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Quartiere Santa Croce / San Giovanni
Ubicazione Borgo Pinti 31- 33
Denominazione Palazzo Caccini
Altre denominazioni Casa dei Ferrantini, Casa Grande dei Caccini, palazzo Riccardi Vernaccia, palazzo dei Del Corona, palazzo Geddes
Affacci via Nuova de' Caccini 1- 3- 5
Proprietà Ferrantini, Caccini, Del Vernaccia, Riccardi, Del Corona, Pasqui Cartoni, Geddes da Filicaia.
Architetti - Ingegneri Caccini Giovanni, Vasari Giorgio, Ammannati Bartolomeo, Pasqui Leopoldo, Pagnini Rolando.
Pittori - Scultori - Decoratori Poccetti (Bernardino Barbatelli, d.), Chiavistelli Jacopo, Ciseri Andrea, Valentini Daniela.
Uomini illustri Caccini Matteo, Wilde Richard Henry, Ticknor George, Schopenhauer Arthur, Leonardo da Vinci.
Note storiche L'edificio, di notevole estensione, si imposta sull'angolo tra borgo Pinti e via Nuova de' Caccini, che dagli antichi proprietari del palazzo prende appunto il nome. Nel Quattrocento era questa la dimora dei Ferrantini, nota per essere stata scelta - evidentemente per la nobiltà e l'ampiezza degli ambienti - per ospitare il patriarca Giuseppe di Costantinopoli in occasione del Concilio fiorentino del 1439. Passata negli anni successivi, per via ereditaria, ai Caccini, fu da questi (negli anni del priore Francesco Domenico) ingrandita progressivamente, fino a giungere ad un intervento di riammodernamento unitario che la letteratura colloca tra il 1561 e il 1564 circa e riferisce a Giovanni Caccini, intimo della famiglia Medici (ma da non confondere con l'architetto Giovanni Battista Caccini), comunque assistito da Giorgio Vasari (Marco Calafati, 2011). Da segnalare come il palazzo appaia già ben delineato nella carta di Stefano Buonsignori del 1584, nobilitato da una loggia a guardare verso il giardino interno posta dal lato di via Nuova de' Caccini. A questo periodo potrebbero riferirsi gli affreschi presenti in alcuni ambienti del terreno, riconducibili alla maniera di Bernardino Poccetti (restaurati nel 2011, ditta esecutrice Andrea Fedeli). Il portale (successivamente trasformato) è stato attribuito a Bartolomeo Ammannati, anche sulla base della testimonianza resa da Ferdinando Ruggieri con il suo rilievo settecentesco di un palazzo "del Cavalier Vernaccia", che in realtà non è da identificare con il nostro ma con il palazzo Mondragone di via de' Banchi, al tempo di proprietà dei Del Vernaccia (comunicazione di Andrea Papi che qui si ringrazia). A partire dal 1666 sono documentati altri importanti lavori di ampliamento della fabbrica, che videro la realizzazione di affreschi negli spazi interni affidati a Jacopo Chiavistelli con la collaborazione di Andrea Ciseri, e che tuttavia non sembrerebbero da identificare con le pitture attualmente presenti negli ambienti del piano nobile, di carattere settecentesco (Andrea Papi 2009). La facciata, dalle linee leggermente spezzate, organizzata su tre piani più un mezzanino per ben tredici assi, è frutto di un intervento di restauro dovuto all'architetto Leopoldo Pasqui attorno al 1843 (quando la fabbrica era di proprietà del figlio di questi, Filippo Pasqui), come attestato da Federico Fantozzi. Alle spalle del palazzo, per merito di Matteo Caccini, si sviluppò all'inizio del Seicento un grande giardino nel tempo noto per le piante rare ed esotiche coltivate, e in modo particolare per le piante da fiore, che a lungo rese celebre la residenza molto più di quanto non facesse la sua pur nobile architettura. Attualmente del giardino non resta che una parte comunque significativa, che guarda sul retro del teatro della Pergola. Dopo i Caccini il palazzo passò ai già nominati Del Vernaccia, quindi ai Riccardi e, nell'Ottocento, ai Del Corona, ai Pasqui Cartoni e ancora ai Geddes da Filicaia. Negli anni trenta dell'Ottocento ebbe qui alloggio lo scrittore americano Richard Henry Wilde, che più volte ospitò nel suo appartamento l'amico George Ticknor (precedentemente sembra che nel palazzo fosse stato ospitato anche Arthur Schopenhauer). "La serie ininterrotta delle finestre nei due ordini superiori della facciata, contribuisce all'armonia del prospetto e favorisce, insieme alla posizione leggermente in curva e al contrasto con la strettezza dell'antico borgo, a donare un aspetto semplice ma anche grandioso all'insieme. Varcato il portone centrale si accede alla graziosa loggia