sul lato sinistro è un tabernacolo con un affresco decisamente interessante quanto lacunoso (affiora in più punti la sottostante sinopia) raffigurante La Madonna con il Bambino, tra i santi Filippo (?), Giovanni Battista, Bartolomeo e Pietro, in basso sono i committenti e nell'imbotte San Giorgio e il beato Gherardo da Villamagna (?). Una iscrizione ugualmente frammentaria sul bordo del trono della Vergine consente di individuare il donatore in Niccolò Borgherini e di leggere parte di una data che riconduce l'opera all'ultimo decennio del Quattrocento: tale datazione è tuttavia da riferirsi all'intervento di un pittore di ambito ghirlandaiesco che avrebbe appunto effigiato i donatori, mentre la composizione principale sarebbe da collocare nella seconda metà del Trecento e da riferire presumibilmente al Maestro di San Martino a Mensola (nel tempo sono stati fatti ugualmente i nomi di Niccolò Gerini e di Agnolo Gaddi). L'opera - già oggetto di un intervento curato dai fratelli Cesare e Lamberto Benini tra il 1948 e il 1950 - è stata restaurata nel 1991 da Guido Botticelli, Alberto Felici e Leonardo Finocchi per interessamento del Centro Matic Spa, e quindi nuovamente sottoposta a un intervento di manutenzione nel 2017 per interessamento dei Friends of Florence, restauratore Bartolomeo Ciccone. Sul lato destro del palazzo è una lapide posta dal Comune di Firenze nel 1915 che ricorda come nell'edificio fosse nata l'11 ottobre 1827, da genitori inglesi, Giorgina Craufurd, poi moglie di Aurelio Saffi che, "compagna a lui nel pensiero e nell'azione per civili e familiari virtù, si rese insigne fra le donne italiane propugnatrici del risorgimento nazionale". La proprietà prosegue poi con l'ampio giardino chiuso da un alto e lungo muro di cinta (ingresso carrabile al n. 22) che delimita quasi per intero questo lato della piazza. Famoso durante l'Ottocento per la coltivazione intensiva di ananassi il giardino è descritto nella sua storia nel repertorio di Angiolo Pucci, al quale si rimanda per ulteriori notizie.
Bibliografia
dettaglio
Bigazzi 1886, p. 130; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 205; Santi 2002, pp. 34-35; Adsi 2009/2, pp. 57-58; Invernizi 2007, I, p. 107, n. 85.
Approfondimenti Rosanna Caterina Proto Pisani, Tabernacolo di Piazza del Carmine, in Arte storia e devozione. Tabernacoli da conservare, a cura dell'Ufficio Restauri della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Firenze e Pistoia, Firenze, Centro Di, 1991 (Quaderni dell'Ufficio Restauri, n. 3), pp. 101-108; Circolo Piero Gobetti, Firenze: percorsi risorgimentali, a cura di Silvestra Bietoletti e Adalberto Scarlino, Firenze, Lucio Pugliese Editore, 2005, p. 14; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 404-406.
Documentazione fotografica Archivi Scala, Bagno a Ripoli (Firenze): 0149534 (veduta d'insieme della piazza con sulla destra il prospetto parziale del palazzo). Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 12287, 130561 (vedute panoramiche della piazza verso la chiesa con sullo sfondo il palazzo), 1937 ca.).10056 (veduta del tabernacolo prima dell'intervento di restauro, 1948 ca.); 51252, 51253, 51254, 51255, 51256, 51257, 51258, 51259, 51260, 51261, 51262, 51263, 51264, 51265, 51266, 51267 (particolari dell'affresco del tabernacolo durante e dopo l'intervento di restauro, 1950 ca.); 10428 (veduta della cantonata del palazzo con il tabernacolo, 1972).
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Rospigliosi Pallavicini su Wikipedia.
Codice SBAPSAE FI1031
ID univoco regionale 999
Data creazione 25/12/2008
Data ultima modifica 06/02/2021
Data ultimo sopralluogo 11/02/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags Campo in corso di revisione.
Localizzazione
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