terrena a cinque luci che, prospiciente il giardino, presenta quattro finestre di foggia singolare con ampie volute sui lati superiori e interessanti affreschi con grottesche e figure allegoriche che ruotano attorno al tema della arti liberali, mentre al centro delicati putti reggono lo stemma dei Da Filicaia" (Adsi 2003). Per quanto riguarda le vicende conservative più recenti si segnalano lavori di restauro alla facciata principale e ad alcuni spazi interni tra il 1994 e il 1995 (in questa occasione furono portati alla luce alcuni affreschi con vedute prospettiche da datare tra la fine del Seicento e i primi del secolo successivo). Al 2011-2013 si data un parziale restauro alle pitture murali della loggia e di alcune sale interne, al 2016 un intervento sulle pitture murali dell'appartamento dell'ultimo piano, databili alla fine dell'Ottocento. Nel corso del 2018 si è intervenuti con il completo restauro della loggia e delle pitture murali della volta già sopra ricordate (ditta esecutrice Valentini Ventura), databili alla seconda metà dell'Ottocento e probabilmente riconducibili agli anni di Firenze Capitale (1865-1871). Più antico l'affresco che dalla loggia guarda al giardino e che reca dipinto un busto raffigurante Leonardo da Vinci. Nell'androne un traguardo in marmo ricorda il livello raggiunto dalle acque durante l'alluvione del 4 novembre 1966. Su via Nuova de' Caccini (numeri civici 7-21) il palazzo ha un'addizione moderna, dovuta all'architetto Rolando Pagnini e realizzata nei primi anni settanta del Novecento, nonostante i tentativi di opporsi al progetto da parte di "Italia Nostra" con la momentanea chiusura del cantiere a partire dal luglio 1971.
Bibliografia
dettaglio
Ruggieri 1722-1728, II, 1724, tavv. 61-65; Del Bruno 1757, p. 47; Cambiagi 1765, p. 73; Cambiagi 1771, p. 74; Cambiagi 1781, p. 69; Firenze 1828, p. 90; Fantozzi 1842, p. 372, n. 123; Fantozzi 1843, pp. 172-173, n. 412; Firenze 1845, p. 92; Formigli 1849, p. 87; Formigli 1849, p. 87; Firenze 1850, pp. 372-373; Bacciotti 1879-1886, III, 1886, p. 443; Limburger 1910, n. 202; Garneri 1924, p. 215, n. XLIX; Ginori Lisci 1972, I, pp. 503-505; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, p. 334; III, 1978, pp. 116-117; Cazzato-De Vico Fallani 1981, pp. 34-35; Pozzana 1994, pp. 45-46; Adsi 2003, pp. 16-17; Cesati 2005, II, p. 482; Firenze 2005, p. 421; Paolini 2008, pp. 164-165, n. 253; Paolini 2009, pp. 236-237, n. 337; Paolini 2013, p. 132; Zoppi 2019, pp. 40-41.
Approfondimenti Dovrà decidere il Pretore se la costruzione è regolare, in "La Nazione", 29 luglio 1970; Polemica sui restauri, in "La Nazione", 19 ottobre 1972; Mariella Zoppi, Guida ai giardini di Firenze, Firenze, Alinea, 1996, pp. 38-39; Andrea Papi, Alcune notizie sulla, "Casa Grande" dei Caccini, in "Paragone. Arte", LX, 2009, 86, pp. 71-75; Marco Calafati, Palazzo Caccini. Giorgio Vasari, in Ammannati e Vasari per la città dei Medici, a cura di Cristina Acidini e Giacomo Pirazzoli, Firenze, Polistampa, 2011, p. 198; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 153-155; Claudio Paolini in Claudio Paolini, Hosea Scelza, Borgo Pinti: una strada fiorentina e la sua chiesa, Firenze, Polistampa, 2018, pp. 58-63, n. 15.
Documentazione fotografica Archivio fotografico SBAP, Firenze: 55968, 55969, 55970, 55971, 55972, 55973 (vedute del cantiere di costruzione dell'addizione moderna dell'edificio, 1971); 100788, 100789 (vedute d'insieme dei prospetti del palazzo, 1979); 100790 (particolare del portale, 1979); 100791, 100792, 100793, 100794, 100795, 100796, 100797, 100798 (vedute d'insieme e particolari delle pitture del loggiato prospiciente il giardino, 1979); 100799 (scorcio del giardino, 1979); 100800, 100801 (vedute dell'androne, 1979); 100802 (veduta d'insieme delle volte dipinte del loggiato prospiciente il giardino, 1979); 100803, 100804 (vedute delle scale di accesso ai piani, 1979).
Risorse in rete Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Caccini su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL).
Codice SBAPSAE FI0510
ID univoco regionale 90480170635
Data creazione 15/08/2008
Data ultima modifica 04/05/2021
Data ultimo sopralluogo 08/01/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags giardino, comunità straniera (americano, tedesco).
Localizzazione
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